La cosa a cui rinunci definitivamente, una volta diventato genitore, è la TUA felicità.
Dalla nascita del pargolo in poi sarai veramente felice se lo sarà lui.
Poco servirà rintrare nella taglia 42, avere successo nel lavoro, imbroccare la ricetta delle lasagne: se il pargolo non è felice non riuscirai a esserlo neppure tu, non completamente almeno.
Indovinare la felicità di un bambino non è semplicissimo: sono estremi. O sono felicissimi o sono disperati, non ci sono mezze misure. Il passaggio da uno stato all'altro è repentino, per cui anche noi tenderemo ad avere sbalzi d'umore sempre più importanti. Non siamo noi, sono loro, che ci trascinano sulle montagne russe dell'infanzia.
Lavorare sulla lora felicità diventa quindi un tema centrale, non solo perchè ovviamente un bimbo felice è preferibile a uno depresso, ma perchè ne va anche del nostro benessere.
E' importante capire cosa li rende felici.
E qui la mente vacilla, perchè si ha sempre l'impressione che a renderli felici siano le cose: giochi, figurine, videogame, attrezzi vari...
Oppure che a renderli felici sia sentirsi dire sempre sì.
O mangiare focaccia e gelato, contemporaneamente.
Andare a letto tardi, non lavarsi i denti, non fare i compiti, salire le scale mobili che scendono.
Però, pensandoci, se è vero che la nostra felicità è legata alla loro, non può essere vera felicità ciò che a noi manda ai pazzi.
Bisogna pecorrere altre strade e sono quelle impervie.
Renderli sicuri di sè stessi: senza adularli, ma incoraggiandoli.
Renderli indipendenti, senza intervenire su ogni cosa.
Aiutarli a capire cosa li appassiona, oltre a minecraft e youtube
Fare in modo, dando fondo a pazienza e creatività, che vadano a scuola di buon umore e che possibilmente tornino a casa nello stesso modo.
Dedicare tempo, anche a vanvera, anche seduti sul bordo della vasca da bagno a raccontarsi cose a caso e giochi a caos.
Educarli a essere brave persone, fin da subito, fin da piccoli
Fargli lavare i denti, così eviteranno il dentista, fonte di grande gioia a tutte le età.
Convincerli che le verdure sono un cibo: l'ho detto subito che la strada della felicità è impervia.
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