Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.
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giovedì 22 settembre 2016

Miti, equinozi e #fertilityday

l'equinozio d'autunno coincide con la messa a riposo della Terra,
altro che giorno della Fertilità.
Avrei tantissima voglia di tornare sul Fertilityday che è proprio oggi.
Ho la tastiera che scalpita proprio, brontola e fuma come una pentola di fagioli.
Ma sarebbe troppo facile, sarebbe retorica.
Così vi racconto una storia, che ha a che fare con oggi, l'equinozio d'autunno.
La storia me l'ha fatta tornare in mente un'amica, anche lei un po' borbottona sul fertilityday, ma una borbottona colta, mica una che si scalda per immagini sbagliate, messaggi ambigui, metasignificati evidenti e agghiaccianti.
Mi ha fatto tornare in mente Persefone, che nell'equinozio d'autunno, oggi, tornava nel regno dei morti.
Andiamo con ordine.

Persefone (Persy per i più intimi) era figlia di Demetra e Zeus. Di Zeus già sapete, di Demetra è bene ricordare che era la dea della fertilità.
Persy era così carina da attirare le attenzioni dello zio, Ade, dio dell'oltretomba, che se la portò via ancora fanciulla e la sposò contro la sua volontà. Qui potremmo aprire lunghissime parentesi, ma chi sono io per giudicare gli dei, suvvia.
Demetra, cuore di mamma, non prese bene la cosa, anzi, cambiò proprio registro. Se prima era la dea che assicurava agli uomini anni interi di tempo soleggiato, acqua e fertilizzanti biodinamici in modo da far crescere messi abbondanti e non OGM, decise di manifestare il suo dolore con un inverno che sembrava non finire mai. Niente raccolti, niente frutta fresca che fa tanto bene alla salute, niente di niente, inverno freddo e terra sterile. Tiè a tutti, non venite a piangere da me che ho perso la mia Persy.
Zeus alzò gli occhi al cielo e non vide nessuno, chi volete ci fosse sopra di lui, e andò a negoziare con Demetra. Tanta stima Zeus, solo un dio è in grado di negoziare con una mamma furibonda.
"Demi - le disse pacato e senza neppure lanciare un fulmine - ascolta cara ..." ma prima che potesse finire Demetra gli lanciò contro un covone di fieno che lo mancò per poco.
"Demi tesoro, ascolta - riprese lui paziente - Ade è un gran mascalzone, anche da piccolo mi portava via tutti i miei fulmini preferiti e li andava a nascondere chissà dove nell'aldilà. Non lo doveva fare, sta cosa di Persy mi ha fatto andare giù di testa, che quasi abdico. Comunque. Perchè prendersela con quegli sfigati di uomini? Dai. Sù. Sono già messi male: hanno noi come divinità in vita e una volta morti vanno da Ade. Dai, anche una vita tutta in inverno no, è troppo"
"Tu non puoi dirmi niente - sibilò Demetra - non tu, con la famiglia che ti ritrovi. Io faccio come voglio"
Seguirono tafferugli, volarono parole grosse e per tutto il giorno l'Olimpo venne chiuso al traffico.
A sera però, forse entrambe esausti, trovarono un accordo.
Persefone sarebbe tornata a casa da mamma 6 mesi all'anno, per tutta la primavera e l'estate e sarebbe tornata da suo marito Ade in autuno inverno. Nei mesi di assenza di Persy, Demetra poteva rendere sterile la terra per farla poi rifiorire e fruttare a primavera.
E così andò.
Da allora l'equinozio d'autunno coincide con la messa a riposo della terra, che dorme, sterile e improduttiva, fino a primavera.
Il mito è stato poi intepretato da varie tradizioni, sono stati cambiati i nomi delle divinità per motivi di privacy, ma la sostanza resta la stessa: il passaggio di Persefone dalla mamma ad Ade simboleggia il passaggio dalla vita alla morte. In natura si traduce nel riposo della terra. Nella tradizione Wiccan, per citarne una che mi piace, è il tempo del riposo, della meditazione, del ringraziamento a Madre Terra per l'abbondanza concessa nelle stagioni precedenti.


