Com'è stato il vostro 2015?
Il mio, mammescamente parlando, straordinario.
I cambiamenti dai 4 anni in poi ti lasciano senza parole, non ti sembra possibile che un momento prima stesse ancora farfugliando parole sconnesse e quello dopo infili congiuntivi e condizionali in raffiche così precise da tramortirti; o che sviluppi una logica ferrea laddove prima c'erano vaste praterie accidentate di non-sense; che impari a giocare da solo e mamma non mi devi guardare mentre gioco perchè ho bisogno di farlo da solo.
C'è da perdere il filo, da guardarsi interrogativi, GF e io, e chiedersi "Ma chi è, l'hai portato tu?".
Il 2015 ha trasformato Cig in un bambino vero, con pensieri propri, emozioni che riesce a dire se non ancora del tutto a capire.
Ha un debole per le bionde, anche.
E' galante. Campione di abbracci a sorpresa, di baci nelle orecchie che così poi hai un bacio nei pensieri.
Se dovessi indovinare oggi l'uomo che sarà, mi sento tranquilla ecco.
Wisingamente parlando, invece, il 2015 è stato un anno così.
Come un uomo di cui ti innamori al primo sguardo, ma alla secoda occhiata già ti sembra diverso e alla terza ti chiedi cosa mai ci avessi visto, che chissà cosa stavi guardando invece.
Un anno noioso, come quando non sai bene cosa fare e ciondoli in giro.
Ho ciondolato.
Tra un'idea e l'altra, tra un treno e un'autostrada, tra le pagine della mia agenda e quelle dei miei racconti; tra decisioni senza seguito e il seguito di tutto il resto che sembra non trovare una propria fine o nuove trame.
Ho voglia di cambiamenti, di quelli che metti punto, vai a capo e apri un nuovo capitolo.
Che non è come avere voglia di cioccolato, che quella ci vuole un attimo a placarla e la dieta intanto inizierà uno dei prossimi lunedì.
Così questo 2015 finisce in modo complesso. Non sei tu caro 2015, sono io. Addio.
Ho bisogno di un 2016 più concreto, dallo sguardo intenso, il braccio forte che mi sollevi al primo accenno di ciondolamento.
Punto.
A capo.
AUGURIIIIIIII a tutti, buon anno!!
Com'è iniziata ...
Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.
mercoledì 30 dicembre 2015
lunedì 28 dicembre 2015
Foto di Natale
Pinzimonio con veg maionese alla barbabietola |
Natale è passato, lasciandoci tramortiti su divani, sfatti come i letti che non abbiamo avuto tempo di riassettare.
Le istantanee di questo Natale sono:
l'espressione di Cig la mattina di Natale, con tutti i regali sotto l'albero "Ma allora è venuto davvero Babbo Natale"
La sua certezza "ci sono tutti i regali che avevo chiesto, vuol dire che sono stato bravissimo"
Il nonno che costruisce il camincino di Lego
La nonna che ha ricevuto lo smartphone e prova a fare le foto appoggiando l'occhio all'obiettivo e con il dito cerca il pulasante per scattare
GF che mi scrive
Il bimbo della mia amica che gattona dietro il gatto
La nebbia
I 10 comandamenti di Benigni
Il panettone vegano
La mia fetta di salame, una, godutissima
Le mie risoluzioni raccontate alla luna piena del 24 dicembre
Piatti. Tanti piatti.
Verdura VS Arrosti vari
Cig che ogni tanto si ferma e corre ad abbracciarmi
La via vuota, che tanti sono partiti
Il nonno con il naso all'insù in piazza Gae Aulenti
Amore
E' stato un buon Natale, voi che foto avete?
mercoledì 23 dicembre 2015
Auguri a chi ...
A chi ha fatto tutto a mano
A chi sta ancora correndo per negozi (come me)
A chi festeggia e a chi no
A chi ha bambini, a chi li aspetta a chi va bene così a chi magari sarà
A tutti i tipi di famiglia
A chi aspetta Babbo Natale
A chi ha già deciso che Babbo Natale non esiste
A chi ha sogni importanti
Desideri da esprimere
Speranze certe
e certezze speranzose
A chi ha voglia di buttare tutto all'aria per rifare meglio
A chi va bene così
A chi quest'anno proprio no
A chi è andata di lusso
A chi sogna il mare
A chi al mare parla
A chi aspetta la neve
A chi ama
A chi pensa di non saperlo più fare
A chi ha idee
A chi ha gentilezza
A chi non molla, anche se tutto sembra remare contro
A chi ha progetti
A tutti voi
BUON NATALE :)
Cig GF e LaWising
A chi sta ancora correndo per negozi (come me)
A chi festeggia e a chi no
A chi ha bambini, a chi li aspetta a chi va bene così a chi magari sarà
A tutti i tipi di famiglia
A chi aspetta Babbo Natale
A chi ha già deciso che Babbo Natale non esiste
A chi ha sogni importanti
Desideri da esprimere
Speranze certe
e certezze speranzose
A chi ha voglia di buttare tutto all'aria per rifare meglio
A chi va bene così
A chi quest'anno proprio no
A chi è andata di lusso
A chi sogna il mare
A chi al mare parla
A chi aspetta la neve
A chi ama
A chi pensa di non saperlo più fare
A chi ha idee
A chi ha gentilezza
A chi non molla, anche se tutto sembra remare contro
A chi ha progetti
A tutti voi
BUON NATALE :)
Cig GF e LaWising
venerdì 18 dicembre 2015
Winx - Il musical.
Cosa vogliamo noi?
Fare un regalo spettacoloso ai nostri bimbi!
Com'è un regalo spettacoloso?
Li lascia a bocca aperta e li fa applaudire!
Dove lo troviamo un regalo così?
Non lo sappiamo!
Ehm sì, io sì, so dove trovarlo.
E' il Christmas Tour delle Winx. il musical davvero emozionante.
Bloom, Flora, Stella, Aisha, Musa e Tecna saliranno sul palco - interpretate da artiste professioniste - ballando e cantando sulle note delle più celebri canzoni della serie “Winx Club” e interagiranno con gli spettatori facendo vivere ai bambini l’emozionante favola di festeggiare il Natale insieme alle vere Winx.
Uno spettacolo, pieno di colori e colpi di scena, interattivo, assolutamente magico e anche tecnologico perché, grazie a degli effetti speciali, una magica nevicata sorprenderà gli spettatori che seguiranno le Winx nella preparazione dell' albero di Natale e di una festa degna dell’incantata di Alfea!
Non vi racconto altro, spoilerare le Winx mi pare brutto, aggiungo solo che sarà uno spettacolo coinvolgente, ricco di emozione, effetti speciali, suspance, allegria e musica.
Le Winx voleranno in diverse città:
BASSANO DEL GRAPPA (Vicenza) - Palabassano - 26 Dicembre 2015
PADOVA - Gran Teatro Geox - 27 Dicembre 2015
FIRENZE – OBIHall Theatre - 29 Dicembre 2015
BRESCIA - Pala Banco - 2 Gennaio 2015
BERGAMO - Pala Creberg - 3 Gennaio 2015
LUGANO - Palazzo dei Congressi - 5 Gennaio 2016
MILANO – Teatro Linear4Ciak – 6 Gennaio 2016
CAGLIARI - Teatro del Conservatorio - 9 e 10 Gennaio 2016
Per informazioni sui biglietti e sullo show:
http://www.winxlospettacolo.com/#!date-spettacoli-winx-club/ckfk e www.winxclub.com
Bloom, Flora, Stella, Aisha, Musa e Tecna saliranno sul palco - interpretate da artiste professioniste - ballando e cantando sulle note delle più celebri canzoni della serie “Winx Club” e interagiranno con gli spettatori facendo vivere ai bambini l’emozionante favola di festeggiare il Natale insieme alle vere Winx.
Uno spettacolo, pieno di colori e colpi di scena, interattivo, assolutamente magico e anche tecnologico perché, grazie a degli effetti speciali, una magica nevicata sorprenderà gli spettatori che seguiranno le Winx nella preparazione dell' albero di Natale e di una festa degna dell’incantata di Alfea!
Non vi racconto altro, spoilerare le Winx mi pare brutto, aggiungo solo che sarà uno spettacolo coinvolgente, ricco di emozione, effetti speciali, suspance, allegria e musica.
Le Winx voleranno in diverse città:
BASSANO DEL GRAPPA (Vicenza) - Palabassano - 26 Dicembre 2015
PADOVA - Gran Teatro Geox - 27 Dicembre 2015
FIRENZE – OBIHall Theatre - 29 Dicembre 2015
BRESCIA - Pala Banco - 2 Gennaio 2015
BERGAMO - Pala Creberg - 3 Gennaio 2015
LUGANO - Palazzo dei Congressi - 5 Gennaio 2016
MILANO – Teatro Linear4Ciak – 6 Gennaio 2016
CAGLIARI - Teatro del Conservatorio - 9 e 10 Gennaio 2016
Per informazioni sui biglietti e sullo show:
http://www.winxlospettacolo.com/#!date-spettacoli-winx-club/ckfk e www.winxclub.com
Buon magico Natale a tutti ;)
martedì 15 dicembre 2015
Il pollice.
Cig non ha mai usato il ciuccio.
L'ha sempre sputato con aria schifata, così come ha fatto con i biberon di qualunque materiale, taglia e foggia.
Lui si succhia il pollice e non uno a caso, si succhia il destro sostenendo convinto che ha un sapore molto più buono di quello sinistro.
Me li ha fatti assaggiare anche, più volte. Ma credo sia questione da veri esperti, perchè io, che fosse destra o sinistra, ho sempre sentito lo stesso sapore di saliva che, tra l'altro, non mi piace.
I gusti.
Comunque.
Il pollice ha la sua bella praticità:
- non rischi di perderlo
- non cambia modello e colore
- non si rompe e se si è rotto il problema è diverso
- non ha bisogno di porta ciucci
- generalmente non lo sterilizzi
- anche se non è ancora scientificamente dichiarato, stimola le difese immunitarie
- è economico, te ne danno due in dotazione
- per utilizzarlo non è richiesta ciucciata preventiva della mamma
- non lo dimentichi mai
- è sempre della misura giusta
- non lo tieni in borsa
- non diventa un oggetto di culto
- non si scambia, quindi vengono scongiurate le epidemie
- è (molto) più personale di un ciuccio
- puoi personalizzarlo in infiniti modi, basta un pennarello
- non finisce in lavatrice dentro qualche tasca/lenzuolo
- non ci gioca il gatto
- non viene appeso teneramente allo specchietto retrovisore dell'auto di mammà
- non è oggetto di discussione, non si sentirà mai una mamma offrire il pollice, come invece si fa con il ciuccio
- è una soluzione indipendente, che il pupo gestisce in totale autonomia, non perde neppure tempo a cercarlo.
- Il pollice ha in sè un approccio manageriale che manca al ciuccio.
Però.
Ho una domanda.
COME SI TOGLIE IL POLLICE?
L'ha sempre sputato con aria schifata, così come ha fatto con i biberon di qualunque materiale, taglia e foggia.
Lui si succhia il pollice e non uno a caso, si succhia il destro sostenendo convinto che ha un sapore molto più buono di quello sinistro.
Me li ha fatti assaggiare anche, più volte. Ma credo sia questione da veri esperti, perchè io, che fosse destra o sinistra, ho sempre sentito lo stesso sapore di saliva che, tra l'altro, non mi piace.
I gusti.
Comunque.
Il pollice ha la sua bella praticità:
- non rischi di perderlo
- non cambia modello e colore
- non si rompe e se si è rotto il problema è diverso
- non ha bisogno di porta ciucci
- generalmente non lo sterilizzi
- anche se non è ancora scientificamente dichiarato, stimola le difese immunitarie
- è economico, te ne danno due in dotazione
- per utilizzarlo non è richiesta ciucciata preventiva della mamma
- non lo dimentichi mai
- è sempre della misura giusta
- non lo tieni in borsa
- non diventa un oggetto di culto
- non si scambia, quindi vengono scongiurate le epidemie
- è (molto) più personale di un ciuccio
- puoi personalizzarlo in infiniti modi, basta un pennarello
- non finisce in lavatrice dentro qualche tasca/lenzuolo
- non ci gioca il gatto
- non viene appeso teneramente allo specchietto retrovisore dell'auto di mammà
- non è oggetto di discussione, non si sentirà mai una mamma offrire il pollice, come invece si fa con il ciuccio
- è una soluzione indipendente, che il pupo gestisce in totale autonomia, non perde neppure tempo a cercarlo.
- Il pollice ha in sè un approccio manageriale che manca al ciuccio.
Però.
Ho una domanda.
COME SI TOGLIE IL POLLICE?
mercoledì 9 dicembre 2015
Babbo Natale non sa leggere : la nostra fiaba di Natale
A Cig piace molto ascoltare una favola prima di dormire.
La storia deve essere, preferibilmente, inventata.
Si diverte di più, ma soprattutto sa che può aggiungere qualche dettaglio in più e aiutarmi a immaginare lo svolgimento.
La messa a nanna si è trasformata così nel momento invenzione e fantasia.
