Sono giorni nuovi, fatti così non li abbiamo avuti mai.
Sono giorni tutti in casa: scuole chiuse, lavoro da casa
La noia è seduta in ogni stanza di questa casa piccola; la radio in sottofondo a telefonate, ticchettio di tastiere, compiti piagnucolati perchè insomma, ma perchè non facciamo semplicemente vacanza e basta?
Sono giorni sciolti, senza un vero orario, senza ritmo e con tante cose da fare.
Sono giorni con poche persone e molta connessione.
Ve ne siete accorti?
Se il coronavirus fosse stato un virus informatico sarebbe stata la fine del mondo. Senza connessione, senza Sky o Netflix, senza bancomat, senza improvvisamente niente di tutto ciò che è diventato necessario.
Invece è un virus che mette almeno un metro di distanza tra noi e gli altri, che ci dice di non star lì a stringere mani, di non frequentare luoghi in cui sono tutti, ci dice che è meglio soli, dammmi retta zia, almeno per un po'.
E in tutta questa improvvisa solitudine stiamo scoprendo di stare bene. Lo smartworking funziona alla grande, così come funzionano i compiti a casa, la spesa fatta con calma che tanto i più hanno già fatto scorte potenzialmente infinite.
Ci sentiamo via internet. Social o lavoro, non perdiamo niente. Siamo comunque tutti insieme, lavoriamo insieme, ci scambiamo opinioni, incoraggiamenti. Come prima, ma adesso sappiamo di essere lontani.
Cambiano i ritmi in questi giorni. Le corse diventano passi, lunghi esattamente quanto le proprie gambe. E' tutto a misura, ti sembra quasi di respirare meglio il che è bizzarro, quasi un atto sovversivo nei confronti del virus. Tiè!
Incrociamo vicini di casa mai visti prima, si fanno due chiacchiere con l'edicolante che quando mai è successo, ti prendi il tempo di aggiustare i fiori sul davanzale.
Perfino mia mamma mi chiama tutti i giorni, cosa che davvero ha il sapore di fine del mondo.
Siamo in casa noi 3. Usciamo poco, in giro non c'è nessuno. Chiacchieriamo tanto, siamo insieme, come capita solo in vacanza.
Gli amici di Cig vengono a giocare a casa, il gatto è stupito di averci tra i piedi sempre.
C'è un lato leggero in un momento pesante
C'è qualcosa che resterà, un dubbbio forse, una domanda che nessuno magari farà: siamo stati più umani, più noi, quando tutto il mondo non assomigliava più a quello a cui eravamo abituati?
Poi ricominceremo a correre, anche più veloci e non sentiremo la risposta.
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Quattro chiacchiere fanno solo bene, accomodati :)