Ora. Non è che al Ministero possano sapere tutto tutto, ma scegliere proprio il giorno in cui Demetra è di pessimo umore non mi sembra un grande auspicio per la fertilità.


lunedì 25 gennaio 2016

Menopausa

Ci sono cose di cui le donne parlano e le mamme molto meno, ci avete fatto caso?
Come se le mamme si autocensurassero su alcune cose, a volte anche sui desideri, per lasciare spazio a quella cosa così impreniante e onnipresente della mammità.
E quando una mamma interviene in una conversazione quasi sempre specifica prima se lo fa come donna o come mamma.
E' strano, no?
Almeno, a me capita. Involontariamente magari, ma capita.
Così, quando l'altro giorno stavo ragionando su questo post, mi sono proprio chiesta se era un discorso da donna o da mamma.
Menopausa.
Ah forse è da nonna, in effetti.
Una cosa a cui una mamma over non pensa è che arriverà la menopausa (o almeno la pre-menopausa) e avrà ancora figli piccoli.
Lei avrà sbalzi d'umore, giornate di spleen che gli scrittori romantici se le potevano solo sognare, borse sotto gli occhi, rughe nuove a cui correre dietro, stanchezze sconosciute, la pancia gonfia, gli aumenti di peso e i cali di autostima e il pargolo sarà ancora alla scuola materna o poco oltre, cioè in quell'età magnifica in cui è tutto un mamma giochi, mamma andiamo, mamma facciamo, mamma corri. Mamma stramazzerebbe volentieri o, ancora meglio, avrebbe tantissima voglia di ritirarsi per qualche mese in un monastero zen. In silenzio e solitudine per tutto il tempo necessario ad accettare il nuovo stato.
Che è naturale, che non è una malattia, che va tutto bene ragazze, ma, diciamolo pure, è una gran rottura di scatole.
A parte gli indicatori fisici, un giorno sei nel tuo peso forma e il giorno dopo hai 3 kg in più per dirne uno, sono quelli psicologici i più difficili da gestire.
Per la prima volta in vita tua devi prendere atto che stai invecchiando, anzi che, senza accorgertene, sei già invecchiata.
Per la prima volta in vita tua un ciclo che salta o ritarda molto non ti fa sobbalzare il cuore pensando a una gravidanza, ma te lo fa piombare sotto le scarpe perchè sai che è l'inizio della fine.
Per la prima volta in vita tua hai poca voglia di sapere cosa esattamente stia succedendo. Ci sono mila blog che raccontano mese per mese cosa succede in gravidanza (compreso questo), ma nessuno dedica altrettanta passione a raccontare, mese per mese, cosa succede in menopausa. Ho cercato notizie e non è un caso se ho trovato per lo più risposte di medici e non condivisione tra donne.
Insomma, è la prima volta che una prima volta non ti emoziona per niente, anzi. Ti lascia un po' così, tramortita tra la discussione accesa sulla tampon tax e la consapevolezza che per te arriva tardi.
Inoltre, proprio come le mestruazioni, anche la menopausa è un tabù, un discorso che di solito si liquida con un ma va, sarà altro, è troppo presto.
Il sarà altro, onestamente, mi inquieta di più. Che altro? Si è occluso, rotto, danneggiato, bucato qualcosa? Che altro? Specifica per favore che una ha già i suoi pensieri e non ha bisogno di aggiungere altre preoccupazioni.
Poi, inopportune come le minimizzazioni, arrivano le rassicurazioni. Vabbè, dai, un pensiero in meno, starai meglio. Come posso stare meglio con sta panza a budino che si autogenera, le emicranie, l'umore in altalena tra demone e santamartire? No perchè se rassicuri è bene che dettagli anche, altrimenti io non mi rassicuro per niente e resto demone più del dovuto.
Poi ci sono i consigli per l'alimentazione. Fibre, tantissime fibre. Ti devi trasformare in tessitura, non c'è alternativa.
Calcio per le ossa.
Magnesio e potassio per l'umore.
Selenio che non si sa mai
Zinco, che tanto lo consigliano per qualunque cosa.
Ti devi trasformare in una tessitura di minerali, potresti anche avere delle fosforescenze notturne, ma nessuno te lo dirà mai.
E' un periodo difficilotto, niente di inaffrontabile eh, ma insomma neppure una cosa che passa inosservata. Se poi sei sensibilotta, come me, ogni cosa può provocare reazioni di estasi e tormento, anche nell'arco dello stesso minuto.
Difficile mantenere quella serenità, lievità, equilibrio e positività che necessitano a un bambino.
Da un lato la mammità ti aiuta a non pensare troppo alla menopausa, dall'altro ti mette un po' il bastone tra le ruote, accentuando l'inclinazione all'imperfezione. E per una come me, già parecchio inclinata, capite bene che avere le vertigini è un attimo.
Così, tra giramenti di testa e di scatole, affronto questa nuova fase.
Un giorno penso sia proprio una fase finale e addio, il giorno dopo che in effetti dopo sarà tutto più semplice e spensierato. Durante la notte non dormo, probabilmente il migrare da un pensiero all'altro necessita la mia presenza.

