Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.

martedì 8 novembre 2016

Cosa non ti piace dell'essere mamma?

Io lo chiedo sempre, a ogni amica : “Cosa non ti piace proprio dell’essere mamma?” 
Perché è inutile girarci intorno, abbiamo tutte qualcosa che non ci piace, ma non sempre siamo disposte a dirlo.
In effetti la domanda richiederebbe una sola risposta :”fatti i fatti tuoi”, che è molto political correct.
Invece la risposta più frequente, non senza un secondo di occhi bassi è “Mi piace tutto, cosa puoi desiderare di più di questi cuccioli?”
A me cucciolo riferito a un bambino da fastidio, mi fa regalo di natale che scodinzola gioioso, non riesco mai ad associarlo a una persona. Come non riesco a vedermi tipo mamma gatta, per dire. La gatta è molto più brava di me.
La stessa domanda la rivolgo a me, ogni tanto e mi rispondo, guardandomi dritta nei miei occhi interiori.
Tra mancanza di saggezza e forte propensione all’improvvisazione, ci sono cose che non ho imparato ad amare, nel ruolo di mamma. 

La mancanza di tempo. Ho passioni lente, che richiedono tempo. Scrivere, per esempio. O fare lunghe, lunghissime passeggiate. Messe da parte entrambe. Momentaneamente, mi dico. Però non vedo la fine del momento. Punto quindi su periodi di insonnia, che aspetto come un dono, perché durante il giorno io lo spazio per le passioni lente non lo trovo proprio. In Insomnia I trust, la notte potrebbe essere la soluzione.

Parlare tanto. Spiegare sempre. Parlare semplificando non perdendo in esattezza, che se no chissà cosa gli insegno. Ogni tanto mi difendo dietro un laconico “non lo so, tesoro”, ma insomma a seminare troppi non lo so non credo che il raccolto possa essere buono.
Aspettare. Un tempo infinito. Per mettergli il pigiama, per lavare i denti, per uscire, per mangiare, per tornare a casa, per fare i compiti. Ogni cosa è dopo. Ma dopo io mi sono già trasformata in un tritapalles Rex e lo so che sono antipatica.

Fingere di morire ogni sera, sotto i colpi di spade, pistole, proiettili di gomma, lotte epiche. Muoio benissimo. Passo un sacco di tempo accasciata sul pavimento, in lente agonie. Però mica mi diverto, anzi un po’ mi dispiace abbandonare questo mondo e il minestrone sul fornello. Ogni tanto protesto e dico che la mamma, in quanto tale, è immortale. Ride.

Il non avere quasi più pensieri miei. Ogni azione, progetto, intenzione è plurale. Non è più possibile l’istinto, buttare tutto all’aria, rifare, cambiare, magari pericolosamente. Ok, si chiama responsabilità, ma il mio lato impulsivo e un po’ selvatico mi manca.

Il silenzio. Non c’è più.

Poi certo, ci sono quelle coccole, le risate, la meraviglia, lo stupore, l’energia, camminare per mano, la gioia, l’amore, le caramelle succhiate e lasciate in giro e tutto sembra avere un senso, anche morire ogni sera.
Sembra.
Cosa non ti piace proprio dell’essere mamma?




2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. Ho cancellato inavvertitamente il tuo commento Francesca V, perdono! 😘

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Quattro chiacchiere fanno solo bene, accomodati :)