Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.

venerdì 26 maggio 2017

A scuola a 5 anni? Solo se siete pronti voi


Cig sta finendo il suo primo anno di scuola.
E' andato a scuola presto, è un bimbo di fine marzo che ha iniziato la scuola nei 5 anni e mezzo di settembre.
Anticipatario, tecnicamente.
Iniziare la scuola prima dei 6 anni è sconsigliatissimo, da tutti. 
A inizio anno scolastico, diciamo i primi due mesi, questi tutti che sconsigliano avevano ragione.
Cig non l'ha presa benissimo.
Non protestava, ma aveva un'ansia profonda che a me dispiaceva tanto e che mi ha provocato un lungo momento di senso di colpa.
Non era questione di abilità, tipo saper tenere bene una matita, colorare nei margini e riconoscere le lettere. Il punto cruciale della scuola è stare fermi, seduti, per molto tempo, stare attenti perchè una distrazione può costare la comprensione di un'intera giornata.
A lui questa cosa del banco, delle ore lunghe, pesava molto.
Mettiamoci pure che il suo migliore amico era in un'altra classe e con nuovi migliori amici; che la maestra che gli piaceva molto è stata con loro un mese e poi è stata cambiata (questione di supplenze che capisco poco); che detesta colorare, che ognuno è fatto a modo suo.
L'abbiamo molto sostenuto e incoraggiato in quel periodo, abbiamo lavorato sull'autostima, sull'equilibrio, sul prendere le cose con serenità.
Se non ci ha mandato a quel paese è solo perchè ancora non lo sa fare, ne sono certa.
Poi però è successo qualcosa, qualcosa che non so e non sapremo. Come un incantesimo.
La prima elementare sta finendo e il bambino che abbiamo accompagnato a settembre è cresciuto molto, ha preso il suo passo e viaggia spedito. Ha colmato il gap con un anno di anticipo, dicono i maestri.
Se un po' lo conosco a quel gap ha sparato con il nerf, quel coso a forma di fucile con proiettili di gomma che di solito spiana contro di me e corro nascondermi dietro il divano improvvisando barricate e giù a ridere.
Cig ha quello spirito lì, da battaglia. Non è competitivo, è determinato e ci tiene a sottolineare, solitamente quando corre in mutande in giro per casa, che lui è un superfigo.
Ok, forse la questione autostima ci è un po' sfuggita di mano.

Se state pensando di fare dei vostri bimbi degli anticipatari o meno, pensando e ripensando a quella pre-iscrizione che avete fatto a inizio anno, ho solo un consiglio da dare: chiedete al bambino. Siate molto chiari su ciò che l'aspetta, che non sarà facile come giocare e che richiederà molto impegno. Ascoltate la risposta, ascoltatela davvero.
E' vero che poi siamo noi a decidere, ma non sottovalutiamoli troppo.
Ogni bambino ha diritto di dire la sua e di essere ascoltato.
Cig me l'aveva detto che voleva andare a scuola, basta asilo, e non ha mai cambiato idea, neppure nel primo periodo difficile.
Mi sono fidata di lui.
E di noi.Che poi, a essere sinceri, dobbiamo sentirci pronti noi. I compiti possono minare profondamente il nostro equilibrio mentale e perfino le convinzioni più profonde; dovremo rivedere completamente la scala dei valori più o meno intorno al cinquantesimo temperino da comprare; scopriremo il superpotere delle matite, che è scomparire; gli origami complessi delle orecchie dei quaderni; il lato oscuro della gomma che evidentemente cancella in clandestinità, perchè non si troverà mai; i righelli che si smaterializzano per rimaterializzarsi in altre classi, se non addirittura scuole; il mistero profondo delle forbici che tagliano e guarda, tagliano anche i pantaloni i capelli e perfino gli astucci nuovi.
Ecco, se vi sentite pronti voi a essere anticipatari, vedrete che andrà tutto benissimo :)



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