State affrontando anche voi questo periodo? e come?



lunedì 11 gennaio 2016

Il calendario delle cose belle

Quest'anno ho scelto questa come agenda extra. Mi sembra adatta :)
Quest'anno non ho fatto buoni propositi.
I buoni propositi, di solito, sono una tensione verso il futuro e rischiano, mi conosco, di farmi prendere la percezione del presente.
Già.
Perché voi non mi sentite, ma io sì, ripetere spesso uff, non facciamo mai niente, tutto uguale, uff, ma quando cambia qualcosa, la solita routine.
Invecchio brontolando su qualcosa che non è, invece di godermi le cose che ci sono già.
Così ho deciso di monitorare la situazione per un anno.
Nel 2016, sulla mia agenda extralavorativa, segnerò tutte le cose che faremo.
Il cinema, un concerto, lo spettacolo, gli incontri con gli amici, vacanze, eventuali viaggi, feste, libri letti, festeggiamenti, frizzi, lazzi, ricchi premi e perfino i cotillon.
Le cose belle. Extraroutine. Quelle che tendo a dimenticare poco dopo.
Perché, ne sono certa, non ho tutto questo granché da lamentare. Credo sia la memoria a fregarmi, ecco, dimentico.
O penso a ciò che vorrei che fosse.
L'esperimento non riguarda solo me. E' un'abitudine che vorrei trasmettere a Cig, una volta che avrà imparato a scrivere. Prendere nota delle cose belle che capitano, inaspettate, che ci hanno fatto piacere. Per avere una mappa, che ci riporti alla realtà, invece di perderci in varia noia.
Ecco, visto? Ci casco in un attimo nei buoni propositi per il futuro.
Sarà meno facile di quel che sembra scrivere quell'agenda.

Voi avete abitudini simili? Dai, raccontate.



venerdì 2 ottobre 2015

Nutrirsi da mamma? Ti aiuta Nestlè.

Vi capita mai di pensare a com’era prima?
Prima di avere i bambini, per esempio, a come era il nostro rapporto con il resto del mondo e con noi stesse. A me sì e quasi non mi riconosco o stento a rivedermi, a immaginare di non avere la schiena curva per ascoltare, baciare, sistemare una magliettina tutta storta, abbracciare, allacciare una scarpa piccola. Ricordo poco.
Così come della gravidanza ricordo solo sensazioni, più che momenti.
Sensazioni belle, per lo più, ricche di colori e sfumature, amore e possibilità.
Ho avuto una gravidanza molto tranquilla, circondata da attenzioni e perfino io, poco incline al darmi retta, ero riuscita instaurare un bel dialogo con il mio corpo e la mia mente. Un insegnamento che mi è rimasto: non sono solo diventata una mamma, ma sono anche cresciuta, sono cambiata in modo radicale e positivo. 
Ho un  solo rammarico, se devo essere del tutto sincera: in gravidanza ho mangiato male. Troppo a tratti, troppo poco in altre circostanze, in generale in modo non coerente. Mi ricordo che passavo molto tempo a cercare informazioni su cosa fosse meglio evitare e cosa fosse meglio integrare nella mia alimentazione.
Escluse queste brevi ricerche intraprese in internet, ho avuto poca attenzione per l’evoluzione del mio peso e l’alimentazione. Così facendo, durante la gravidanza ho preso diversi kg che sono poi risultati difficili da eliminare dopo il parto.  In gravidanza l’alimentazione ricopre un ruolo importante che non può essere lasciato al caso. Io, più che sapiente artigiana, sono stata artista un po’ folle, senza regole precise, seguendo il mio istinto arrugginito e una voglia di dolci che mai avevo avuto in vita mia.