Il più delle volte ci troviamo invischiati tra mostri e supereroi e la storia non è un granchè, altre ci divertiamo davvero tanto.
Visto che Natale sarà tra un attimo, vi racconto la favola che abbiamo inventato in queste sere, magari vi piacerà o vi verrà voglia di aggiungere dei pezzi e potremmo farne una favolona collettiva :)
Babbo Natale non sa leggere.
Si avvicina la notte di Natale e come ogni anno Babbo Natale sta preparando tutti i pacchi e pacchettini da consegnare ai bambini. Per qualcuno sceglie le costruzioni, per altri le bambole, a volte preferisce le macchinine, spesso gli piace regalare i libri. E' molto indaffarato, ma come ogni anno tutti i giorni deve spalare via da casa sua montagne di biglietti, cartoline e lettere che i bambini gli scrivono. Le sposta con la pala e poi le mette in ordine: da una parte le cartoline con belle fotografie che andranno a decorare la parete di cucina; dall'altra i biglietti con disegni natalizi che andranno appesi alle pareti della fabbrica dei giochi e da parte ancora le letterine senza figure che lui appende volentieri alle pareti della camera da letto, sono bianche, riposanti e immaginare cosa potrebbe esserci scritto lo fa risposare meglio. Immagina solo perchè, la verità, Babbo Natale non sa leggere.
Ha sempre detto che a lui serve leggere, lui sente con il cuore i desideri dei bambini.
Però.
Dopo tutti questi anni.
Un po' di curiosità gli è venuta.
Cosa gli scriveranno i bambini?
Così ha chiamato la Befana, che invece sa leggere benissimo e dopo le feste insegna alla scuola degli elfi, che non è che una può fare la Befana e basta.
"Befana - gli chiede gentile Babbo - mi leggeresti le letterine dei bambini?"
"Tuuuuttteeee?" chiede spaventata la Befana, guardando le montagne di carta davanti a lei.
"Beh, sì. che ci vorrà mai. Tu sai leggere benissimo, no?"
"Uhm, sì, certo, solo. Dai iniziamo" sorrise gentile la Befana e iniziò la lettura.
Babbo Natale ascoltava con molta attenzione.
Ogni lettera, cartolina o disegno conteneva tanti desideri, ma quelli li sapeva già, con il cuore e piccoli racconti di casa.
C'erano i bambini felici e quelli no; bambini in pace e bambini in guerra; bambini con i genitori; con un solo genitore; con due mamme o due papà. bambini che abitavano al mare e altri in montagna, chi lo aspettava al freddo e chi in costume da bagno; bambini buonissimi e altri che dicevano di essere stati un po' monelli, ma chiedevano di non farci caso. Bambini preoccupati per la scuola o perchè abitavano in una casa senza camino e tu come fai ad arrivare. Piccoli mondi meravigliosi.
Cosa si era perso pensando solo ai regali!
"Secondo te posso imparare a leggere anch'io? - chiese commosso Babbo Natale - voglio poter ascoltare tutti i bambini"
"Ma certo Babbo, ti insegnerò io, alla scuola degli elfi, ci verrai?"
Babbo Natale fece sì sì con la testa e la Befana fu contentissima.
"Mi fai ancora un favore?" chiese Babbo alla Befana
"Dimmi pure"
"Manderesti una letterina a tutti i bambini da parte mia?"
"A tuuuuttiiiiiii??? ma sono tantissimi io non so se ..."
"Beh, che ci vorrà mai. Tu sai scrivere benissimo, no?"
La Befana sorrise e andò a prendere il suo block notes gigante, da mila mila fogli, e la sua penna magica che sapeva scrivere su tanti fogli diversi allo stesso tempo.
"Iniziamo" disse tutta allegra.
"Caro bambino e cara bambina, ti ringrazio tanto per la tua letterina. Sono tanto contento che ogni anno ti ricordi di scrivermi e mi racconti un po' di te. Qui a Babbolandia c'è sempre tanto fare, ma so così poco del mondo là fuori. Grazie mille, mi sento importante quando mi scrivi.
Quest'anno anch'io ho un piccolo regalo da chiederti:
NON LASCIARMI I BISCOTTI DA MANGIARE, sto diventando troppo pancione e passare per i camini è difficilissimo. Mi incastro. Non ci passo. E poi non mi vanno più bene i pantaloni. Andrà benissimo un succo di frutta e delle carote per le mie renne. I biscotti tienili per te, che ci vogliono per fare colazione. Ricordati di andare a dormire presto la notte di Natale, di chiudere bene bene gli occhi che se sbirci io non posso passare e allora poi diventa tutto un pasticcio.
Ti abbraccio tanto. tuo Babbo Natale"
"Uh carina - disse la Befana - ben fatto"
"Dormiranno?"
"Mah. So che c'è la App che promette di rilevare la tua presenza, forse qualcuno sveglio lo troverai"
"In che mondo! Finirà che i regali invece che sotto l'albero mi tocca lasciarli in garage, sai che tristezza"
"Non ci pensare"
"Mi insegnerai anche a scrivere, vero?"
La Befana disse di sì e se ne andò. Mancavano pochi giorni a Natale c'era tanto lavoro da fare.
Babbo Natale andò a dormire stanco e contento. L'anno prossimo avrebbe potuto leggere da solo tutte le lettere. Chissà quante saranno. 1 2 3 4 5 ...mila millaia ...
BUONANOTTE :)
La storia deve essere, preferibilmente, inventata.
Si diverte di più, ma soprattutto sa che può aggiungere qualche dettaglio in più e aiutarmi a immaginare lo svolgimento.
La messa a nanna si è trasformata così nel momento invenzione e fantasia.
Il più delle volte ci troviamo invischiati tra mostri e supereroi e la storia non è un granchè, altre ci divertiamo davvero tanto.
Visto che Natale sarà tra un attimo, vi racconto la favola che abbiamo inventato in queste sere, magari vi piacerà o vi verrà voglia di aggiungere dei pezzi e potremmo farne una favolona collettiva :)
Babbo Natale non sa leggere.
Si avvicina la notte di Natale e come ogni anno Babbo Natale sta preparando tutti i pacchi e pacchettini da consegnare ai bambini. Per qualcuno sceglie le costruzioni, per altri le bambole, a volte preferisce le macchinine, spesso gli piace regalare i libri. E' molto indaffarato, ma come ogni anno tutti i giorni deve spalare via da casa sua montagne di biglietti, cartoline e lettere che i bambini gli scrivono. Le sposta con la pala e poi le mette in ordine: da una parte le cartoline con belle fotografie che andranno a decorare la parete di cucina; dall'altra i biglietti con disegni natalizi che andranno appesi alle pareti della fabbrica dei giochi e da parte ancora le letterine senza figure che lui appende volentieri alle pareti della camera da letto, sono bianche, riposanti e immaginare cosa potrebbe esserci scritto lo fa risposare meglio. Immagina solo perchè, la verità, Babbo Natale non sa leggere.
Ha sempre detto che a lui serve leggere, lui sente con il cuore i desideri dei bambini.
Però.
Dopo tutti questi anni.
Un po' di curiosità gli è venuta.
Cosa gli scriveranno i bambini?
Così ha chiamato la Befana, che invece sa leggere benissimo e dopo le feste insegna alla scuola degli elfi, che non è che una può fare la Befana e basta.
"Befana - gli chiede gentile Babbo - mi leggeresti le letterine dei bambini?"
"Tuuuuttteeee?" chiede spaventata la Befana, guardando le montagne di carta davanti a lei.
"Beh, sì. che ci vorrà mai. Tu sai leggere benissimo, no?"
"Uhm, sì, certo, solo. Dai iniziamo" sorrise gentile la Befana e iniziò la lettura.
Babbo Natale ascoltava con molta attenzione.
Ogni lettera, cartolina o disegno conteneva tanti desideri, ma quelli li sapeva già, con il cuore e piccoli racconti di casa.
C'erano i bambini felici e quelli no; bambini in pace e bambini in guerra; bambini con i genitori; con un solo genitore; con due mamme o due papà. bambini che abitavano al mare e altri in montagna, chi lo aspettava al freddo e chi in costume da bagno; bambini buonissimi e altri che dicevano di essere stati un po' monelli, ma chiedevano di non farci caso. Bambini preoccupati per la scuola o perchè abitavano in una casa senza camino e tu come fai ad arrivare. Piccoli mondi meravigliosi.
Cosa si era perso pensando solo ai regali!
"Secondo te posso imparare a leggere anch'io? - chiese commosso Babbo Natale - voglio poter ascoltare tutti i bambini"
"Ma certo Babbo, ti insegnerò io, alla scuola degli elfi, ci verrai?"
Babbo Natale fece sì sì con la testa e la Befana fu contentissima.
"Mi fai ancora un favore?" chiese Babbo alla Befana
"Dimmi pure"
"Manderesti una letterina a tutti i bambini da parte mia?"
"A tuuuuttiiiiiii??? ma sono tantissimi io non so se ..."
"Beh, che ci vorrà mai. Tu sai scrivere benissimo, no?"
La Befana sorrise e andò a prendere il suo block notes gigante, da mila mila fogli, e la sua penna magica che sapeva scrivere su tanti fogli diversi allo stesso tempo.
"Iniziamo" disse tutta allegra.
"Caro bambino e cara bambina, ti ringrazio tanto per la tua letterina. Sono tanto contento che ogni anno ti ricordi di scrivermi e mi racconti un po' di te. Qui a Babbolandia c'è sempre tanto fare, ma so così poco del mondo là fuori. Grazie mille, mi sento importante quando mi scrivi.
Quest'anno anch'io ho un piccolo regalo da chiederti:
NON LASCIARMI I BISCOTTI DA MANGIARE, sto diventando troppo pancione e passare per i camini è difficilissimo. Mi incastro. Non ci passo. E poi non mi vanno più bene i pantaloni. Andrà benissimo un succo di frutta e delle carote per le mie renne. I biscotti tienili per te, che ci vogliono per fare colazione. Ricordati di andare a dormire presto la notte di Natale, di chiudere bene bene gli occhi che se sbirci io non posso passare e allora poi diventa tutto un pasticcio.
Ti abbraccio tanto. tuo Babbo Natale"
"Uh carina - disse la Befana - ben fatto"
"Dormiranno?"
"Mah. So che c'è la App che promette di rilevare la tua presenza, forse qualcuno sveglio lo troverai"
"In che mondo! Finirà che i regali invece che sotto l'albero mi tocca lasciarli in garage, sai che tristezza"
"Non ci pensare"
"Mi insegnerai anche a scrivere, vero?"
La Befana disse di sì e se ne andò. Mancavano pochi giorni a Natale c'era tanto lavoro da fare.
Babbo Natale andò a dormire stanco e contento. L'anno prossimo avrebbe potuto leggere da solo tutte le lettere. Chissà quante saranno. 1 2 3 4 5 ...mila millaia ...
BUONANOTTE :)
venerdì 4 dicembre 2015
La via dei colori
Il logo dell'associazione |
Ci sono mamme che reagiscono a eventi drammatici con la forza di un uragano, che stimi già incondizionatamente dopo 1 minuto di discorso.
Nei giorni scorsi ho conosciuto Ilaria Maggi, presidentessa de La via dei colori Onlus.
L'ho ascoltata e poi non sono stata più la stessa.
Ilaria è una donna bella e sorridente, adesso.
Sei anni fa è stata una delle mamme travolte dalla vicende dell'asilo Cip e Ciop di Pistoia, fatti gravissimi e orribili, che se avete rimosso trovate qui
Personalmente non ho la forza di pensare cosa sarebbe se succedesse a noi, come tutti immagino.
Ciò che ha fatto Ilaria invece è straordinario.
A un anno dai fatti, il tempo tecnico di organizzarsi insomma, ha fondato La via dei colori, onlus operante su territorio nazionale, punto di riferimento per minori, anziani, portatori di handicap e persone indifese vittime di maltrattamenti in struttura. Fornisce consulenza tecnica, legale e accoglienza psicologica di primo e secondo livello, orientamento e informazioni utili su dove e come muoversi alle vittime di violenza fisica e psicologica, ai familiari e agli addetti ai lavori.
Quando una famiglia viene a conoscenza anche solo di un ipotetico episodio di maltrattamento in struttura ai danni di un proprio caro, riceve una violenta scossa emotiva. E' fondamentale in questa fase essere accolti e supportati da esperti competenti.
Io alla violenza a scuola non ci avevo mai pensato veramente. Cioè, nella mia ingenutità pensavo fossero casi talmente isolati e circoscritti, da non necessitare di uno spiegamento di forze.
La previsione 2015 è di 280 casi potenzialmente gravi.
Immaginavo anche che la denuncia di eventuali violenze fosse la reazione comune di tutte le vittime.
Invece no.
Spesso non si denuncia, molto spesso.
Per vergogna, per quel profondo disagio che provoca il dover ammettere di non aver colto i segnali di ciò che stava accadendo, soprattutto se stiamo parlando di bambini molto piccoli. Non si denuncia. Senza denuncia non può partire nessuna indagine e tutto resta com'è.
