Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.

lunedì 26 marzo 2012

CUCU'!

Primo giorno di orario pieno, post allattamento.
Non mi passa più.
Fuori un sole magnifico. Mannaggia.
Mi consolo pensando che comunque Cigolino sarà al parchetto a quest'ora, a curiosare dal passeggino, a tenersi in piedi da qualche parte, in mezzo ad altri bimbi.
In questo senso l'impegno economico che una tata comporta, paga. Non sta chiuso tutto il giorno, ha una sua libertà, si relaziona con bambini di tutte le età, sta con le sue cuginette, sta molto all'aria aperta quando il tempo è buono. Mi fa sentire meglio.
Non mi sento in colpa eh, perchè lavoro o faccio tardi, per niente.
E' più il dispiacere di stare meno in sua compagnia.
Intorno all'anno di età i bambini diventano molto interessanti: imparano velocemente e ancora più velocemente mettono in pratica, scoprono nuove cose, interagiscono in modo pieno con il mondo che li circonda.
E' anche il momento giusto per cominciare a dare qualche indicazione sull'educazione che verrà.
Introdurre i primi no, soprattutto quando stanno svuotando i cassetti, far capire che la stessa cosa si ottiene sorridendo e non mugugnando, il lasciar scegliere (relativamente) cosa mangiare e lasciare che nel cibo mettano le mani per conoscerlo ed apprezzarlo, dare il nome alle cose, come l'acqua per esempio: piccole cose da mettere lì, come giochi sul tappeto.
E' un momento in cui la mamma (anche il papà) si sente davvero importante: si va oltre l'accudimento e si punta verso l'interazione, la relazione vera e propria. Dopo tanti mesi è una gran conquista: il patello da cambiare non è più il centro dell'azione, neppure la pappa da preparare.
Le cose si complicano un po', ma si fanno più profonde.
E poi si gioca, un sacco. Ormai siamo professionisti nel gioco del Cucù.
Io mi nascondo e poi appaio con un gran Cucuuuuùùù. Ride tantissimo, a crepapelle.
Anche i passanti, perchè giochiamo anche in strada; anche i clienti del supermercato (è un gioco perfetto per gli scaffali); anche i condomini che sentono le sue risate per tutte le scale. A lui piace così tanto che se gli capita a tiro un asciugamano se lo butta in testa per nascondersi e invitarci al gioco. Uno spasso!
La curiosità è la molla di tutto: se non fosse per quella non si sposterebbe di un cm. Mentre, da qualche giorno, a forza di braccia e trascinando il sedere arriva ovunque, soprattutto al gatto che lo guarda paziente. Fa prove di linguaggio e di carattere.
Ha anche una lista dei desideri: in cima alla lista è buttarsi nel laghetto insieme alle papere; seguito da togliersi scarpe e calze ovunque e infilare le dita nella presa di corrente.
Voglio fare un piano d'azione, perchè meno tempo insieme non si traduca in un tempo frettoloso o distratto.











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