Se durante la gravidanza avessi conosciuto il programma nutrizionale “Nutrirsi da Mamma” offerto da Nestlé Materna, forse mi avrebbe aiutato a non avere la forma di Barbamammadopo il parto.
Con Nutrirsi da Mamma, Nestlé Materna offre un programma nutrizionale personalizzato studiato dai nutrizionisti A.I.Nut.. Il bello è che non è riservato solo alle mamme in gravidanza o in allattamento, ma anche alle donne che stanno pensando di avere un figlio e vogliono prepararsi per tempo alla loro nuova vita. 
Richiederlo è semplicissimo: basta registrarsi su www.nestlebaby.it e rispondere a qualche semplice domanda per ricevere via e-mail gratuitamente il programma nutrizionale personalizzato. Inoltre, basta riaccedere al programma ogni mese per avere un aggiornamento dei consigli nutrizionali, al fine di essere seguite passo dopo passo durante la gravidanza. Sappiamo infatti che le esigenze nutrizionali si modificano velocemente in questo periodo così delicato. 
Avere un programma nutrizionale personalizzato è un aiuto prezioso per seguire una dieta equilibrata e ci può guidare nell’evoluzione del nostro peso. 
Dai, è bellissima questa cosa, no? Io ne avrei approfittato di sicuro a suo tempo, invece di trasformarmi in una Barbamamma ansiosa e stressata, sempre alla ricerca di informazioni e di consigli utili.
Nestlé Materna offre, inoltre, una linea di integratori alimentari pensati per le diverse fasi: dal preconcepimento, per tutta la gravidanza, fino all’allattamento. Ricordatevi però che è sempre meglio chiedere consiglio al proprio medico di fiducia prima di scegliere di assumerli.

Da ex Barbamamma faticosamente tornata a un peso normale, quindi, il consiglio spassionato è di non limitarsi a pensare a come si chiamerà il vostro bambino, se sarà ingegnere o ballerina e chissà a chi assomiglierà, ma di pensare al suo benessere e al nostro dal primo momento. La corretta alimentazione è fondamentale e grazie a Nutrirsi da Mamma è anche alla portata di tutte.

In fondo è curando bene il corpo e l’alimentazione che si inizia ad essere materna, prima ancora di essere mamma.

domenica 8 marzo 2015

Idea e azione?