Certo, si può far cambiare scuola ai propri figli. E che ne sarà però degli altri, di quelli che restano?
La previsione 2015 è di 8000 contatti, 1400 segnalazioni e 5600 bambini in potenziale pericolo.
La via dei colori, offrendo assistenza e accoglienza, è a fianco di genitori e parenti per capire bene in quale situazione ci si trova e agire di conseguenza.
I servizi che offre sono:
Informazioni: riguardanti regolamenti, leggi, diritti doveri delle strutture pubbliche e private
Sostegno: organizzativo, morale e tecnico alle famiglie e/o ai soggetti coinvolti
Tutela legale
Sostegno psicologico e medico
Prevenzione e tutela delle minoranze all'interno delle strutture pubbliche e private
Formazione
Supporto informativo
Sviluppo, approfondimento e ricerca.
Contatti:
- Numero verde gratuito a cui rivolgersi: 800-98 48 71
- La mail: segreteria.lvdc@gmail.com
- skype: lvdc_italia
- è presente su tutti i social network.
- Tutte le info sul sito: www.laviadeicolori.org
mercoledì 2 dicembre 2015
Lost in time: spiegare il tempo ai bambini under6.
Houston, abbiamo un problema.
Sto provando a spiegare a Cig il tempo.
Quello che passa e quello che si ripete, la distanza o la vicinanza.
Nel suo mondo è tutto poco più di subito, adesso, al massimo arriviamo a oggi che, al momento, è l'unità temporale più lunga possibile.
- Tra un giorno è Natale, me l'ha detto la maestra.
- Sicuro?
- Sì sì, ha detto che tra un giorno esatto è Natale.
- Uhm.
- No scusa. Ha detto un mese, adesso mi ricordo.
- Tra due giorni è sabato Cig, niente asilo o lavoro si sta insieme.
- Uh bene. Due giorni è quando fa buio?
Il concetto di tempo è davvero difficile, voglio dire, anche per me non è perfettamente chiaro, altrimenti non si spiegherebbe il mio essere sempre di corsa o quella cosa lì, di sentirsi sempre ragazza quando il tempo passato dice proprio il contrario.
Comunque.
Con le fotografie abbiamo risolto la questione "Quando ero piccolo" vs "adesso", visivamente è chiaro che 4 anni e mezzo portano molti cambiamenti.
Con le abitudini è abbastanza semplice scandire la giornata: quando ti svegli; il tempo della scuola; quando torna la mamma ecc.
Adesso stiamo affrontando il calendario dell'avvento (naturalmente in ritardo di un paio di giorni), ma il difetto grande di questi calendari è che ogni giorno un cioccolatino e dai apriamo tutte le finestre poi se mai le richiudiamo: addio scansione del tempo, benvenuta indigestione.
23 giorni a Natale sono un tempo infinito e visti dalla prospettiva dei suoi 56 mesi, immagino si avvicinino al nostro concetto di eternità.
Ho pensato allora un micro percorso del tempo.
Se mi darà retta potrebbe anche funzionare.
Osservare un mutamento veloce: la candela che si consuma. Una candelina eh, che altrimenti state lì le ore. Si può usare la candela anche per misurare un'azione: la candela si scioglie in 15 minuti, cosa possiamo fare in questo tempo? Possiamo proporre tre attività diverse, per esempio: un pisolino, il bagno, portare in camera i due pupazzi abbandonati sul divano. A seconda della scelta potrà sperimentare quanto tempo ci vuole per.
Osservare la giornata: al mattino, magari mentre si va a scuola, raccontare cosa succederà oggi, nella giusta sequenza (mattina scuola, si mangia, scuola, si gioca e quando è proprio buio tornano mamma e papà).
Dare una grandezza al giorno, settimana e mese: qui possono essere d'aiuto quadratini di carta da colorare. Un giorno, un quadratino. Una settimana, 7 quadratini ognuno di un colore diverso. Un mese, 4 settimane. Questo è un buon modo per visualizzare anche la ciclicità del tempo: si ripetono i giorni e le settimane.
Dare una forma all'attesa: 23 giorni a Natale potrebbero essere 23 mattoncini di Lego a formare una torre. Ogni giorno se ne toglie uno, l'attesa si fa più corta.
Se non dovesse funzionare niente di tutto ciò anche per me tra un giorno esatto sarà Natale e resteremo d'accordo così.
Voi come spiegate il tempo ai vostri under6?
Sto provando a spiegare a Cig il tempo.
Quello che passa e quello che si ripete, la distanza o la vicinanza.
Nel suo mondo è tutto poco più di subito, adesso, al massimo arriviamo a oggi che, al momento, è l'unità temporale più lunga possibile.
- Tra un giorno è Natale, me l'ha detto la maestra.
- Sicuro?
- Sì sì, ha detto che tra un giorno esatto è Natale.
- Uhm.
- No scusa. Ha detto un mese, adesso mi ricordo.
- Tra due giorni è sabato Cig, niente asilo o lavoro si sta insieme.
- Uh bene. Due giorni è quando fa buio?
Il concetto di tempo è davvero difficile, voglio dire, anche per me non è perfettamente chiaro, altrimenti non si spiegherebbe il mio essere sempre di corsa o quella cosa lì, di sentirsi sempre ragazza quando il tempo passato dice proprio il contrario.
Comunque.
Con le fotografie abbiamo risolto la questione "Quando ero piccolo" vs "adesso", visivamente è chiaro che 4 anni e mezzo portano molti cambiamenti.
Con le abitudini è abbastanza semplice scandire la giornata: quando ti svegli; il tempo della scuola; quando torna la mamma ecc.
Adesso stiamo affrontando il calendario dell'avvento (naturalmente in ritardo di un paio di giorni), ma il difetto grande di questi calendari è che ogni giorno un cioccolatino e dai apriamo tutte le finestre poi se mai le richiudiamo: addio scansione del tempo, benvenuta indigestione.
23 giorni a Natale sono un tempo infinito e visti dalla prospettiva dei suoi 56 mesi, immagino si avvicinino al nostro concetto di eternità.
Ho pensato allora un micro percorso del tempo.
Se mi darà retta potrebbe anche funzionare.
Osservare un mutamento veloce: la candela che si consuma. Una candelina eh, che altrimenti state lì le ore. Si può usare la candela anche per misurare un'azione: la candela si scioglie in 15 minuti, cosa possiamo fare in questo tempo? Possiamo proporre tre attività diverse, per esempio: un pisolino, il bagno, portare in camera i due pupazzi abbandonati sul divano. A seconda della scelta potrà sperimentare quanto tempo ci vuole per.
Osservare la giornata: al mattino, magari mentre si va a scuola, raccontare cosa succederà oggi, nella giusta sequenza (mattina scuola, si mangia, scuola, si gioca e quando è proprio buio tornano mamma e papà).
Dare una grandezza al giorno, settimana e mese: qui possono essere d'aiuto quadratini di carta da colorare. Un giorno, un quadratino. Una settimana, 7 quadratini ognuno di un colore diverso. Un mese, 4 settimane. Questo è un buon modo per visualizzare anche la ciclicità del tempo: si ripetono i giorni e le settimane.
Dare una forma all'attesa: 23 giorni a Natale potrebbero essere 23 mattoncini di Lego a formare una torre. Ogni giorno se ne toglie uno, l'attesa si fa più corta.
Se non dovesse funzionare niente di tutto ciò anche per me tra un giorno esatto sarà Natale e resteremo d'accordo così.
Voi come spiegate il tempo ai vostri under6?
venerdì 27 novembre 2015
Giocare vince la paura (anche del dentista)
Oggi Cig è stato per la prima volta dal dentista.
Meglio, è stata la sua prima visita ufficiale, che un'altra volta c'eravamo andati di corsa giusto per verificare se l'altalena sulle gengive avesse prodotto danni gravi. Quella volta lì non gli era piaciuto per niente, anzi, ne era uscito piuttosto perplesso dicendo che mai più voleva andare dal dottore dei denti.
Così per la visita di oggi ho pensato fosse meglio prepararlo.
Ho cominciato a dirglielo tempo fa.
Tanto tempo fa, considerati i tempi di attesa.
Ogni tanto glielo ricordavo.
Non lo vedevo per niente tranquillo.
Così stamattina, assonnata e di pessimo umore come sempre (io divento socievole dopo le 10 e termino di esserlo intorno alle 21) ho avuto un'idea: giochiamo.
Ho sistemato il cuscino del suo letto a mo di poltrona reclinabile.
"Sig. Cig, apra la bocca per cortesia"
"Eh?"
"Apra tantissimo la bocca sig. Cig, sono il dottore dei denti, voglio vedere se lì dentro va tutto bene" il mio ferro da dentista era la lunghissima coda di un piccolo procione di plastica, ci tengo molto a dirlo, mi sembra professionale.
"Ahahahahahahah" ha riso Cig spalancando la bocca
"Uh, ma qui c'è un signore che mangia caramelle, si succhia il dito e ogni tanto non si lava i denti, giusto?"
"Sì sì" rideva come un matto.
"Non va mica bene sig. Cig. Poche caramelle, pochissimo pollice e lavarsi i denti sempre sempre sempre"
"Ma cosa dice dottoressa dei denti? a me piacciono le caramelle e anche il pollice" sa calarsi nella parte in un attimo e ogni volta che inventiamo un teatro si diverte tantissimo.
Abbiamo ripetuto la nostra visita almeno 5 volte, per essere certi che non ci fossero anche resti di dinosauro a dar fastidio ai denti, per vedere se il pollice si poteva in qualche modo buttare via "Ma maaammaaaa è attacato, non puoiiiii" e siamo arrivati dalla dentista vera davvero tranquilli.
So che posso fare meglio, soprattutto da sveglia e da socievole. Ma questa cosa del gioco voglio ricordarmela alla prossima paura.
E voi, come aiutate i vostri bimbi a vincere le paure?
Meglio, è stata la sua prima visita ufficiale, che un'altra volta c'eravamo andati di corsa giusto per verificare se l'altalena sulle gengive avesse prodotto danni gravi. Quella volta lì non gli era piaciuto per niente, anzi, ne era uscito piuttosto perplesso dicendo che mai più voleva andare dal dottore dei denti.
Così per la visita di oggi ho pensato fosse meglio prepararlo.
Ho cominciato a dirglielo tempo fa.
Tanto tempo fa, considerati i tempi di attesa.
Ogni tanto glielo ricordavo.
Non lo vedevo per niente tranquillo.
Così stamattina, assonnata e di pessimo umore come sempre (io divento socievole dopo le 10 e termino di esserlo intorno alle 21) ho avuto un'idea: giochiamo.
Ho sistemato il cuscino del suo letto a mo di poltrona reclinabile.
"Sig. Cig, apra la bocca per cortesia"
"Eh?"
"Apra tantissimo la bocca sig. Cig, sono il dottore dei denti, voglio vedere se lì dentro va tutto bene" il mio ferro da dentista era la lunghissima coda di un piccolo procione di plastica, ci tengo molto a dirlo, mi sembra professionale.
"Ahahahahahahah" ha riso Cig spalancando la bocca
"Uh, ma qui c'è un signore che mangia caramelle, si succhia il dito e ogni tanto non si lava i denti, giusto?"
"Sì sì" rideva come un matto.
"Non va mica bene sig. Cig. Poche caramelle, pochissimo pollice e lavarsi i denti sempre sempre sempre"
"Ma cosa dice dottoressa dei denti? a me piacciono le caramelle e anche il pollice" sa calarsi nella parte in un attimo e ogni volta che inventiamo un teatro si diverte tantissimo.
Abbiamo ripetuto la nostra visita almeno 5 volte, per essere certi che non ci fossero anche resti di dinosauro a dar fastidio ai denti, per vedere se il pollice si poteva in qualche modo buttare via "Ma maaammaaaa è attacato, non puoiiiii" e siamo arrivati dalla dentista vera davvero tranquilli.
So che posso fare meglio, soprattutto da sveglia e da socievole. Ma questa cosa del gioco voglio ricordarmela alla prossima paura.
E voi, come aiutate i vostri bimbi a vincere le paure?
mercoledì 25 novembre 2015
#25novembre: raccontiamo favole diverse e salveremo il mondo.
Non rispondo quasi mai perchè mi sembra una sciocchezza.
Immagino che l'impegno di ogni genitore sia di crescere persone tutte intere e penso che l'educazione troppo"di genere" fin qui non abbia dato risultati grandiosi.
Comunque, quando ho saputo di aspettare un maschio, un po' ci ho pensato anch'io: vorrei fosse un uomo giusto, buono, sicuro di sè.
Immagino che avrei avuto pensieri identici mi avessero detto di aspettare una bimba, non credo avrei fantasticato su cose tipo: vorrei fosse gnocca, una principessa delle favole, la regina della casa.
Tant'è.
La questione, da qualunque punto la si guardi, non è semplicissima.
Se hai una bimba e la cresci giusta, buona e sicura di sè potrebbe un giorno incontrare un uomo a cui manca la sicurezza, per esempio. Sarà innamoratissima per un po', per quel senso di protezione che piace tanto alle femmine, ma poi spererà (forse) che quell'uomo torni ranocchio e magari non l'avesse mai baciato.
