Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.

lunedì 11 luglio 2011

L'importanza di non sentirsi soli

E poi si rientra.
E di nuovo ci sono i due giorni di adattamento di Cigolino. Con pianti fragorosi e niente che possa consolarlo. Non credo che a 3 mesi sia "facile portarli in giro tanto non protestano", come spesso mi dicono. Magari non protestano in auto, ma lui lo fa giunto a destinazione.
Ha il tempo di orientamento diciamo così. Con poppate sballate, dormite alla come viene viene e necessità imperativa di stare in braccio di più. Che con questo caldo immagino non sia poi così piacevole neppure per lui. L'unico modo per tranquillizzarlo è assecondarlo (per un paio di giorni) e raccontargli cosa è cambiato e perchè. Sembrano parole al vento, ma secondo me capisce!
Tutto sta nel fargli capire che non è solo, neppure quando cambia camera, letto, casa.
Pare infatti che i bambini che non debbano assicurarsi continuamente di non essere soli sviluppino meglio la propria intelligenza: rilassati, coccolati e con punti di riferimento certi, crescono meglio e più sicuri di sè.
I genitori devono imparare a fidarsi del proprio istinto, perchè solo attraverso quello intuiscono al volo cosa il bimbo sta chiedendo. E' una specie di magia.
Come quella che spegne la capacità di giudizio a livello cerebrale, facendo in modo che i genitori vedano il proprio bebè come il più bello di tutti. E' la natura che ha deciso così, per fare in modo che il bambino abbia cure adeguate e amore. Amore che il bimbo ricambia, con sguardi estasiati, sorrisi sdentati e lunghi discorsi miagolati. E con tutto ciò noi siamo fregati, totalmente in balia del piccolo boss di casa.
Questo articolo è davvero interessante e mi solleva da quel lieve senso di colpa, quando penso di coccolarlo troppo e quindi sarà viziato.
Invece, pare, sarà semplicemente felice.

3 commenti:

  1. ricordo un bellissimo articolo di Aldo Carotenuto( sono un po' fissata con questo autore che amo moltissimo!!) che diceva che persino le fattezze dei bambini sono tali perchè i genitori sentano tenerezza e necessità di protezione verso il piccolo...i loro tratti che ci commuovono e ci piacciono smuovono il nostro istinto di accudimento...nulla è fatto per caso.
    LISBET

    RispondiElimina
  2. cara wising, penso che "viziato" sia una parola orrenda accostata a un neonato di tre mesi. Ritengo, nella mia magna ignoranza, che la parola giusta sia piuttosto "abituato". Penso inoltre, con umiltà, che ogni genitore in cuor suo sappia cosa vuole davvero che il figlio assuma come "abitudine". Poco importa cosa ciò comporti. Per mia sfortuna io sono una che pensa molto alle conseguenze e che ha un disperato senso dell'indipendenza. Quindi non ce la faccio a tenere Elena in braccio, almeno non tutto il tempo. Quello che faccio, è accarezzarla molto, giocare dopo la nanna del pomeriggio sdraiate sul lettone, le faccio le pernacchie sulle cosce e sulla pancia e Elena sgancia le prime risatine e le viene la pelle d'oca...me la mangerei, a volte le vorrei davvero mordicchiare i piedi e le gambe...ma mi sembra invadente. Quindi me la strapazzo, ma a modo mio :)

    RispondiElimina
  3. Anch'io non riesco a tenerlo in braccio sempre e neppure vorrei :)) Giochiamo sul lettone, invento canzoncine (povera creatura, sono taaanto stonata), andiamo a fare lunghe passeggiate, in cui lui dorme e io sudo nell'afa cittadina...

    RispondiElimina

Quattro chiacchiere fanno solo bene, accomodati :)