Ho appena finito di leggere un bel post di Justin di Funkymamas, il titolo mi ha attirato come ascoltassi la mia voce: non ce la sto facendo. Pace.
Amo pochissimo il mal comune con il mezzo gaudio, che se il male è comune in realtà siamo tutti un po' abbattuti, che non c'è niente da essere gaudenti e se proprio scappa un sorriso è solo perchè sta arrivando primavera.
Leggete il post, che è un po' quello che volevo raccontarvi oggi.
A me manca la parola Pace, il mio titolo sarebbe più: non ce la sto facendo, c@xxo. Che a rimproverarmi sono di un bravo che potrei tenere un blog per anni sull'inadeguatezza, sul potrei, ma non voglio e i vorrei, ma non posso. E star lì a tracciare la sintomatologia della donna moderna, di corsa e scontenta.
Che si fa?
Ieri abbiamo passato una giornata bellissima, con gli amici, i bambini, un pony a cui dare da mangiare, le galline, il gallo e un'arietta che diceva che poco più sù c'era la neve, ma guardando a valle vedevi primavera.
Al ritorno Cig si è addormentato bello comodo e sognante e noi due ci siamo fatti una chiacchierata, un come saremo, cosa vorremmo e dove, chi lo sa.
"Vorrei cambiare tutto" ho detto io guardando la campagna fuori dal finestrino.
"E cosa stai facendo per cambiare tutto"
"Ci penso moltissimo"
"Credo non basti, sai? Credo sia necessario fare"
"Lo so. Non so cosa, però"
"Beh, comincia a valutare il tempo effettivo che dedichi al cambiamento. Cioè, ci pensi ogni tanto, sempre, fai progetti, o cosa?" Io vivo con un guru e sottovaluto sempre la cosa
"Ci penso la mattina appena sveglia e la sera prima di andare a dormire. Immagino tante cose, che però poi restano lì"
"Ecco, vedi? non basta. Bisogna essere più concreti. Misurare il tempo, pianificare azioni, dare una conseguenza a ciò che si è pensato" e niente, è ingegnere proprio.
"Non ho il tempo" intanto c'era un tramonto meraviglioso, con un cielo tutto rosso, sbavato appena sulle cime delle montagne in lontananza. Cig russicchiava beato e ogni tanto faceva un oooh piano, forse sognava ancora il cavallo.
"Il tempo lo trovi se proprio ci tieni"detesto quando ha così ragione da non lasciare spazio alle mie scuse.
Che poi sono proprio le scuse che ti impediscono di fare.
Quando finisci le scuse, dici solo che quella che hai non è una buona idea e la pianti lì. Ho una piantagione di idee che non mi sono sembrate buone, ma che non ho mai neppure provato a coltivare davvero.
E' più facile dire questo non mi piace e pestare i piedi, proprio come fa Cig davanti alle verdure.
E' più facile dire uffa questo non lo voglio più. E per i mi piace e i voglio rimandare a tempi più floridi.
Non ce la sto facendo e non mi do pace, perchè perdo tempo e non ho vent'anni.
Cig si sveglia e dice che vuole andare subito a casa sua, uffaaaaaa.
Ecco, vorrei avere le idee chiare come un bambino.

Auguri donne, che sia un 8marzo ricco di idee chiarissime e azioni determinanti :)

mercoledì 12 febbraio 2014

La Valigia è Rossa e anch'io sono timida.

Care mie, tenetevi forte perchè l'argomento di oggi è hot :)
Oggi parliamo di...
Andiamo con ordine, va.
Ho una collega e amica che da qualche tempo ha anche un'altra attività: vendita a domicilio.
Come i cosmetici, i detersivi e i contenitori da cucina, ma di altro si tratta.
Quando me lo raccontò, restai un momento senza parole, un po' come quando credi di non aver capito bene oppure, e forse è questo il caso, quando ti si affacciano alla mente così tante domande da creare un ingorgo e niente, non riesci a formularne neppure una che abbia un senso.
Sono rimasta lì come una Gina, come direbbe la mia amica Rossella Calabrò, che sulla Gina ha scritto diversi libri parecchio divertenti (50smagliature di Gina, per esempio).
Sto tergiversando.
Oggi parliamo di Sextoys.
Oooh l'ho detto.
Non ve ne parlo io, che ancora navigo nel mio stupo-pudore, ve ne parla direttamente lei, la mia amica, in questa intervista/chiacchierata, mentre ci beviamo il caffè del pomeriggio.
La mia amica è una consulente de La Valigia Rossa, società spagnola che sta avendo grande successo con questo tipo di vendita.
Maggiori informazioni le trovate qui.
Buona lettura :)

Come ti è venuta l’idea di diventare venditrice de La Valigia Rossa?
Quando si dice di necessità virtù, ho avuto la necessità di arrotondare e cercare un’altra fonte di reddito e come dice mio padre “il sesso è un po’ come i generi alimentari: se ne ha sempre bisogno”
A parte gli scherzi mi ha incuriosito il progetto Valigia Rossa: poter parlare di sesso in modo elegante e aperto; poter incontrare donne diverse con esperienze diverse, potersi divertire e perché no, scoprire nuovi orizzonti all’interno della coppia.