Un uomo insicuro non sai come potrebbe reagire a un ti lascio, però. Potrebbe far finta di niente e struggersi in nostalgie infinite, oppure reagire male e pensare che quella ex bambina cresciuta così bene sia cosa sua e qui si complica tutto, diventa una storia bruttissima, di quelle che conosciamo fin troppo bene.
Se hai un bimbo e lo cresci giusto, buono e sicuro di sè potrebbe un giorno incappare nella principessa di turno, ogni riccio un capriccio per intenderci. Sarà innamoratissimo per un po', per quella sensazione di continua conquista che piace tanto agli uomini, poi spererà che la bella principessina venga punta da un fuso, si addormenti per 100 anni e lascerà che sia un principe azzurro a salvarla. La exbimba principessa ci resterà malissimo, si struggerà in infinite nostalgie, passerà intere giornate a whatsappare l'uomo buono e giusto, rendendosi un tantino ridicola e autorizzando il principe azzurro a pensare a lei come a una bisognosa di eterna protezione. Una cosa sua quindi e appunto è proprio questo che dovremmo evitare.
Fateci caso comunque.
L'archetipo dell'uomo prepotente e potenzialmente pericoloso è proprio il principe azzurro: che bacia, sveglia, costringe a salire sul cavallo bianco, porta a casa sua, sposa, senza chiedere mai il parere della principessa di turno. Rapimento e molestie, c'è tutto.
Fate caso anche, perchè è importante, che la principessa è sì gnocchissima, ma sempre infelice e, cosa fondamentale, tenuta fuori dal mondo (dorme o è in qualche torre), custodita gelosamente da un incantesimo che di solito è opera di una strega cattiva, ma personalmente ho sempre pensato fosse opera del padre, a sua volta ex principe azzurro. La madre, solitamente è morta e non ha più voce in capitolo. Da ex principessa salvata potrebbe raccontarne delle belle, mettere sul chi va là la bimba. Ma niente, muore sempre, possibilmente di parto e ciao.
Notate pure, dato che ci siamo, che le favole solitamente sono pensate per le bimbe.
Per creare quella suggestione lì, della principessa salvata.
A un bimbo frega niente di essere il principe azzurro.
Preferisce gli Avengers.
Che sono la versione techno e un po' LSD del principe azzurro.
A non capirsi si inizia dalle fiabe e dai giochi.
cicciobellobua ha tutt'altre necessità rispetto a capitanamerica.
Accudimento=bimba; invulnerabilità=bimbo.
Un gran casino, credetemi.
Non se ne esce. A raccontare sempre le solite favole.
Per non avere più una giornata come il #25novembre raccontiamo favole tutte diverse e salveremo il mondo.
Insegniamo alle principesse a uscire dalle torri e a svegliarsi bene prima di salire su un cavallo e andare via con un tipo che si veste tutto di azzurro.
E ai bimbi spieghiamo bene che una principessa che dorme, fosse anche da 100 anni, molto probabilmente è una donna che finalmente si riposa un attimo o se vive in cima a una torre è perchè le piacciono gli attici con vista panoramica.
A tutt'e due ad accettare un no come risposta.
giovedì 19 novembre 2015
Nutrirsi da mamma durante l'allattamento
Una
cosa non mi sono mai veramente spiegata: si parla moltissimo dei nove mesi di
gravidanza ma poco dei periodi subito dopo la nascita del bambino.
Sicuramente
la gravidanza è un periodo estremamente
delicato, sia fisicamente, che psicologicamente ed emotivamente.
E
dopo la nascita, cosa succede?
Il
dopo è una storia a parte, un gomitolo ingarbugliato di emozioni forti,
contrastanti, l’ampliamento definitivo del nostro percepire verso strade
sconosciute e spesso anche accidentate di dubbi, paure, gioie e sogni.
L’allattamento al seno fa sicuramente parte di questo momento e rappresenta
un’altra piccola sfida per la mamma.
Vi
ho già parlato qualche post fa del programma Nutrirsi da Mamma di Nestlé MATERNA, che permette a tutte noi di richiedere, mese dopo mese, un programma nutrizionale
personalizzato e studiato dai nutrizionisti A.I.Nut. La buona notizia è che
il programma non è dedicato solo alle mamme in gravidanza, ma anche a tutte le
mamme che allattano al seno. L’alimentazione infatti è fondamentale anche in
questo periodo sia per noi che per il nostro bambino. Ciò che mangiamo,
infatti, arriva anche al nostro bebè.
Nutrirsi
consapevolmente è un modo di pensare veramente materno.
Inoltre,
nel caso fossi piena di dubbi, come è giusto che sia durante l’allattamento, su
internet puoi trovare moltissime informazioni utili e consigli pratici che ti
possono aiutare e accompagnare giorno dopo giorno. Io, ad esempio, ho trovato
molto utili gli articoli di alcuni esperti, dove vengono facilmente spiegati alcuni
temi che attanagliano le neomamme: http://www.nestlebaby.it/sto-allattando/parola-allesperto
Nella
sua naturalezza, l’allattare al seno può rivelarsi anche una bella fatica per la
mamma: probabilmente perché si arriva da 9 impegnativi mesi di alta ingegneria
genetica e sicuramente perché adesso si ha la possibilità di dormire molto meno
rispetto a prima.
Intendiamoci,
la gravidanza e l’allattamento sono stati naturali della donna, ma che richiedono
una dose extra di energia. Una grande dose!
venerdì 13 novembre 2015
Bambini alla Scala.
Scartabellando l'internet alla ricerca di non so cosa, sono atterrata sulla pagina del Teatro La Scala di Milano.
Non ci sono mai andata.
Un po' mi dispiace, è che nella mia mania di protagonismo mi sono sempre detta che ci sarei andata da invitata alla Prima.
Lo so.
Sono così.
Sono capace di dar retta a follie così per un tempo lunghissimo, immaginando perfino come mi vestirò, come arriverò a teatro e che serata sarà.
Se puoi immaginarlo, puoi farlo. Che è una balla pazzesca, ma non è male crederci di tanto in tanto.
Comunque, non è della mia pazzia che volevo dirvi.
Mentre aspetto fiduciosa il mio invito alla Prima, potrei fare un sopralluogo insieme a Cig.
Anche quest'anno La Scala Propone la rassegna Grandi spettacoli per piccoli.
Due opere: La Cenerentola di Rossini e il Flauto Magico d Mozart.
Un balletto: lo Schiaccianoci di Čajkovskij
Vari concerti
La brochure del programma completo la trovate qui
Il biglietto per gli under 18 sarà di 1€, per gli accompagnatori variano da 20 a 48 €
Stavo pensando al Flauto Magico, che lo so che sulla Cenerentola mi direbbe che l'ho portato a vedere una cosa da femmine.
E' anche un'opera che mi piace che ho ascoltato spesso durante la gravidanza, che lo dicono che Mozart fa benissimo ai bambini in arrivo. Molto più di AcDc e Linkin Park, dicono.
Gli spettacoli durano circa un'ora, unità di tempo gestibile secondo me: tra l'effetto sorpresa, la curiosità del mai visto, la musica, il posto nuovo, i colori e le luci dovrebbe passare abbastanza velocemente e con pochissime minacce.
L'idea mi piace, avvicinarsi alla musica e al teatro fin da piccoli è solo positivo.
E poi sai che bella esperienza :)
Per informazioni e prenotazioni:
Biglietteria centrale - Galleria del Sagrato, MM Duomo (tutti i giorni, ore 12-18)
Infotel Scala 02 72003744 (tutti i giorni, ore 9-18)
Per le scuole: Servizio Promozione Culturale.
I biglietti sono acquistabili anche on line: www.teatroallascala.org
Non ci sono mai andata.
Un po' mi dispiace, è che nella mia mania di protagonismo mi sono sempre detta che ci sarei andata da invitata alla Prima.
Lo so.
Sono così.
Sono capace di dar retta a follie così per un tempo lunghissimo, immaginando perfino come mi vestirò, come arriverò a teatro e che serata sarà.
Se puoi immaginarlo, puoi farlo. Che è una balla pazzesca, ma non è male crederci di tanto in tanto.
Comunque, non è della mia pazzia che volevo dirvi.
Mentre aspetto fiduciosa il mio invito alla Prima, potrei fare un sopralluogo insieme a Cig.
Anche quest'anno La Scala Propone la rassegna Grandi spettacoli per piccoli.
Due opere: La Cenerentola di Rossini e il Flauto Magico d Mozart.
Un balletto: lo Schiaccianoci di Čajkovskij
Vari concerti
La brochure del programma completo la trovate qui
Il biglietto per gli under 18 sarà di 1€, per gli accompagnatori variano da 20 a 48 €
Stavo pensando al Flauto Magico, che lo so che sulla Cenerentola mi direbbe che l'ho portato a vedere una cosa da femmine.
E' anche un'opera che mi piace che ho ascoltato spesso durante la gravidanza, che lo dicono che Mozart fa benissimo ai bambini in arrivo. Molto più di AcDc e Linkin Park, dicono.
Gli spettacoli durano circa un'ora, unità di tempo gestibile secondo me: tra l'effetto sorpresa, la curiosità del mai visto, la musica, il posto nuovo, i colori e le luci dovrebbe passare abbastanza velocemente e con pochissime minacce.
L'idea mi piace, avvicinarsi alla musica e al teatro fin da piccoli è solo positivo.
E poi sai che bella esperienza :)
Per informazioni e prenotazioni:
Biglietteria centrale - Galleria del Sagrato, MM Duomo (tutti i giorni, ore 12-18)
Infotel Scala 02 72003744 (tutti i giorni, ore 9-18)
Per le scuole: Servizio Promozione Culturale.
tel. 02 88792013
fax 02 88792016
email ipiccoliallopera@fondazionelascala.it
fax 02 88792016
email ipiccoliallopera@fondazionelascala.it
I biglietti sono acquistabili anche on line: www.teatroallascala.org
lunedì 9 novembre 2015
Bordocampo.
Domenica mattina ho debuttato ufficialmente nella squadra, numerosissima, dei genitori a bordo campo. Genitori di under 6, mica genitori qualunque.
Mentre Cig calcava il suo primo microcampo da rugby in partita, noi eravamo lì trepidanti, emozionati a battere le mani.
Perchè è chiaro che batti le mani, ti commuovi, fai il tifo, cerchi di restare concentrata, ma, diciamocelo, divaghi anche un po'.
Non fate gli entusiasti a oltranza, che tanto non ci credo che seguite ogni secondo di gioco, compresi i time-out.
Passata l'onda emotiva del oh cuore di mamma come sei diventato grande, come stai bene con la divisa della squadra e (quasi) non corri più come un paperotto sghembo, subentrano altre riflessioni.
Che magari sono anche le vostre, su altri sport e in altri bordocampo.
Cig non ha ancora la benchè minima idea a quale gioco stia giocando. Potrebbe essere tutto: da strega impalata a 1-2-3 stella. Però si diverte, l'importante è questo.
Del mistero fitto del paradenti in mano anzichè in bocca.
Mai avrei immaginato di incitare il mio bambino, ossa delle mie ossa, a buttarsi nella mischia.
A bambino che corre veloce e serissimo, corrisponde genitore altrettanto serio e resistente.
A mamma cialtrona, corrisponde bimbo che si ferma a salutare.
A bambino che va in meta precisissimo, corrispondono genitori coach.
A genitori seduti a prendere il bel sole di ieri in faccia, corrisponde Cig.
Ma adesso sarà così tutte le domeniche?
A ogni "Concetrato, forza, corri" gridato dal genitore perfetto di fianco a me al pargolo 5enne, ho provato un misto tra ammirazione e voglia di portare Cig a prendere un gelato, subito.
A ogni "la cosa più importante è divertirsi" ripetuta da un allenatore o un arbitro ho provato gratitudine.
Dalle 9.30 alle 14 è troppo. Bisognerà organizzarsi in turni.
Ah, quindi c'è un comitato mamme che prepara torte per il terzo tempo?
Escogitare piano per non farsi intercettare dalle mamme delle torte.
Le mamme incaricate di servire i bimbi a tavola difenderanno pignatta e mescolo a ogni costo, deve essere su questa base che le selezionano. Sono salva.
Il terzo tempo è meraviglioso. Ci si può iscrivere solo a quello? Cig ha mangiato tutto, chiedendo il bis e chiacchierando con gli altri.
E' stata una domenica bellissima.
Voi a quale bordocampo state di solito?
Mentre Cig calcava il suo primo microcampo da rugby in partita, noi eravamo lì trepidanti, emozionati a battere le mani.
Perchè è chiaro che batti le mani, ti commuovi, fai il tifo, cerchi di restare concentrata, ma, diciamocelo, divaghi anche un po'.
Non fate gli entusiasti a oltranza, che tanto non ci credo che seguite ogni secondo di gioco, compresi i time-out.
Passata l'onda emotiva del oh cuore di mamma come sei diventato grande, come stai bene con la divisa della squadra e (quasi) non corri più come un paperotto sghembo, subentrano altre riflessioni.
