Ieri sera Cig mi aspettava tutto contento.
Cosa che fa sempre, ma ieri di più.
Baci e abbracci e poi mi porge un vasetto con 4 narcisi fioriti, gialli, bellissimi.
"Li ho fatti crescere io, mamma!"
In quel momento ho promosso il narciso a mio fiore preferito di tutti i tempi, anche quelli futuri.
"Ah sì? raccontami"
"Prima abbiamo preso un seme grosso e l'abbiamo messo nel vaso. Poi acqua. E poi è cresciuto. Adesso l'acqua la devi mettere tu"
Io non ho il pollice verde, al narciso aspetta un destino da alluvvionato, mi dispiace un sacco.
Però ieri tornando a casa tenevo Cig con una mano e con l'altra i fiori e mi sentivo la ragazza più fortunata del mondo.
Il programma di quest'anno della materna dove va Cig è sulla terra e i suoi frutti, seguendo l'ispirazione Expo.
Ho avuto a inizio anno un omino marrone, Pillo, decorato con terriccio e bastoncini.
Ho avuto poi una gran goccia d'acqua, Obi, disegnata e colorata con la carta stagnola.
Adesso i fiori.
Stanno facendo un viaggio, all'asilo. Io viaggio attraverso i racconti di Cig, che sono pieni di dettagli, di parole a metà, oppure inventate, ma tanto ci capiamo benissimo.
Mi piace chiacchierare con lui, anche più che giocare.
Lo guardo mentre cerca le parole, mentre prende la rincorsa e di parole ne escono anche due o tre insieme e ricomincia da capo.
"Sai? ti voglio dire una cosa" inizia sempre così e poi va a ruota libera, tra i suoi pensieri, cose solo immaginate e fatti reali. Parlare con i bambini non è facile, loro non tracciano confini tra realtà e fantasia, ma è interessante come leggere un libro.
Ho capito anche che è necessario avere un buon equilibrio nella conversazione: insistere affincè racconti non va bene, chiedere cose troppo dettagliate neppure (a 4 anni, per lo meno), sperare in un vero filo logico utopia. E' un ascolto flessibile e fantasioso quello a cui siamo chiamati, un esercizio importante anche per noi, abituati a dar retta solo a ciò che ha un senso.
Tra tutte le cose che cambieranno crescendo questa, il parlare, vorrei restasse sempre, un legame di parole, come sassolini da seguire per ritrovarci.
Com'è iniziata ...
Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.
mercoledì 11 marzo 2015
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Quattro chiacchiere fanno solo bene, accomodati :)