Che idea avevi dei sextoys prima di iniziare l’attività e cosa ne pensi adesso?
Farò outing: non avevo mai posseduto un vibratore prima, era un mondo che mi incuriosiva ma di cui avevo un po’ timore. Diventare consulente per me ha significato parlarne con mio marito, aprirmi e raccontargli quali fossero le mie necessità, i sex toys sono quindi entrati con molta naturalezza nel nostro menage famigliare.

A chi li consigli?
Davvero a chiunque, non importa l’età o le esperienze pregresse. I sex toys ci aiutano a giocare e a comunicare e per me il sesso dovrebbe essere proprio questo: gioco e scambio di esperienze.

Sai che capita che dopo la nascita dei figli il lato sentimentale e fisico della coppia vada un po’ a farsi benedire? La stanchezza, gli impegni … ma non solo: capita che le donne vengano viste, dal partner e da sè stesse, con occhio diverso. Non più donne, ma soprattutto mamme. Capisci il dramma? :D Cosa possiamo fare per riaccendere il desiderio?
Ovviamente il tema è talmente vasto da non potersi esaurire in poche parole. Per essere viste come donne innanzitutto dobbiamo riappropriarci della nostra femminilità, dobbiamo sentirci donne noi in primis. Quindi concederci un bel vestito, un bel completo intimo, iniziare a flirtare di nuovo, creare un po’ di tensione erotica, banalmente dando al nostro compagno qualche oggetto non immediatamente decifrabile e stuzzicandolo sul fatto che glielo spiegheremo una volta a casa la sera. Passerà tutta la giornata a pensare e il desiderio la sera sarà al massimo
E poi non dimentichiamo profumo e incensi ai feromoni…l’effetto sarà esplosivo

E poi capita anche che fisicamente non sei più la stessa. Vuoi la gravidanza, vuoi il parto, l’età ma a volte si ha l’impressione di non “funzionare” più benissimo. Hai ricette di eterne giovinezza?
E’ inutile negarlo: cambiamo, ma cambiare non vuol dire peggiorare, ci trasformiamo, dobbiamo solo risettarci sul nostro nuovo io. Ricette miracolose non ne ho, però ad esempio, allenare il nostro pavimento pelvico con le palline geisha, ci permette di avere una muscolatura più tonica, elastica e anche di avere orgasmi più intensi.

Come ti dicevo qualcosa cambia dopo il parto. E’ come se ci dovessimo conoscere da capo, un po’ in tutti gli ambiti e quello della sessualità non fa eccezione. Da dove ricominciamo?
Bene, quale occasione migliore per conoscersi o riscoprirsi. Purtroppo nella nostra società la masturbazione femminile non è un’opzione, ripartire invece da una conoscenza più intima di noi stesse ci aiuta a comprendere i nostri nuovi bisogni. Il punto d’inizio per me rimane sempre e comunque la parola: dobbiamo abituarci a chiedere e chiederci cosa ci faccia piacere.

Spesso vengono suggeriti modelli femminili in cui non tutte ci riconosciamo, magari troppo aggressivi o disinibiti. Esistono toys anche per chi è più pudica o non abituata a “giocare”?
Ci sono toys di ogni genere. Nella mia valigia trovano posto giocattoli discreti come paperelle e spugne vibranti, che hanno il pregio di essere discrete e non riconoscibili dai bambini, abbiamo piccoli giochi erotici che sembrano rossetti o mascara, da tenere sempre in borsetta. Ci sono elegantissime manette in satin, abbiamo talco e cioccolato commestibili, candele per massaggio.
L’importante è concedere a noi stesse la voglia di sperimentare. Non dobbiamo diventare tutte panterone del ribaltabile e nemmeno pretendere che i nostri compagni siano tutti Christian Grey, però dobbiamo pretendere da noi stesse e dagli altri la libertà di sperimentare.