Che magari sono anche le vostre, su altri sport e in altri bordocampo.
Cig non ha ancora la benchè minima idea a quale gioco stia giocando. Potrebbe essere tutto: da strega impalata a 1-2-3 stella. Però si diverte, l'importante è questo.
Del mistero fitto del paradenti in mano anzichè in bocca.
Mai avrei immaginato di incitare il mio bambino, ossa delle mie ossa, a buttarsi nella mischia.
A bambino che corre veloce e serissimo, corrisponde genitore altrettanto serio e resistente.
A mamma cialtrona, corrisponde bimbo che si ferma a salutare.
A bambino che va in meta precisissimo, corrispondono genitori coach.
A genitori seduti a prendere il bel sole di ieri in faccia, corrisponde Cig.
Ma adesso sarà così tutte le domeniche?
A ogni "Concetrato, forza, corri" gridato dal genitore perfetto di fianco a me al pargolo 5enne, ho provato un misto tra ammirazione e voglia di portare Cig a prendere un gelato, subito.
A ogni "la cosa più importante è divertirsi" ripetuta da un allenatore o un arbitro ho provato gratitudine.
Dalle 9.30 alle 14 è troppo. Bisognerà organizzarsi in turni.
Ah, quindi c'è un comitato mamme che prepara torte per il terzo tempo?
Escogitare piano per non farsi intercettare dalle mamme delle torte.
Le mamme incaricate di servire i bimbi a tavola difenderanno pignatta e mescolo a ogni costo, deve essere su questa base che le selezionano. Sono salva.
Il terzo tempo è meraviglioso. Ci si può iscrivere solo a quello? Cig ha mangiato tutto, chiedendo il bis e chiacchierando con gli altri.
E' stata una domenica bellissima.
Voi a quale bordocampo state di solito?
venerdì 6 novembre 2015
Ordine s(com)parso
Il treno dei pensieri :) (InsideOut -Pixar) |
Il periodo è intenso, di quell'intensità centrifuga che non cerchi tu, ma ti piomba addosso tipo tornado e si salvi chi può.
Lamentarsi mai, viaggiare sempre, biglietto in mano, il naso in sù alla ricerca del binario giusto, sperando di non vedere ritardi, contrattempi, tempo che passa. Che il tempo è prezioso: ho pigiamini da infilare, storie della buonanotte da raccontare, GF con cui chiacchierare, condividere, immaginare. Che poi io immagino sempre ristrutturazioni complete di casa quando sono stanca, vai a capire.
Avrei anche il tai chi la mia passione, nuove ricette di cucina da provare e la passione più grande per la scrittura, avrei qualche commissione da fare, diversi libri da leggere, uno smalto nuovo da provare, un paio di blog a cui stare dietro.
Forse troppe cose, potrei rinunciare allo smalto in effetti, che tanto non ho mai imparato a metterlo bene.
Certo, il treno ha il vantaggio indiscusso di darti la possibilità di pensare.
Sto pensando tantissimo in questo periodo. Pensieri estemporanei e altri riccorrenti.
Ho fatto una classifica immaginaria, serissima e assolutamente ordinata in ordine sparso.
Ma la lavatrice l'ho solo caricata o l'ho fatta anche partire?
Dov'era il gatto quando sono uscita stamattina? NELL'ARMADIO ODDIO ERA NELL'ARMADIO (segue telefonata a casa)
Non ho messo la merenda nello zainetto di Cig. Veramente non so neppure dove sia lo zainetto di Cig.
Dovrei riordinare profondamente la camera di Cig. Bonificarla, proprio. Abbatterla e ricostruirla, sì, è la soluzione migliore.
Ho preso il treno sbagliato, merda (capita uh se capita)
Chissà Cig cosa sta facendo.
Ma domani, dove devo andare?
Non c'è campo.
Non c'è rete.
Non funziona la presa di corrente.
Addio.
Mare.
Aria.
Camminare.
Lista della spesa.
Wild boys, like a virgin e madonna quanto tempo è passato.
Stasera riso e verdure. No pasta, va. Vabbè, tanto torno che hanno già cenato.
Cig non trova più il suo T-Rex e io gli racconto che si è estinto come tutti i dinosauri. che mamma scorretta (e rido).
Cig.
Cig.
Siamo in arrivo A. Con quella A così marcata che ti fa sobbalzare sul sedile.
Ciao.
giovedì 29 ottobre 2015
Cose che le mamme direbbero volentieri, ma sono troppo mamme.
L'altro giorno ero in treno, tanto per cambiare, e leggevo un post di Enrica Tesio, che se non la conoscete vi metto in castigo.
Enrica è bravissima.
Sa cogliere e tradurre ciò che noi ci limitiamo a intuire senza neppure troppa consapevolezza.
Leggevo e ridevo.
In treno si nota moltissimo se una legge e ride da sola.
Pazienza.
Peggio per loro che in treno lavorano e basta e stanno incastrati e ingrugniti sui loro sedili (scomodi).
Il post era questo: cose che i bambini ci direbbero volentieri, ma sono troppo educati pubblicato sull'inarrivabile blog Ti Asmo.
Ridevo l'ho detto, ma poichè il treno tira sempre fuori il peggio di me, rispondevo mentalmente a tutte le cose che i bambini ci direbbero. Vorrei vedere voi alla sesta ora di treno della giornata e alla milamillesima della settimana.
Leggete il post di Enrica. Poi il mio, che tanto sono senza vergogna e volentieri lo condivido con voi.
"Mio figlio non mi mangia" e caro mio non metterla su antichi rancori. Mi suggerisci di andare avanti e andiamoci. Io di qua e tu di là, torna pure quando hai fame. Ti aspetto. Baci, la mamma
Quando dico che sto per arrabbiarmi non lo dico per spoilerarti l'urlo che deflaglerà a breve, credimi. In realtà non sto neanche parlando con te, ma con me. Per ricordarmi che tu sei la bambino e io la mamma e non si può buttarla in rissa (purtroppo).
Se ti chiedo cosa vuoi mangiare è per abituarti a pensare a cosa effettivamente mangi, non perchè ho la sindrome del commis di cucina. Se non ti va di rispondere puoi succhiarti l'alluce e poi chiedermi la pasta in bianco, come sempre. Con amore, la mamma.
Non si fa di parlare di te come se non fossi nella stanza. E' che tu sei sempre nella stanza. Capisci? Dai, vai di là a giocare.
Lo so, pensi di essere il nostro argomento preferito al mondo. Beata innoncenza.
Accetta che non si deve fare la spia e neppure alzare le mani. Non per questioni strettamente etiche, ma perchè in entrambe i casi poi devo intervenire io. E 99/100 non ne ho proprio voglia.
"Vai a giocare con quel bambino, fate amicizia" detto al parco non va preso del tutto alla lettera. La parte importante è "Vai a giocare", quella che non ti posso dire è "che mamma vuole stare in santissima pace a leggere, qui sulla panchina"
Se ti do indicazioni su velocità da mantenere sui gradini o mentre scendi dall'auto, è perchè se ti fai male io davvero non saprei come soccorrerti. Questa è la verità.
Se ti ho lasciato intendere che mi piacesse aspirarti la roba dal naso chiedo scusa, ho proprio sbagliato. Ciò non ti autorizza in ogni caso a toccare qualunque cosa, soprattutto finchè ti succhi ancora il pollice. Lo dico per te eh.
Se mi sentissi dire "la mamma è tanto triste quando fai così", in terza persona, mentre inculco un senso di colpa che non ti leverai più, ti autorizzo a chiamare Hulk in tua difesa.
Bacio e dormi. Funziona benissimo da sempre con te e di questo ti sarò eternamente grata.
Sei sempre attaccato a uno schermo. Come me. Non vedo l'ora che impari a scrivere per whatsapparmi anzichè chiamarmi ogni 30 secondi.
Non ti do soprannomi, non li do mai a nessuno. Vivo nel terrore di dimenticarmi il nome vero, evito.
La saliva per pulire fa schifo.
Sospetto che tu conoscessi Estivil ancora prima di venire al mondo, per questo hai sempre dormito da solo e senza storie. Un giorno mi racconterai.
Fai il bambino piccolo finchè vuoi, figurati. Di conseguenza farò la mamma di un bimbo piccolo. Vedi tu.
I regali, raggiungiamo un accordo: quelli rumorosi ok, ma senza pile. Oppure le pile, ma senza gioco intorno.
Il gelato è tuo. Io sono vegana e ti va di lusso, credimi.
Detesto andare al grande magazzino. Mi dispiace, niente scale mobili. Gne gne.
Questa cosa del plurare è inquietante, tirami un calcio se dovessi parlare così. Capirò e non ci saranno conseguenze, promesso.
Fai il timido. Se facessi lo stronzo sarei molto più preoccupata.
Giocare è una roba seria. Mamma invece è una cialtrona pazzesca, incapace di concentrarsi, quindi no, non può fare la Vedova Nera degli Avengers. E' anche una questione di rispetto verso papà, sai?
Dolcemente rompipalle? Davvero mi trovi dolce? Uhm, qualcosa non sta andando nel verso giusto.
Le supposte. Finchè non impari a deglutire le gocce o lo sciroppo senza vomitarle subito, manco fossimo nel remake venuto male de L'esorcista. Fai tu. Non dico altro.
PS. Enrica perdonami, non sempre so quello che faccio.
Enrica è bravissima.
Sa cogliere e tradurre ciò che noi ci limitiamo a intuire senza neppure troppa consapevolezza.
Leggevo e ridevo.
In treno si nota moltissimo se una legge e ride da sola.
Pazienza.
Peggio per loro che in treno lavorano e basta e stanno incastrati e ingrugniti sui loro sedili (scomodi).
Il post era questo: cose che i bambini ci direbbero volentieri, ma sono troppo educati pubblicato sull'inarrivabile blog Ti Asmo.
Ridevo l'ho detto, ma poichè il treno tira sempre fuori il peggio di me, rispondevo mentalmente a tutte le cose che i bambini ci direbbero. Vorrei vedere voi alla sesta ora di treno della giornata e alla milamillesima della settimana.
Leggete il post di Enrica. Poi il mio, che tanto sono senza vergogna e volentieri lo condivido con voi.
"Mio figlio non mi mangia" e caro mio non metterla su antichi rancori. Mi suggerisci di andare avanti e andiamoci. Io di qua e tu di là, torna pure quando hai fame. Ti aspetto. Baci, la mamma
Quando dico che sto per arrabbiarmi non lo dico per spoilerarti l'urlo che deflaglerà a breve, credimi. In realtà non sto neanche parlando con te, ma con me. Per ricordarmi che tu sei la bambino e io la mamma e non si può buttarla in rissa (purtroppo).
Se ti chiedo cosa vuoi mangiare è per abituarti a pensare a cosa effettivamente mangi, non perchè ho la sindrome del commis di cucina. Se non ti va di rispondere puoi succhiarti l'alluce e poi chiedermi la pasta in bianco, come sempre. Con amore, la mamma.
Non si fa di parlare di te come se non fossi nella stanza. E' che tu sei sempre nella stanza. Capisci? Dai, vai di là a giocare.
Lo so, pensi di essere il nostro argomento preferito al mondo. Beata innoncenza.
Accetta che non si deve fare la spia e neppure alzare le mani. Non per questioni strettamente etiche, ma perchè in entrambe i casi poi devo intervenire io. E 99/100 non ne ho proprio voglia.
"Vai a giocare con quel bambino, fate amicizia" detto al parco non va preso del tutto alla lettera. La parte importante è "Vai a giocare", quella che non ti posso dire è "che mamma vuole stare in santissima pace a leggere, qui sulla panchina"
Se ti do indicazioni su velocità da mantenere sui gradini o mentre scendi dall'auto, è perchè se ti fai male io davvero non saprei come soccorrerti. Questa è la verità.
Se ti ho lasciato intendere che mi piacesse aspirarti la roba dal naso chiedo scusa, ho proprio sbagliato. Ciò non ti autorizza in ogni caso a toccare qualunque cosa, soprattutto finchè ti succhi ancora il pollice. Lo dico per te eh.
Se mi sentissi dire "la mamma è tanto triste quando fai così", in terza persona, mentre inculco un senso di colpa che non ti leverai più, ti autorizzo a chiamare Hulk in tua difesa.
Bacio e dormi. Funziona benissimo da sempre con te e di questo ti sarò eternamente grata.
Sei sempre attaccato a uno schermo. Come me. Non vedo l'ora che impari a scrivere per whatsapparmi anzichè chiamarmi ogni 30 secondi.
Non ti do soprannomi, non li do mai a nessuno. Vivo nel terrore di dimenticarmi il nome vero, evito.
La saliva per pulire fa schifo.
Sospetto che tu conoscessi Estivil ancora prima di venire al mondo, per questo hai sempre dormito da solo e senza storie. Un giorno mi racconterai.
Fai il bambino piccolo finchè vuoi, figurati. Di conseguenza farò la mamma di un bimbo piccolo. Vedi tu.
I regali, raggiungiamo un accordo: quelli rumorosi ok, ma senza pile. Oppure le pile, ma senza gioco intorno.
