Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.

giovedì 31 maggio 2012

Il guest del giovedì: ultimo appuntamento.

Ultimo appuntamento, per il momento!, con K e il suo angolo aKuto. Buona lettura :)



LA PROFESSIONE: CRESCO UN FIGLIO? O CRESCO IO?

Care Mamme, e con questo appuntamento terminiamo i nostri incontri virtuali, spero vi siano stati in qualche modo utili, almeno per un confronto, per farvi due risate, servono anche quelle!
Oggi, per ultimo un “temone”, tanto per cambiare sempre di work life balance parliamo…infatti se vogliamo pensare ai nostri figli ed alla nostra professione dobbiamo necessariamente soppesare ogni aspetto e vedere a che punto si ferma l’ago della bilancia per indicarci l’equilibrio.
So che è retorico ma devo dirlo: il nostro paese in termini di welfare non ci aiuta affatto nella decisione; come accennavo giovedì scorso la rete di supporto/soccorso è, tanto per cambiare, sulle nostre spalle e difficilmente troveremo nei comuni, nelle istituzioni, nelle aziende un reale aiuto.
Ma bando alle chiacchere e proviamo a pensarci tutte insieme!
È necessario fare solo una delle due cose? E se sì quale scelgo? Chi ne sarà maggiormente penalizzato?
Questa credo sia l’unica domanda che dobbiamo porci.
Una di voi in risposta ai post mi ha detto che la maternità non cambia le persone che eravamo prima, sono d’accordo, di sicuro aggiunge dei pezzi alcuni molto belli, altri un pochino più faticosi da gestire e da vivere.
Ora di fronte alla scelta di quale strada percorrere dobbiamo, per il bene di tutti, scegliere quella per noi meno frustrante, a costo di apparire dei mostri agli occhi dell’umanità.
La cosa divertente è che vi troverete a rinegoziare la vostra scelta con voi stesse se non tutti i giorni, almeno di anno in anno.
I bimbi infatti continueranno a crescere a prescindere dalle nostre decisioni, quello che sta a ciascuna è capire cosa significhi per noi la scelta compiuta di volta in volta.
È inutile nascondersi dietro frasi come “ma figurati, cosa mi importa di quello che pensano gli altri!”, ci importa, magari poco, ma ci importa. Ogni scelta che ha un impatto anche sulle relazioni è ovviamente più faticosa di altre.
Gli aspetti negativi sono tanti e per ogni scelta:
- scelgo di vederlo crescere: bene mi perderò delle opportunità di sviluppo professionale, magari mi daranno un ruolo più operativo di quanto vorrei, dovrò chiedere un part time (e sarò fortunata ad ottenerlo) ma guadagnando molto meno di quel che servirebbe….
- scelgo di crescere io: avrò un ricordo dell’infanzia di mio figlio fatta di racconti di altri, foto scattate non dalla mia mano, educazione impartita da nonni, maestre e tate….
E fare entrambi? Certo si può, io ci ho provato ed ho lasciato stare ma perché ricadevo nella frustrazione di far male su entrambi i frangenti, mi sentivo frustrata come professionista e come mamma.
Ho scelto però di continuare a lavorare, ad occuparmi di qualcosa anche se in maniera flessibile, perché per me conta molto avere un’identità professionale oltreché di mamma.
Come vi accennavo tutto sta nello scegliere quello che fa scendere il grado di frustrazione, quella sensazione che vi fa sentire in catene dovunque voi siate. Tenere duro non sempre è la scelta migliore, proprio perché non state scegliendo. Rimanere nel limbo vi porterà ad essere nervose, scontrose ed insoddisfatte, e chi paga? Voi! Nella relazione con il vostro compagno, nella relazione con i nanetti che sanno leggere come pochi quello che si nasconde dietro ogni singola parola che dite!
È un equilibrio difficile che ogni giorno va rivisto, cambieranno le esigenze dei nanetti e cambieranno anche le vostre. Entrare nel magico mondo della “mammità” ci ha permesso di accrescere la nostra conoscenza del mondo, delle cose, dei sentimenti portando con sé anche tanta fatica derivante dal fatto che non stiamo parlando di una relazione con un fidanzato adulto, ma di quella con un pupo che ha la pretesa di averci a sua disposizione per crescere fisicamente ed emotivamente, mica un compito da poco il nostro!!
Ed i papà? Ci sono, è che purtroppo anche se propositivi ed attenti non vengono percepiti come tali dai piccoli angioletti, sono solo quei giocherelloni che vivono in casa con noi, ma non sono riferimenti emotivi e relazionali.
Insomma e alla fine chi cresce? Cresciamo insieme con tanta, tantissima, infinita pazienza (a volte nulla….), cercando di fare scelte che non saranno mai giuste in assoluto o fino in fondo ma che ci facciano sempre essere in sintonia con noi stesse.
Se andremo a lavorare saremo mamme cattive, se sceglieremo la carriera saremo pessime, se faremo “solo” le mamme non ne parliamo.
Insomma non c’è limite al peggio, l’unica cosa che dovrà sempre farci forza, un’immensa forza sono i nostri piccoli che anche nelle loro giornate peggiori ci insegnano qualcosa, ci divertono, ci riempiono d’amore!
Buon lavoro mamme!!



2 commenti:

  1. Cara K, sai qual e' la cosa più vera ( di tutte quelle verissime che hai scritto)? Che qualunque decisione prendano le mamme agli occhi altrui sarà sempre terribilmente criticabile. Di conseguenza sarà criticabile anche ai nostri, salvo forse qualche eccezione dotata di ego smisurato. E io continuo a domandarmi: MA PERCHE' ???
    Carlotta G.
    https://lavitaamodomio.style.it

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  2. Cara Carlotta G., io alla fine dico "....purchè se ne parli..." ma quanto mi pesa sforzarmi di pensarlo!!! lo so purtroppo il passatempo preferito di chiunque è aprire bocca e buttar fuori giudizi, se si trattasse di semplici opinioni sarebbe semplici, ma questi giudicano! che vogliamo fare: speriamo che "loro", gli altri prima o poi crescano!!
    PS il tuo blog è bellissimo, mi perdoni lawising??
    K

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Quattro chiacchiere fanno solo bene, accomodati :)