Sai cosa “uccide” molti genitori: la routine. Un bimbo, soprattutto se piccolo, ti obbliga ad avere abitudini e orari e questo alla lunga influisce anche sulla coppia. Ci servono sorprese ;) Tu cosa suggerisci?
Sorpresa è la chiave di tutto, stupirsi e stupire. Creare delle piccole routine all’interno della coppia, dei gesti che siano solo vostri, routine che vadano a scardinare le abitudini. Alcuni testi di sessuologia suggeriscono che la routine sia necessaria anche all’interno della coppia e quindi invitano ad avere un “giorno fisso” in cui dedicarci al partner. Personalmente non riesco a programmare nulla, ma ciò che cerco sempre di fare è fuggire la banalizzazione del rapporto, non è facile, ma dopo 12 anni di convivenza vi posso dire che alla lunga, paga.


Se avete curiosità, domande o perplessità, trovate la mia amica Lucia su Facebook:
https://www.facebook.com/lucia.lavaligiarossamilano?fref=ts

giovedì 19 aprile 2012

GUEST POST (il nuovo appuntamento del giovedì)

Buongiorno!!
Ci sono novità.
Come avevo accennato tempo fa, ho pensato di ospitare in questo bloggettino una mia amica, psicologa, mamma quasi bis.L'idea è nata durante un pranzo al volo, in cui lei, libera professionista, mi raccontava di alcune collaborazioni nate da poco e una in particolare mi aveva colpito: incontri con genitori (mamme per lo più) di bimbi da 0 a 5 anni per affrontare insieme il tema della rabbia, del disagio, del lato vagamente oscuro, insomma, che la maternità porta.
Abbiamo pensato a 6 interventi, guest post, ma che spero diventino di più con i vostri suggerimenti e curiosità.
Le ho detto che questo è un gruppetto bello vivace, per cui adesso non fate le timide eh :)
Non mi resta che pubblicare il primo post di K., che è l'introduzione a ciò che verrà, e lasciare che la discussione abbia inizio.


Eccomi, sono una mamma (quasi per la seconda volta), sono una compagna (in questo caso solo una volta!) sono una professionista, sono una persona.
Insomma mi tocca gestire il caotico mondo intorno a me tra impegni non prettamente miei, disastri ed imprevisti, orari inconciliabili e, finalmente, in fondo alla lista me stessa. Ne vale la pena? Me lo chiedo ogni giorno e la risposta sta nel faccino paffuto del mio piccolo Attila che mi corre incontro quando torno a casa e mi salta in braccio mentre cerco un po’ di privacy. In sintesi sì!!!
E del resto ho davvero bisogno? Ecco questa è la vera domanda che mi faccio ogni giorno e, a seconda dell’umore, degli astri, del meteo la risposta varia.
Altro aspetto che mi sta molto a cuore è il tema delle “mamme cattive”: quelle che come me non temono di raccontarsi anche nel loro lato meno angelico, quelle che ammettono che a volte scapperebbero di casa, almeno 10 secondi, pur di non affrontare di nuovo le pesti ed il parentado tutto!!
Così ho chiesto ad un’amica con uno splendido giro di perle ed un bellissimo blog di ospitarmi per condividere con altre mamme qualche riflessione. Ho scelto 6 punti (vivo di elenchi, pregio o difetto?? Mah!) che a mio parere toccano un pochino la vita di tutte le mamme. Ovviamente spero di arricchire il mio elenco con l’aiuto di chi vorrà contribuire!!
Ecco le puntate dei miei post:
- La gravidanza: senso di paura e forza, metto al mondo una vita
- La nascita: ed ora cosa si fa?
- Relazione: io mamma, io compagna, IO
- Work life balance: ricreare una relazione con l’esterno, gli amici, gli interessi, la professione
- Autonomia o dipendenza? Scegliere tra asili e strutture esterne e la rete di nonni e tate
- La professione: cresco un figlio? O cresco io?




Giovedì prossimo affronteremo il primo punto: la gravidanza. Nel frattempo, quale punto vorreste venisse approfondito? Cosa aggiungereste all'elenco?