Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.

lunedì 8 febbraio 2016

Coming out di una mamma imperfetta,

Ci sono cose da mamma che non imparerò.
Ci ho provato, ma niente.
Non sarò mai una brava dottoressa, la mammacuratutto o quella cipensoio. Una settimana di influenza sua e sono sfinita, tramo fughe da casa, vagheggio solitudini impossibili.
Non riuscirò, lo do per certo, a inventare lavoretti, a costruire cosi a dar nuova vita a mollette per stendere, cartoncini e cose così. Non mi piaceva da bambina, non mi sono evoluta.
Non ho imparato la pazienza. Fin qui l'ho molto esercitata, ma non basta, altrimenti non si spiegano certi sbuffi di nervoso.
Non ho imparato a spiegare. Spiegare bene, dico. Mi perdo, inizio a raccontare storie lunghissime, perfino sullo zafferano nel risotto. Cig imparerà tante parole, immagino, ma poca sostanza, temo.
Non ho imparato a sentire lo starnuto a porte chiuse a svegliarmi solerte. Non sento, se non quando Cig attiva la sirena d'allarme, quel mamma urlato, che attira pompieri, polizia, ambulanza, protezione civile e io invece avverto appena, come sussurasse.
Non so cucinare piatti da bambini: quella cosa degli hamburger che ridono, delle patate che fioriscono, dei biscotti a forma, delle torte che sembrano, mi inquietano un po'. Inoltre, diciamolo, non friggo. Cig ha un'infanzia priva di cotoletta e patatine, so che me lo rinfaccerà.
No ho imparato a essere seria. Se mi uccide durante la lotta io muoio davvero, con tanto di monologo finale, la mani sul cuore, gli occhi che fissano un punto indefinito nel rewind della mia vita.
Se giochiamo a, io divento "a". So essere un credibilissimo Kung Fu Panda, prima ancora che madre autorevole.
Se non ho voglia di giocare lo dico, non ho mai imparato a fare finta.
Non ho imparato a sopportare i capricci, così a volte non capisco se invece sta piangendo sul serio.
Non ho imparato ad apprezzare le canzoni dello Zecchino e noi cantiamo a squarciagola Dalida che da quando sei andato via questa no non è casa mia, visto che non mi amaviiiiiiiiii piùùùùùùùùùù o qualunque cosa passi attraverso l'autoradio.
Non ho imparato a organizzare week end intelligenti, per me i migliori restano quelli in cui si va a giocare con gli amici.
Non ho capito cos'è il tempo di qualità, resto ancorata al tempo amorevole, pasticcione, il tempo perso in mille abbracci e ciondolato sul divano a guardare un film.
Non so indirizzarlo verso le attività migliori, che secondo me, le migliori, sono solo quelle che piacciono davvero.
Non riesco a vederlo come un genio, campione, eccelso esempio di pargolo. E' un bambino, bravo devo dire, ma non è il più bravo dell'universo. Di singolare ha che indovina le cose, questo sì, come avesse una lieve inclinazione alla preveggenza o sapesse, in modo tutto suo, cose che a noi ancora non sono chiare.
Non ho imparato a invitare gli amichetti, qui forse ho margini di miglioramento.
Non ho ancora imparato a insegnare: ad apparecchiare, rifare il letto, il senso dell'ordine e del mettersi una maglietta. Lui le sa fare tutte queste cose, io mi dimentico di chiedergliele.
Non ho imparato a dissimulare. Se sono triste si vede, così come se sono felice o arrabbiata. E poichè sono in quella fase della vita in cui posso essere tutto nell'arco di 5 minuti, "Mamma tu sei pazza" è il minimo che posso sentirmi dire.
Non ho imparato a dire sì pensando no e viceversa.
Non conosco l'arte del brodino la sera.
Non abbiamo mai fatto co-sleeping, ma più perchè lui ha sempre preferito dormire da solo e finisce che mi spinge via e io dormo nel suo letto, che sembro Biancaneve nel letto di Gongolo.
Non ho ancora imparato la nostalgia del volerlo ancora piccolo, ogni cm in più lo festeggio, così come ogni parola, conquista e pulsante in più dell'ascensore a cui arriva.
Non pianifico, improvviso. Non so bene cosa sto facendo, ma qualunque cosa sia mi sembra un bambino sereno e questo mi basta.
Non ho imparato a condividere il bagno o ad accorciare il tempo della doccia (che però faccio all'alba quando tutti dormono).
Non ho imparato, e non so se lo farò, a raccontargli di me, di come sono arrivata fin da lui.
Non ho mai letto un libro su come allevare bambini, sicuramente mi sono persa dritte validissime.

Oh ecco, l'ho detto. Va meglio.
Chi vuol fare coming out è benvenuto :)










4 commenti:

  1. E ce ne sarebbe da scrivere :) La prima cosa che mi viene in mente: non riusciro' mai a stare calma quando lui cade e si fa male, divento terribile, e me la prendo con qualsiasi persona e cosa che abbia attentato al mio pargolo.

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Quattro chiacchiere fanno solo bene, accomodati :)