Il gelato è tuo. Io sono vegana e ti va di lusso, credimi.
Detesto andare al grande magazzino. Mi dispiace, niente scale mobili. Gne gne.
Questa cosa del plurare è inquietante, tirami un calcio se dovessi parlare così. Capirò e non ci saranno conseguenze, promesso.
Fai il timido. Se facessi lo stronzo sarei molto più preoccupata.
Giocare è una roba seria. Mamma invece è una cialtrona pazzesca, incapace di concentrarsi, quindi no, non può fare la Vedova Nera degli Avengers. E' anche una questione di rispetto verso papà, sai?
Dolcemente rompipalle? Davvero mi trovi dolce? Uhm, qualcosa non sta andando nel verso giusto.
Le supposte. Finchè non impari a deglutire le gocce o lo sciroppo senza vomitarle subito, manco fossimo nel remake venuto male de L'esorcista. Fai tu. Non dico altro.
PS. Enrica perdonami, non sempre so quello che faccio.
lunedì 26 ottobre 2015
Esperienze.
- Mamma, ma tu cosa devi fare qui?
- Sai che la mamma ogni tanto scrive storie?
- Sì sì
- Oggi lo dico anche a tutte queste persone che mi piace scrivere le storie e quindi vado su quel palco lì.
- Uuuuh, vai vai allora.
Ieri Cig e GF mi hanno accompagnata alla mia prima volta da scrittrice: ero con EmmaBooks, editore femminile e digitale che ha pubblicato due miei racconti, a un appuntamento di Bookcity, la settimana di libri e scrittori che ogni anno di questi tempi popola Milano.
Con me naturalmente c'erano le altre Emme, ognuna di noi con il proprio racconto di cui parlare.
Ero tanto emozionata.
Ero tanto contenta.
Ero parecchio incredula che stesse capitando proprio a me.
Sono così contenta che credo durerà un po', tipo incantesimo e comunque è una di quelle cose che so che ricorderò sempre, nel tempo a venire.
Chissà se anche Cig se lo ricorderà o se mai avrà voglia di leggere ciò che scrivo e questo blog?
Ogni tanto mi chiedo che tipo di ricordi gli stiamo dando.
Ricorderà selettivamente solo la mamma che lavora, che ultimante esce presto e torna tardi, o ricorderà anche le storie che gli racconto, la mia passione per la scrittura, i tanti libri in giro per casa?
Ricorderà i nostri no all'ennesimo "mi compri?" o di più tutte le risate che ci facciamo?
Resistono di più i pensieri negativi o quelli belli?
Bah, lo scopriremo.
Intanto seminiamo.
Esperienze miste, diverse, assortite.
Che più che riempire il tempo, è importante suggerire strade.
Siete d'accordo? :)
- Sai che la mamma ogni tanto scrive storie?
- Sì sì
- Oggi lo dico anche a tutte queste persone che mi piace scrivere le storie e quindi vado su quel palco lì.
- Uuuuh, vai vai allora.
Ieri Cig e GF mi hanno accompagnata alla mia prima volta da scrittrice: ero con EmmaBooks, editore femminile e digitale che ha pubblicato due miei racconti, a un appuntamento di Bookcity, la settimana di libri e scrittori che ogni anno di questi tempi popola Milano.
Con me naturalmente c'erano le altre Emme, ognuna di noi con il proprio racconto di cui parlare.
Ero tanto emozionata.
Ero tanto contenta.
Ero parecchio incredula che stesse capitando proprio a me.
Sono così contenta che credo durerà un po', tipo incantesimo e comunque è una di quelle cose che so che ricorderò sempre, nel tempo a venire.
Chissà se anche Cig se lo ricorderà o se mai avrà voglia di leggere ciò che scrivo e questo blog?
Ogni tanto mi chiedo che tipo di ricordi gli stiamo dando.
Ricorderà selettivamente solo la mamma che lavora, che ultimante esce presto e torna tardi, o ricorderà anche le storie che gli racconto, la mia passione per la scrittura, i tanti libri in giro per casa?
Ricorderà i nostri no all'ennesimo "mi compri?" o di più tutte le risate che ci facciamo?
Resistono di più i pensieri negativi o quelli belli?
Bah, lo scopriremo.
Intanto seminiamo.
Esperienze miste, diverse, assortite.
Che più che riempire il tempo, è importante suggerire strade.
Siete d'accordo? :)
martedì 20 ottobre 2015
Mai più senza ketchup
In casa può mancare tutto, ma non il ketchup.
Cig lo usa su tutto, o comunque vuole vederlo lì, nel piatto, tipo copertina di linus in versione cibo.
Non c'è altro che regga il confronto, non c'è nulla che possa sostituirlo e il ricciolo minuscolo di maionese che ho messo ieri più per decorare il piatto che per altro è stato preso come un'offesa.
"La maionese non mi piace, io voglio solo il ketchup, toglila mi da fastidio" niente meno, e poi quella deriva lì di risposte un po' supponenti e parecchio indisponenti che Cig ogni tanto da, come fossimo già in adolescenza. Ma vabbè, questo è un altro cruccio, quello di oggi è che ho finito il ketchup.
E anche che non avrò tempo oggi di andarlo a comprare e da una facile previsione non avrò tempo almeno fino a sabato e ... ok, ultimamente vado in ansia con poco, lo riconosco.
E poi, ma sapete quanto zucchero c'è dentro il ketchup? Roba quasi da saint-honorè, ma mica viene in mente a nessuno di mangiare la saint-honorè con l'hamburger. Dell'ansia vi ho appena detto, abbiate pazienza.
Ho deciso quindi di fare il ketchup in casa.
Con un po' di pomodoro e tempo è possibile e, dalla lista ingredienti, anche molto saporito.
La ricetta che mi ha convinto di più l'ho trovata su giallozafferano, sito che per me, insieme a La cucina italiana, è tipo la mano santa, il deus ex machina, il supereroe che mi toglie dagli impicci.
Gli ingredienti di GialloZafferano:
Olio (100ml); 1 cipolla; alloro; chiodi di garofano; zucchero (100gr); zenzero (un pezzettino grattuggiato); 1 carota; 2 spicchi di aglio; timo; aceto (100ml); sale; 1 gambo di sedano; 800gr di polpa di pomodoro; cannella (un pezzettino di stecca); 1 cucchiaino di senape in grani; 1 cucchiaino di maizena.
Gli ingredienti che userò io per renderlo più bimbofriendly:
Cig lo usa su tutto, o comunque vuole vederlo lì, nel piatto, tipo copertina di linus in versione cibo.
Non c'è altro che regga il confronto, non c'è nulla che possa sostituirlo e il ricciolo minuscolo di maionese che ho messo ieri più per decorare il piatto che per altro è stato preso come un'offesa.
"La maionese non mi piace, io voglio solo il ketchup, toglila mi da fastidio" niente meno, e poi quella deriva lì di risposte un po' supponenti e parecchio indisponenti che Cig ogni tanto da, come fossimo già in adolescenza. Ma vabbè, questo è un altro cruccio, quello di oggi è che ho finito il ketchup.
E anche che non avrò tempo oggi di andarlo a comprare e da una facile previsione non avrò tempo almeno fino a sabato e ... ok, ultimamente vado in ansia con poco, lo riconosco.
E poi, ma sapete quanto zucchero c'è dentro il ketchup? Roba quasi da saint-honorè, ma mica viene in mente a nessuno di mangiare la saint-honorè con l'hamburger. Dell'ansia vi ho appena detto, abbiate pazienza.
Ho deciso quindi di fare il ketchup in casa.
Con un po' di pomodoro e tempo è possibile e, dalla lista ingredienti, anche molto saporito.
La ricetta che mi ha convinto di più l'ho trovata su giallozafferano, sito che per me, insieme a La cucina italiana, è tipo la mano santa, il deus ex machina, il supereroe che mi toglie dagli impicci.
Gli ingredienti di GialloZafferano:
Olio (100ml); 1 cipolla; alloro; chiodi di garofano; zucchero (100gr); zenzero (un pezzettino grattuggiato); 1 carota; 2 spicchi di aglio; timo; aceto (100ml); sale; 1 gambo di sedano; 800gr di polpa di pomodoro; cannella (un pezzettino di stecca); 1 cucchiaino di senape in grani; 1 cucchiaino di maizena.
Gli ingredienti che userò io per renderlo più bimbofriendly:
800gr di polpa di pomodoro; olio, aceto di mele, cipolla, carota; zenzero in polvere (meno forte di quello fresco), senape in grani; timo; maizena o fecola per addensare, miele al posto dello zucchero, sale.
Meno spezie, per un gusto appena più pomodoroso; miele per una dolcezza più rotonda e più sana.
Procedimento (con i miei ingredienti):
Tritare insieme la cipolla, la carota e farli appassire nell'olio; aggiungere quindi il timo e lo zenzero, la polpa di pomodoro e far cuocere per circa 20 minuti. Aggiungere ora l’aceto, il cucchiaino di maizena sciolto in poca acqua, la senape in polvere e il miele e il cucchiaino di sale portando il tutto all’ebollizione: far cuocere per 1 ora e mezza a fuoco basso, aggiungendo eventualmente poca acqua per non farlo asciugare troppo. La cottura lunga fa sfumare bene l'aceto e addensare la salsa fino alla consisetnza voluta.
A fine cottura passare al passaverdura, io non ce l'ho quindi lascio a voi l'opzione ;) Frullare il tutto, per ottenere una consistenza cremosa e senza "corpi estranei".
La salsa si conserva a lungo nel frigorifero, se non c'è Cig nelle vicinanze.
Se è buona ve lo farò dire da lui ;)
Cosa non può mai mancare in casa vostra e che quindi avete imparato a fare da soli?
Meno spezie, per un gusto appena più pomodoroso; miele per una dolcezza più rotonda e più sana.
Procedimento (con i miei ingredienti):
Tritare insieme la cipolla, la carota e farli appassire nell'olio; aggiungere quindi il timo e lo zenzero, la polpa di pomodoro e far cuocere per circa 20 minuti. Aggiungere ora l’aceto, il cucchiaino di maizena sciolto in poca acqua, la senape in polvere e il miele e il cucchiaino di sale portando il tutto all’ebollizione: far cuocere per 1 ora e mezza a fuoco basso, aggiungendo eventualmente poca acqua per non farlo asciugare troppo. La cottura lunga fa sfumare bene l'aceto e addensare la salsa fino alla consisetnza voluta.
A fine cottura passare al passaverdura, io non ce l'ho quindi lascio a voi l'opzione ;) Frullare il tutto, per ottenere una consistenza cremosa e senza "corpi estranei".
La salsa si conserva a lungo nel frigorifero, se non c'è Cig nelle vicinanze.
Se è buona ve lo farò dire da lui ;)
Cosa non può mai mancare in casa vostra e che quindi avete imparato a fare da soli?
venerdì 16 ottobre 2015
Pensieri in trasferta.
- Mamma sono tanto preoccupato - la vocina è al telefono e sembra davvero turbato il mio Cig.
- Uh, Cig, perchè tesoro? - cammino in un corso ormai vuoto e bagnato di pioggia, a Civitanova.
- Perchè è buio e tu non sei ancora tornata, mamma.
Secondo voi come si sente una mamma in trasferta?
- Beh, Cig, te l'avevo raccontato che andavo più lontano del solito per lavoro e che quindi dormivo via, ti ricordi?
- Ah già sì, allora ciao, ci sono i cartoni di Tom e Jerry.
Ecco, dovrei imparare tantissimo dalla reattività di Cig, dal suo basta un attimo per rimettere a posto tutto e dormire tranquilli.
In realtà l'altra sera, dopo quella telefonata, proprio tranquilla non sono stata più.
Davvero si preoccupa? E cosa comporterà questa giovanissima preoccupazione?
Probabilmente niente, probabilmente se oggi gli chiedessi come mai era preoccupato neppure se lo ricorda più.
O magari un giorno adolescente mi urlerà "Tu non c'eri mai" e sbatterà qualche porta,
Chi lo sa.
La domanda che mi sono fatta subito dopo è stata: ma io dove voglio essere, in questo corso deserto o a casa a raccogliere supereroi sparpagliati per terra?
La verità è che il mio lavoro mi piace, ma gli anni passano, divento più sentimentale e mi stanco di più, fisicamente proprio e anche mentalmente, che dopo tanti anni a parlare, avrei voglia di anni più riflessivi e silenziosi.
Anche raccogliere supereroi però mi fiacca moltissimo, magari per altri versi e con altri pensieri.
Quindi non una vera risposta non me la sono data.
Il cambiamento verrà, sta maturando e comunque niente resta mai com'è.
Ma in che in direzione mi porterà ancora non riesco a immaginare, nè da che parte arriverà.
So solo che tutto cambia, prima o poi.
- Uh, Cig, perchè tesoro? - cammino in un corso ormai vuoto e bagnato di pioggia, a Civitanova.
- Perchè è buio e tu non sei ancora tornata, mamma.
Secondo voi come si sente una mamma in trasferta?
- Beh, Cig, te l'avevo raccontato che andavo più lontano del solito per lavoro e che quindi dormivo via, ti ricordi?
