Una bella domenica, di non sole, ma di temperature che forse in aprile.
Siamo andati tutti a mangiare fuori: gli zii, gli amici, un manipolo di bambini di età sparse.
Mi piacciono i pranzi fuori, anche se poi va a finire che GF e io ci diamo il turno a tavola e con Cigolino.
Lui, Cigolino, ha una tolleranza a tavola pari al massimo a metà dell'attesa media in un ristorante. E' proprio cosa matematica. Per cui non abbiamo ancora iniziato a mangiare che è già ora di giocare, possibilmente fuori.
Dove di solito c'è un parcheggio per auto e niente di interessante.
Ieri invece la fortuna ci ha sorriso e lì fuori c'era un bel parchetto con i giochi e soprattutto con la fontanella.
Non lo scivolo, non l'altalena, ma l'acqua è il gioco preferito di Cigolino. E' proprio un'attrazione, un'affinità elettiva.
E' stato così che nella prima mezz'ora di permanenza, Cigolino aveva i pantaloni fradici.
E' stato così che io ho definitivamente compreso che un cambio, completo, bisogna SEMPRE averlo.
Avevo pensato a tutto: dal pannolino alla crema protettiva, dalla forchetta al succo di frutta preferito. Tutto, tranne i pantaloni.
E vabbè. Faceva caldo. Ho proposto subito di continuare a giocare in mutande, che tanto le gambe mica soffrono, altrimenti i boy scout sarebbero sempre malati.
Ho però, io, una sorella organizzata, che per le sue bimbe (più grandi di Cigolino) aveva portato collant di scorta: ho potuto scegliere così tra uno con i fiorellini e uno con i pois.
Un attimo dopo Cigolino era in calzamaglia e felpa e affrontava impavido un piccolo ponte tibetano.
Le cuginette hanno cominciato a ridere.
Le amiche delle cuginette hanno cominciato a ridere.
E' così che nasce la leggenda del Pantacalzalone, ovvero come trasformare un collant in un vestito magico.
In un parchetto lontano lontano, giocava un piccolo principe bianco e rosso.
Era coraggioso e simpatico, sapeva dell'acqua più di ogni altro e volava in alto con l'altalena.
Sfrecciava veloce sullo scivolo e sapeva arrampicare come nessun altro.
Per queste imprese magnifiche aveva un abbigliamento speciale, quasi magico.
Non i pantaloni, non una tuta, lui vestiva il Pantacalzalone che lo rendeva agile e invincibile.*
Le bambine hanno smesso di ridere e lo guardavano così come si guarda un principe.
Cigolino fiero come si confà a un vero cavaliere.
La giornata salva :)
Purtroppo i collant si smagliano facile, lo sappiamo bene.
Così quando è stata l'ora di tornare a casa, Cigolino aveva più del principe punk, con il suo pantacalzalone a buchi e smagliature.
A casa, quelle calze smagliate non voleva torglierle più e infilare la tutta è stato un po' come rinunciare ai superpoteri.
Ho imparato che è sempre meglio avere un pantalone di scorta, ma anche i collant fanno miracoli; che le cose basta guardarle con occhi diversi e che principi si diventa, anche solo per poche ore :)
* NOTA. Non autorizzo l'uso (comunque venga inteso) del Titolo e del Contenuto di questa storia. La favola del Pantacalzalone, di cui esiste una versione estesa, è "un'opera originale". Per info potete contattarmi al mio indirizzo mail. Grazie.
Com'è iniziata ...
Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.
lunedì 28 ottobre 2013
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<3<3<3
RispondiEliminaCigolino fans club
ciao Wisi, quando sono piccoli, ma anche fino ai 5 anni, valà! è sempre meglio avere una scorta quando si fanno gite o uscite un pochino più lunghe così tutti si è più tranquilli e sereni!
RispondiEliminaciao e buona settimana, Claudia
L'ho imparato proprio ieri Claudia :D anche se il Pantacalzalone ci ha fatto ridere e giocare un sacco, più dei pantaloni di scorta. Non sempre però si può contare su calzamaglia altrui, in effetti. Buona settimana anche a te cara :)
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