Finalmente ho scoperto il rimedio definitivo per far passare il singhiozzo.
Basta stare in piedi e alzare le braccia dritte sopra la testa, contare fino a dieci e il singhiozzo se ne va. Questione di diaframma, che in quella posizione, a palo, si blocca e il singhiozzo non ha scampo.
Sono così fiera della scoperta che non vedevo l’ora di dirvelo.
Nel frattempo sono finite le feste, iniziata la scuola, ritrovati tutti i kg persi durante l’estate, che sono tornati portandosi anche un paio di amici. Non sono pronta al ciclone delle diete prova costume che a breve si abbatterà su ogni pagina, stampata o virtuale che sia.
Ho iniziato l’anno con umore instabile, troppe idee per la testa, molte delle quali confuse, altre assolutamente fuori contesto, tipo quella di diventare gestore di un rifugio sugli Appennini o il guardiano di un faro qualunque.
E’ sempre così, nel lasso di tempo che va dall’inizio dell’anno al mio compleanno (che è in gennaio, quindi un lasso breve) farnetico un po’, come volessi battere il tempo che passa o me stessa, che nel tempo passo quasi senza rendermene conto.
Intanto Cig ha inventato per me una nuova parola: brattiva, metà brava e metà cattiva “Non come papà, che è tutto bravissimo, lui”.
Ecco, inizio l’anno da brattiva, con artigli sguainati e un angioletto appeso a una lunga collana; vestita di nero, ma con un rossetto luminoso, con un rimedio per il singhiozzo e una parola tutta per me.
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Quattro chiacchiere fanno solo bene, accomodati :)