- Ah già sì, allora ciao, ci sono i cartoni di Tom e Jerry.
Ecco, dovrei imparare tantissimo dalla reattività di Cig, dal suo basta un attimo per rimettere a posto tutto e dormire tranquilli.
In realtà l'altra sera, dopo quella telefonata, proprio tranquilla non sono stata più.
Davvero si preoccupa? E cosa comporterà questa giovanissima preoccupazione?
Probabilmente niente, probabilmente se oggi gli chiedessi come mai era preoccupato neppure se lo ricorda più.
O magari un giorno adolescente mi urlerà "Tu non c'eri mai" e sbatterà qualche porta,
Chi lo sa.
La domanda che mi sono fatta subito dopo è stata: ma io dove voglio essere, in questo corso deserto o a casa a raccogliere supereroi sparpagliati per terra?
La verità è che il mio lavoro mi piace, ma gli anni passano, divento più sentimentale e mi stanco di più, fisicamente proprio e anche mentalmente, che dopo tanti anni a parlare, avrei voglia di anni più riflessivi e silenziosi.
Anche raccogliere supereroi però mi fiacca moltissimo, magari per altri versi e con altri pensieri.
Quindi non una vera risposta non me la sono data.
Il cambiamento verrà, sta maturando e comunque niente resta mai com'è.
Ma in che in direzione mi porterà ancora non riesco a immaginare, nè da che parte arriverà.
So solo che tutto cambia, prima o poi.
martedì 13 ottobre 2015
Il bello di parlare da soli.
Snoopy parla spesso da solo ;) |
- E cosa fai come me? - curiosa io
- Parlo da solo.
Ecco. Ci sono pieghe del carattere, semini piccoli di follia che si seminano senza neppure rendersene conto.
E' vero. Parlo da sola. Tra me e me, mentre faccio le cose di solito, per non dimenticarmi di fare le altre.
- Uh, e cosa ti dici?
- A volte mi racconto delle storie, altre mi ricordo cose o provo delle parole. Ma io parlo pianissimo, non mi faccio sentire- e ride.
Perchè io invece sono meno discreta, soprattutto in casa e non è raro che arrivino Cig o GF a chiedermi cosa ho detto. E vabbè dai, lo faccio da sempre, non mi hanno ancora internata.
- Ma è una cosa bella o brutta parlare da soli? - mi chiede poi preoccupato.
Ci sono buone notizie, per Cig, per me, per tutti quelli che si intrattengono in amorevole conversazione con se stessi.
Leggevo un articolo stamattina in metropolitana e voglio proprio ricordarmi di dirlo a Cig stasera.
Era sull'Huffingtonpost di ieri, lo trovate qui e i motivi per cui chi parla da solo è più intelligente sono ben 5. Mica uno.
Parlare da soli aumenta l'autostima e solidifica ciò che pensiamo.
Ripetere ad alta voce ciò che stiamo cercando, rende più facile il trovarlo. Certo dobbiamo sapere bene cosa stiamo cercando e non vagare a vuoto chiedendosi cosa diavolo.
Per i bambini è poi fondamentale: imparano a conoscere il mondo parlando dell proprie azioni. in questo modo ricorderanno più facilmente, per esempio, come avevano risolto un problema.
Parlare da soli aiuta ad organizazre i pensieri. A darsi delle priorità. A risolvere un dubbio o un problema.
Parlare da soli aiuta a raggiungere gli obbiettivi, come si legge nell'articolo: "Prefiggersi delle mete e poi partire per realizzarle può essere difficile, ripetendosi ciò per cui si sta lavorando diventa determinante.
Ripetersi passo passo perché si stanno facendo certe cose rende le azioni successive più fattibili e meno preoccupanti".
Ne aggiungo un sesto: parlare da soli tiene compagnia, in certi frangenti è consolatorio, in altri è proprio una buona compagnia ;)
E' una cosa bella Cig, non vedo l'ora di dirtelo.
venerdì 9 ottobre 2015
La guerra dei micro giochi.
Avevo sempre considerato l'edicola come un luogo piacevole.
Qualche spicciolo, due chiacchiere, un arrivederci, il sorriso, il quotidiano o magazine preferito in mano.
Ricordi da antica lo so.
Adesso l'edicola è tutt'altro, la vedo con occhi diversi, ne sento la minaccia.
In edicola vendono minigiochi, in bustine colorate. Dalle bamboline agli zombie, passando per dinosauri e supereroi, qualunque desiderio bambinesco può essere soddisfatto.
A prezzi esorbitanti, perché la media di 2,99€ a bustina è pura follia, per un cosino di plastica minuscolo, mediamente brutto e destinato all'oblio nel giro di un'ora al massimo.
Solo che.
La pubblicità martella.
I bambini chiedono, nonni e genitori cedono e nel giro di un attimo è epidemia.
La prima cosa che L ha detto a Cig stamattina, entrando all'asilo, è stata io oggi compro due Zombie e tu?
E noi?
Io mi oppongo, ma non basta.
Ci vuole una strategia precisa, che non provochi capricci per esempio, o la richiesta incessante, tipo goccia cinese, dai andiamo all'edicola, dai.
Al momento ho due soluzioni:
Non passo davanti al giornalaio, allungando la strada per tornare a casa.
Ci passo solo quando so che è chiuso, simulando un che peccato.
Dico no, un no convinto, alle richieste di Cig e alle bustine, qualunque cosa contengano.
Quest'ultima soluzione è la meno efficace, Cig difficilmente se ne sta con un no, per quanto categorico e accampa progetti di grandi e utilissime collezioni da fare.
Il fatto è che non sono collezionabili, ste cose.
Perché ne escono troppe contemporaneamente, perché le uscite terminano in fretta per lasciare spazio a una nuova ondata di piccole cose perfettamente inutili.
I bambini piccoli, poi, quelli più attratti e coinvolti da questa faccenda non hanno neppure il senso dello scambio: capita quindi di avere 3 microspiderman e tenerseli tutti, con delusione e soprattutto rinnovata volontà a comprare altre bustine.
Un inferno.
Proposta ai produttori di micro mini giochi in busta: metteteli almeno in bustine trasparenti; scriveteci sopra cosa c'è dentro; dateci un attimo di respiro.
Avrete plotoni di bimbi più felici e genitori meno sul piede di guerra.
Lo so, è una proposta tanto ingenua.
Comunque.
Voi che fate per difendervi dall'edicola? :)
Qualche spicciolo, due chiacchiere, un arrivederci, il sorriso, il quotidiano o magazine preferito in mano.
Ricordi da antica lo so.
Adesso l'edicola è tutt'altro, la vedo con occhi diversi, ne sento la minaccia.
In edicola vendono minigiochi, in bustine colorate. Dalle bamboline agli zombie, passando per dinosauri e supereroi, qualunque desiderio bambinesco può essere soddisfatto.
A prezzi esorbitanti, perché la media di 2,99€ a bustina è pura follia, per un cosino di plastica minuscolo, mediamente brutto e destinato all'oblio nel giro di un'ora al massimo.
Solo che.
La pubblicità martella.
I bambini chiedono, nonni e genitori cedono e nel giro di un attimo è epidemia.
La prima cosa che L ha detto a Cig stamattina, entrando all'asilo, è stata io oggi compro due Zombie e tu?
E noi?
Io mi oppongo, ma non basta.
Ci vuole una strategia precisa, che non provochi capricci per esempio, o la richiesta incessante, tipo goccia cinese, dai andiamo all'edicola, dai.
Al momento ho due soluzioni:
Non passo davanti al giornalaio, allungando la strada per tornare a casa.
Ci passo solo quando so che è chiuso, simulando un che peccato.
Dico no, un no convinto, alle richieste di Cig e alle bustine, qualunque cosa contengano.
Quest'ultima soluzione è la meno efficace, Cig difficilmente se ne sta con un no, per quanto categorico e accampa progetti di grandi e utilissime collezioni da fare.
Il fatto è che non sono collezionabili, ste cose.
Perché ne escono troppe contemporaneamente, perché le uscite terminano in fretta per lasciare spazio a una nuova ondata di piccole cose perfettamente inutili.
I bambini piccoli, poi, quelli più attratti e coinvolti da questa faccenda non hanno neppure il senso dello scambio: capita quindi di avere 3 microspiderman e tenerseli tutti, con delusione e soprattutto rinnovata volontà a comprare altre bustine.
Un inferno.
Proposta ai produttori di micro mini giochi in busta: metteteli almeno in bustine trasparenti; scriveteci sopra cosa c'è dentro; dateci un attimo di respiro.
Avrete plotoni di bimbi più felici e genitori meno sul piede di guerra.
Lo so, è una proposta tanto ingenua.
Comunque.
Voi che fate per difendervi dall'edicola? :)
lunedì 5 ottobre 2015
InsideOut visto a 4 anni: sig. Disney, bisogna sistemare qualcosina.
Siamo andati anche noi, Cig e io, a vedere InsideOut, sabato pomeriggio di pioggia e lagna dura senza paura.
Cig era da un tempo infinito che chiedeva di andare al cinema a vedere Rabbia "e quella verde che vuoi essere tu, mamma. come si chiama?"
"Disgusto, Cig"
"Ecco sì, lei"
A me la storia sembrava un filino complicata per un bambino di 4 anni e mezzo, ma vedi mai.
In sala ero in ansia.
"Mamma io lo guardo in piedi"
"Mamma lo guardo in braccio"
"Mamma ci vogliono i popcorn"
"Mamma pipì"
"Mamma"
Mi sembravano tutti segnali certi di disinteresse totale e vedrai che quando usciamo mi dice che è stato un po' noioso, che è la sua formula educata per dire che qualcosa gli ha fatto schifissimo.
Insieme ci siamo intrufolati tra le emozioni di Riley, la bimba protagonista del cartone, abbiamo volato nella sua memoria a lungo termine, curiosato nei ricordi base, abbiamo agito insieme a Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto; conosciuto l'amico immaginario dell'infanzia; visto cadere certezze e arrivarne di nuove, in una continua evoluzione di pensiero e azione, di ricordi e nuove cose, in un ritmo bello, che mi ha tenuta inchiodata alla sedia.
No vabbè, l'ho portato a fare pipì eh.
Sì abbiamo preso anche i popcorn, certo.
L'idea di raccontare le emozioni mi è piaciuta tanto, ho trovato poetico che all'inizio sia Gioia e sia prevalentemente Gioia per i primi anni di vita. Poi crescendo le cose si complicano, può anche succedere che Gioia si perda proprio e che debba intraprendere un viaggio lunghissimo per tornare al quartier generale, là dove le emozioni governano le nostre azioni e pensieri. Nel viaggio, che è poi il fatto centrale del film, Gioia è accompagnata da Tristezza, la non amica di sempre, quella da tenere alla larga, quella che con un solo gesto potrebbe trasformare un bel ricordo in un ricordo triste.
Ma è proprio così?
"Seee, chissà povero Cig cosa capisce" continuavo a pensare, tenendolo in braccio, per mano, controllando che non andasse a sedersi in braccio a qualcun altro, mentre cercavo di ripescare ricordi miei o di navigare tra le mie emozioni prevalenti e confermando che la scelta istintiva di Disgusto era proprio azzeccata.
"Mamma, mi è piciuto taaaantissimo" mi ha detto tenedomi per mano all'uscita
"Uuuh bene - sospirone mio di sollievo - e cosa ti è piaciuto di più?"
"Che a Rabbia esce il fuoco dalla testa quando si arrabbia e che non mi ha fatto paura come gli avengers. Però, davvero abbiamo tutte quelle cose nella testa?"
"Sì. Sono invisibili, ma ci sono. Le puoi sentire"
"Dovremmo averlo a casa il film, lo deve vedere anche papà e noi lo dobbiamo vedere di più, perchè è bellissimo: Comunque io sono Rabbia, che è uno davvero forte"
"E Gioia, dai non è meglio essere Gioia? Contento, sorridente, buon umore, quelle cose lì insomma..." speranzosissima che sono.
"Ma mamma, Gioia è una cosa da femmine!"
"Beh, no. E' anche da maschi"
"Ma va. Nel film è una femmina, che fa cose da femmina"
Non è un film facile, ma proprio per questo mi sa che ne parleremo a lungo.
Anche per sistemare la questione di Gioia.
Anzi, sig. Disney, visto che siamo qui, se proprio dovessi trovare un neo in un film tanto carino, le indicherei proprio questa cosa del "sesso" delle emozioni: ok che alloggiano tutte in una bimba e sono declinate al femminile, ma ci sarebbe voluto un contraltare maschile. Che se no qui passa la cosa che Gioia è da fenmmine e solo Rabbia, alla fine, è da maschi.
Lo sa, no?, sig Disney, che c'è un età che va dai 3 ai 13 anni in cui ogni cosa è divisa in due categorie: maschio/femmina.
A volte è dai 3 in sù, senza una fine.
Sarebbe importante sistemare questa cosuccia, per evitare confusioni.
Aspettiamo il sequel?
Cig era da un tempo infinito che chiedeva di andare al cinema a vedere Rabbia "e quella verde che vuoi essere tu, mamma. come si chiama?"
