Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.

giovedì 3 gennaio 2013

Il feto che ascolta.

Attenzione, i nascituri ci ascoltano.
Mentre leggevo questo articolo, pensavo tra me e me a cosa ho detto nei nove mesi di gravidanza.
E tirato un gran sospiro di sollievo.
Sono, quelli, nove mesi di grazia, in cui hai pensieri intrisi d'amore e buoni propositi e le parole, quindi, escono di conseguenza.
Meno male, perchè da un recente studio USA è stato stabilito che si incomincia a imparare la propria lingua, attraverso le parole della mamma, già in pancia. Più precisamente dalla trentesima settimana di gestazione, quando, cioè, si sviluppano i meccanismi sensoriali e celebrali. Praticamente, in una gravidanza normale che giunge a termine, il pupo sta una decina di settimane in aula, in una full immersion intensa.
Così, quando decide di venire al mondo, ha già un corredo di suoni sufficiente per capire cosa la mamma gli sta dicendo, per orientarsi insomma.
Non solo. La ricerca evidenzia anche che in questo modo la mamma influenza già in gravidanza il cervello del nascituro, che imprime nel suo cervello voce e suoni della mamma. Restano come punti di riferimento.
E' anche per questo che i neonati piangono "nella loro lingua", ovvero con una nota melodica che si rifà alla lingua materna e che sono spaesati quando ascoltano una lingua diversa.
La ricerca è un tassello in più in quel processo di esplorazione che mira a scoprire cosa fa dei bambini delle spugne, in grado di imparare moltissimo nei primi anni di vita. Capacità che scompare in età adulta.
Ecco allora che quella cosa tenerissima di parlare al proprio pancione, quella che a volte ci fa sentire un po' matte e troppo romantiche, ha in realtà un senso: insegnare. Preparare il nostro bimbo a ciò che troverà fuori.
In questo sono stata molto precisa, raccontando a Cigolino di me, di GF, degli zii e degli amici. A lungo gli ho raccomandato di non aspettarsi troppo da me, che sono distratta, che sto sempre un po' sulle mie, che non sono (lo sapevo già) una mammissima.
Adesso ho la conferma che non avrà capito niente di ciò che gli dicevo, ma che ha apprezzato i suoni. Me ne accorgevo anche: quando parlavo con voce tranquilla, lui cominciava a far capriole, lo sentivo contento.
Lo studio, mi viene da pensare, allora, conferma anche il valore dell'ascoltare musica durante la gravidanza, in particolare Mozart o Gershwin. Pare infatti che l'ascolto della musica in gravidanza aiuti lo sviluppo sensoriale del feto e gli faccia provare, ancora nella pancia, stati di gioia e serenità.
Approfittatene, future mamme.
Anche per voi la sensazione sarà piacevole: avrete l'esatta percezione che il vostro futuro bimbo vi stia ascoltando. Cosa che dopo la nascita, sarà più rara ;)

1 commento:

  1. Quanto vorrei potere sciogliere il mio cuore in questo monologo! Alice

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Quattro chiacchiere fanno solo bene, accomodati :)