Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.

martedì 12 novembre 2013

Reset.

Se mi pensavate beatamente a zonzo per il mio tempo libero, avete indovinato.
Sta terminando (domani), la mia prima esperienza di mamma in città e famiglia in vacanza.
Primi commenti a caldo: tutto benissimo, per tutti.
Per loro, che sono andati al mare, che hanno giocato tanto, che hanno viaggiato, osservato e condiviso.
Per me, che mi sono ripresa angoli di silenzio che credevo perduti e allegerito i pensieri, che a starci sempre sù diventano nuvoloni.
Probabilmente GF tornerà provatissimo.
Probabilmente l'effetto benefico che ne ho avuto svanirà già domani sera.
Però ho capito meglio cosa mi serve per stare in equilibrio, mantenere serenità e ricaricarmi.
Mi serve pace. Proprio il silenzio, quel pensare senza dire, quel fare senza spiegare, quel muoversi senza rincorrere o prevenire. Insomma ho bisogno di un ritmo mio, di tanto in tanto, di riprendere il mio passo, di immaginare, anche, e senza Peppa Pig in sottofondo.
Tanta roba, eh?
Sono una mamma dai desideri semplici, in fondo.
Mi sono mancati, i miei due.
Sentire Cigolino che mi dice "amore" (ammmore, come dice lui) via skype è una storia bellissima, un attimo che vale oro.
Ricevere le foto di loro al mare, con un pesciolino in mano o in giro con un gran sacchetto di patatine, una sensazione bella, anzi, devo dirlo, un lungo sospiro di sollievo.
Perchè lo è, un sollievo, sapere che non si è obbligatoriamente necessarie, che le cose avvengono e che tutto funziona anche in assenza di mamma.
A me non piace sentirmi indispensabile, in nessuna circostanza.
Come non mi piacciono le situazioni che sembrano senza uscita.
Non è per sottrarsi a qualcosa, intendiamoci, è proprio convinzione: sentirsi indispensabili, pensare di esserlo porta a delusioni, a confusione sul proprio ruolo e, alla lunga, a farlo pesare anche sto ruolo :)
Mi viene la claustrofobia e non sto bene.
La mammità porta, inevitabilmente, a pensarsi indispensabili. All'inizio è proprio cosa fisica, con l'allattamento e l'accudimento costante, con quel portare in braccio, toccare, avere materialmente in mano la situazione. Pian piano si allenta un pochino la fisicità, ma resta la centralità emotiva.
Sperimentare un primo distacco fisico, osservarsi in situazione diversa, misurare nostalgie, vuol dire anche allentare l'emotività: una specie di reset insomma.
Sono stati giorni utili e, per me, molto tranquilli.
Immaginavo di uscire di più, di telefonare di più, di esagerare almeno in qualcosa.
La verità è che ho dormito molto, mangiato presto, letto di più, mantenuto l'ordine, lavorato (come sempre) e canticchiato sotto la doccia, cosa che faccio solo se so di essere da sola, in tutto l'isolato proprio, perchè sono parecchio stonata.
Tutto qui.
Domani tornano.
Li aspetto a braccia aperte :)


1 commento:

  1. ciao Wisi,
    "Proprio il silenzio, quel pensare senza dire, quel fare senza spiegare"...ecco è proprio questo il desiderio che ho realizzato regalandomi un pomeriggio in palestra e lei con i nonni.
    Là mi isolo, faccio le mie cose, mi rigenero senza sentirmi in colpa se, per una volta, uscendo dall'ufficio non corro da lei ma penso a me.
    Buona ripresa.
    ciao Claudia

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Quattro chiacchiere fanno solo bene, accomodati :)