"Disgusto, Cig"
"Ecco sì, lei"
A me la storia sembrava un filino complicata per un bambino di 4 anni e mezzo, ma vedi mai.
In sala ero in ansia.
"Mamma io lo guardo in piedi"
"Mamma lo guardo in braccio"
"Mamma ci vogliono i popcorn"
"Mamma pipì"
"Mamma"
Mi sembravano tutti segnali certi di disinteresse totale e vedrai che quando usciamo mi dice che è stato un po' noioso, che è la sua formula educata per dire che qualcosa gli ha fatto schifissimo.
Insieme ci siamo intrufolati tra le emozioni di Riley, la bimba protagonista del cartone, abbiamo volato nella sua memoria a lungo termine, curiosato nei ricordi base, abbiamo agito insieme a Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto; conosciuto l'amico immaginario dell'infanzia; visto cadere certezze e arrivarne di nuove, in una continua evoluzione di pensiero e azione, di ricordi e nuove cose, in un ritmo bello, che mi ha tenuta inchiodata alla sedia.
No vabbè, l'ho portato a fare pipì eh.
Sì abbiamo preso anche i popcorn, certo.
L'idea di raccontare le emozioni mi è piaciuta tanto, ho trovato poetico che all'inizio sia Gioia e sia prevalentemente Gioia per i primi anni di vita. Poi crescendo le cose si complicano, può anche succedere che Gioia si perda proprio e che debba intraprendere un viaggio lunghissimo per tornare al quartier generale, là dove le emozioni governano le nostre azioni e pensieri. Nel viaggio, che è poi il fatto centrale del film, Gioia è accompagnata da Tristezza, la non amica di sempre, quella da tenere alla larga, quella che con un solo gesto potrebbe trasformare un bel ricordo in un ricordo triste.
Ma è proprio così?
"Seee, chissà povero Cig cosa capisce" continuavo a pensare, tenendolo in braccio, per mano, controllando che non andasse a sedersi in braccio a qualcun altro, mentre cercavo di ripescare ricordi miei o di navigare tra le mie emozioni prevalenti e confermando che la scelta istintiva di Disgusto era proprio azzeccata.
"Mamma, mi è piciuto taaaantissimo" mi ha detto tenedomi per mano all'uscita
"Uuuh bene - sospirone mio di sollievo - e cosa ti è piaciuto di più?"
"Che a Rabbia esce il fuoco dalla testa quando si arrabbia e che non mi ha fatto paura come gli avengers. Però, davvero abbiamo tutte quelle cose nella testa?"
"Sì. Sono invisibili, ma ci sono. Le puoi sentire"
"Dovremmo averlo a casa il film, lo deve vedere anche papà e noi lo dobbiamo vedere di più, perchè è bellissimo: Comunque io sono Rabbia, che è uno davvero forte"
"E Gioia, dai non è meglio essere Gioia? Contento, sorridente, buon umore, quelle cose lì insomma..." speranzosissima che sono.
"Ma mamma, Gioia è una cosa da femmine!"
"Beh, no. E' anche da maschi"
"Ma va. Nel film è una femmina, che fa cose da femmina"
Non è un film facile, ma proprio per questo mi sa che ne parleremo a lungo.
Anche per sistemare la questione di Gioia.
Anzi, sig. Disney, visto che siamo qui, se proprio dovessi trovare un neo in un film tanto carino, le indicherei proprio questa cosa del "sesso" delle emozioni: ok che alloggiano tutte in una bimba e sono declinate al femminile, ma ci sarebbe voluto un contraltare maschile. Che se no qui passa la cosa che Gioia è da fenmmine e solo Rabbia, alla fine, è da maschi.
Lo sa, no?, sig Disney, che c'è un età che va dai 3 ai 13 anni in cui ogni cosa è divisa in due categorie: maschio/femmina.
A volte è dai 3 in sù, senza una fine.
Sarebbe importante sistemare questa cosuccia, per evitare confusioni.
Aspettiamo il sequel?
venerdì 2 ottobre 2015
Nutrirsi da mamma? Ti aiuta Nestlè.
Vi capita mai di pensare a com’era prima?
Prima di avere i bambini, per esempio, a come era il nostro rapporto con il resto del mondo e con noi stesse. A me sì e quasi non mi riconosco o stento a rivedermi, a immaginare di non avere la schiena curva per ascoltare, baciare, sistemare una magliettina tutta storta, abbracciare, allacciare una scarpa piccola. Ricordo poco.
Così come della gravidanza ricordo solo sensazioni, più che momenti.
Sensazioni belle, per lo più, ricche di colori e sfumature, amore e possibilità.
Ho avuto una gravidanza molto tranquilla, circondata da attenzioni e perfino io, poco incline al darmi retta, ero riuscita instaurare un bel dialogo con il mio corpo e la mia mente. Un insegnamento che mi è rimasto: non sono solo diventata una mamma, ma sono anche cresciuta, sono cambiata in modo radicale e positivo.
Ho un solo rammarico, se devo essere del tutto sincera: in gravidanza ho mangiato male. Troppo a tratti, troppo poco in altre circostanze, in generale in modo non coerente. Mi ricordo che passavo molto tempo a cercare informazioni su cosa fosse meglio evitare e cosa fosse meglio integrare nella mia alimentazione.
Escluse queste brevi ricerche intraprese in internet, ho avuto poca attenzione per l’evoluzione del mio peso e l’alimentazione. Così facendo, durante la gravidanza ho preso diversi kg che sono poi risultati difficili da eliminare dopo il parto. In gravidanza l’alimentazione ricopre un ruolo importante che non può essere lasciato al caso. Io, più che sapiente artigiana, sono stata artista un po’ folle, senza regole precise, seguendo il mio istinto arrugginito e una voglia di dolci che mai avevo avuto in vita mia.
Se durante la gravidanza avessi conosciuto il programma nutrizionale “Nutrirsi da Mamma” offerto da Nestlé Materna, forse mi avrebbe aiutato a non avere la forma di Barbamammadopo il parto.
Con Nutrirsi da Mamma, Nestlé Materna offre un programma nutrizionale personalizzato studiato dai nutrizionisti A.I.Nut.. Il bello è che non è riservato solo alle mamme in gravidanza o in allattamento, ma anche alle donne che stanno pensando di avere un figlio e vogliono prepararsi per tempo alla loro nuova vita.
Richiederlo è semplicissimo: basta registrarsi su www.nestlebaby.it e rispondere a qualche semplice domanda per ricevere via e-mail gratuitamente il programma nutrizionale personalizzato. Inoltre, basta riaccedere al programma ogni mese per avere un aggiornamento dei consigli nutrizionali, al fine di essere seguite passo dopo passo durante la gravidanza. Sappiamo infatti che le esigenze nutrizionali si modificano velocemente in questo periodo così delicato.
Avere un programma nutrizionale personalizzato è un aiuto prezioso per seguire una dieta equilibrata e ci può guidare nell’evoluzione del nostro peso.
Dai, è bellissima questa cosa, no? Io ne avrei approfittato di sicuro a suo tempo, invece di trasformarmi in una Barbamamma ansiosa e stressata, sempre alla ricerca di informazioni e di consigli utili.
Nestlé Materna offre, inoltre, una linea di integratori alimentari pensati per le diverse fasi: dal preconcepimento, per tutta la gravidanza, fino all’allattamento. Ricordatevi però che è sempre meglio chiedere consiglio al proprio medico di fiducia prima di scegliere di assumerli.
Da ex Barbamamma faticosamente tornata a un peso normale, quindi, il consiglio spassionato è di non limitarsi a pensare a come si chiamerà il vostro bambino, se sarà ingegnere o ballerina e chissà a chi assomiglierà, ma di pensare al suo benessere e al nostro dal primo momento. La corretta alimentazione è fondamentale e grazie a Nutrirsi da Mamma è anche alla portata di tutte.
In fondo è curando bene il corpo e l’alimentazione che si inizia ad essere materna, prima ancora di essere mamma.
Prima di avere i bambini, per esempio, a come era il nostro rapporto con il resto del mondo e con noi stesse. A me sì e quasi non mi riconosco o stento a rivedermi, a immaginare di non avere la schiena curva per ascoltare, baciare, sistemare una magliettina tutta storta, abbracciare, allacciare una scarpa piccola. Ricordo poco.
Così come della gravidanza ricordo solo sensazioni, più che momenti.
Sensazioni belle, per lo più, ricche di colori e sfumature, amore e possibilità.
Ho avuto una gravidanza molto tranquilla, circondata da attenzioni e perfino io, poco incline al darmi retta, ero riuscita instaurare un bel dialogo con il mio corpo e la mia mente. Un insegnamento che mi è rimasto: non sono solo diventata una mamma, ma sono anche cresciuta, sono cambiata in modo radicale e positivo.
Ho un solo rammarico, se devo essere del tutto sincera: in gravidanza ho mangiato male. Troppo a tratti, troppo poco in altre circostanze, in generale in modo non coerente. Mi ricordo che passavo molto tempo a cercare informazioni su cosa fosse meglio evitare e cosa fosse meglio integrare nella mia alimentazione.
Escluse queste brevi ricerche intraprese in internet, ho avuto poca attenzione per l’evoluzione del mio peso e l’alimentazione. Così facendo, durante la gravidanza ho preso diversi kg che sono poi risultati difficili da eliminare dopo il parto. In gravidanza l’alimentazione ricopre un ruolo importante che non può essere lasciato al caso. Io, più che sapiente artigiana, sono stata artista un po’ folle, senza regole precise, seguendo il mio istinto arrugginito e una voglia di dolci che mai avevo avuto in vita mia.
Se durante la gravidanza avessi conosciuto il programma nutrizionale “Nutrirsi da Mamma” offerto da Nestlé Materna, forse mi avrebbe aiutato a non avere la forma di Barbamammadopo il parto.
Con Nutrirsi da Mamma, Nestlé Materna offre un programma nutrizionale personalizzato studiato dai nutrizionisti A.I.Nut.. Il bello è che non è riservato solo alle mamme in gravidanza o in allattamento, ma anche alle donne che stanno pensando di avere un figlio e vogliono prepararsi per tempo alla loro nuova vita.
Richiederlo è semplicissimo: basta registrarsi su www.nestlebaby.it e rispondere a qualche semplice domanda per ricevere via e-mail gratuitamente il programma nutrizionale personalizzato. Inoltre, basta riaccedere al programma ogni mese per avere un aggiornamento dei consigli nutrizionali, al fine di essere seguite passo dopo passo durante la gravidanza. Sappiamo infatti che le esigenze nutrizionali si modificano velocemente in questo periodo così delicato.
Avere un programma nutrizionale personalizzato è un aiuto prezioso per seguire una dieta equilibrata e ci può guidare nell’evoluzione del nostro peso.
Dai, è bellissima questa cosa, no? Io ne avrei approfittato di sicuro a suo tempo, invece di trasformarmi in una Barbamamma ansiosa e stressata, sempre alla ricerca di informazioni e di consigli utili.
Nestlé Materna offre, inoltre, una linea di integratori alimentari pensati per le diverse fasi: dal preconcepimento, per tutta la gravidanza, fino all’allattamento. Ricordatevi però che è sempre meglio chiedere consiglio al proprio medico di fiducia prima di scegliere di assumerli.
Da ex Barbamamma faticosamente tornata a un peso normale, quindi, il consiglio spassionato è di non limitarsi a pensare a come si chiamerà il vostro bambino, se sarà ingegnere o ballerina e chissà a chi assomiglierà, ma di pensare al suo benessere e al nostro dal primo momento. La corretta alimentazione è fondamentale e grazie a Nutrirsi da Mamma è anche alla portata di tutte.
In fondo è curando bene il corpo e l’alimentazione che si inizia ad essere materna, prima ancora di essere mamma.
mercoledì 30 settembre 2015
Scegliere lo sport dei 4 anni.
Cig giocherà nella squadra Porcospino :) |
Quest'anno Cig comincia a fare sport.
4 anni e mezzo sono un'età adeguata per ampliare gli orizzonti.
Ci abbiamo ragionato a lungo, considerando le sue inclinazioni e immaginando passioni.
Poi abbiamo concluso che è piccolo, le inclinazioni e le passioni arriveranno, ma ancora non sono così evidenti.
Scegliere cosa far fare a un bambino piccolo non è semplice, quindi più che allo sport in sè, ci siamo orientati verso cosa ci farebbe piacere imparasse.
A condividere.
A divertirsi.
A essere corretto verso gli altri, ma allo stesso tempo difendere il proprio spazio.
A non offendersi se qualcuno gli da una spinta.
A sentirsi parte di altro rispetto alla famiglia.
A vincere quel po' di timidezza legata all'età.
Ad apprezzare esperienze solo sue, in autonomia.
A rispettare, attraverso la partecipazione e non perchè si deve.
Partendo da queste considerazioni abbiamo quindi valutato le varie opzioni possibili, scegliendo quelle che più si avvicinavano alle intenzioni.
Alla fine è stato facile scegliere.
Noi quest'anno si gioca a Rugby.
Voi che cosa avete scelto?
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