E' passato molto tempo.
Dall'ultima volta che sono passata di qui; dall'ultima chiacchierata fitta con un'amica sedute davanti a qualcosa di buono; da quando la vita era frenetica; da quando ho messo un rossetto, che adesso cosa lo metti a fare con la mascherina; da quando cantavamo dai balconi; da quando tutto si è fatto buio; dall'ultima risata in compagnia, in tanti, intorno a un tavolo, sparpagliati in cucine altrui a mischiare piatti, incautamente bicchieri; da quando ho fatto tardi e chissà domani che piomba avrò; da quando entravo in ufficio e salutavo tutti, perchè c'erano tutti, erano lì.
E' passato davvero molto tempo. Da prima.
Adesso.
Ho un anno in più, che di questi tempi te lo appendi al petto come una stelletta.
Ho un nuovo lavoro, che deve ancora iniziare e lo aspetto come si aspetta un fidanzato: sono pronta da ore, ma so che a un passo dall'uscio mi fermerò davanti allo specchio, a sistemare, considerare, sorridere.
Iniziare di nuovo è la miglior cura antirughe e il peggior rimedio per la gastrite.
Cambiare è necessario, rivoluzionario, ti tiene sveglia notti intere a costruire ponti. Colleghi ciò che sei a ciò che puoi ancora diventare. E' tutto un cambiamento là fuori, non volevo essere da meno.
Abbiamo iscritto Cig alla scuola media, che un po' ci tremano le gambe a pensarci.
Tutto procede, avanza, ci prende per mano, ci trasporta in un altrove di cui, forse per la prima volta, non sappiamo come sia, neppure dove sia.
Aspettiamo, in un frattempo dilatato e infinito. Non siamo diventati migliori, anzi siamo anche ingrassati e siamo più pallidi, necessariamente solitari, cambiamo colori, a fasce, a feste, a opportunità o per decreto.
Siamo cresciuti come le piante al buio che sognano il sole. Ci siamo allungati in giornate uguali, che non assomigliano in nulla a quelle che erano.
Non ho più un'agenda. Ho però un wi-fi robustissimo. Ho imparato a truccarmi per le dirette Zoom e nel prossimo CV scriverò che il mio profilo migliore in video è il sinistro.
Sono diventata una mamma fuori da scuola, in un tempo senza "ci facciamo un caffè?" e senza palestre mattutine in cui sciamare insieme. Abbracciare il sorriso di Cig davanti al cancello è ciò che da ritmo a tutta la giornata.
Mi sono iscritta a un corso di tennis che poi non è iniziato.
Ho desiderato di essere in casa da sola, ma casa è l'unico posto in cui puoi stare con qualcuno.
Ho voglia di andare al mare, ma siamo distanti.
Ho voglia di scrivere, ma prima dovrei svuotare l'anima dal troppo di questi mesi. Le storie soffocano. Come gli amori giovani che non possono più incontrarsi a scuola. Leggo. Mi distraggo. Studio. Mi allontano. Torno. Inciampo in un sacco di desideri lasciati in disordine, prima o poi serviranno di nuovo, meglio averli a portata di mano.
In questo frattempo infinito non sai bene come riordinare, cosa ritirare, se davvero la stagione cambia.
Anche noi ci siamo iscritti alle medie. Abbiamo scelto una scuola a dimensione di ragazzo, con un bel giardino perché possano stare anche fuori.
RispondiEliminaGià. Ma ci andranno a scuola? Potranno andare in giardino a parlarsi, divisi in maschi e femmine?
Vivo la fortuna di poter scegliere se lavorare in presenza o da casa. Scelgo quasi sempre la presenza. Anche se sono in ufficio da solo, trovo sempre qualcuno con cui parlare che non sia lo specchio della toilette. Poi c'è quel breve viaggio, quei pochi passi, che sono una salvifica evasione quotidiana dal sé e dai se. Dal me.
Questi dodici mesi ci hanno donato troppi pensieri e sottratto troppa vita.
Restare è un po' spirare. Meglio restare in movimento
Completamente d'accordo, troppa vita sottratta, bisogna restare in movimento come ben dici.
EliminaGià la prima media?! Incredibile. Che bello che hai cambiato lavoro, ci puoi dire qualche cosa di più?
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