Cig ha sette anni. Non so dire se è così per tutti, ma per lui i sette anni anni sono coincisi con l'inizio della domanda "mi racconti una tua esperienza?" nelle varianti di esperienza più bella della vita ed esperienza più bella quando avevi la mia età.
Ha stabilito anche regole di risposta:
non vale dire che lui o papà (o mamma, a seconda di chi dovrà rispondere) o il gatto gigi sono l'esperienza più bella;
non vale dirlo di sè stessi;
deve essere un'esperienza vera.
Ora, non so come siete messi voi a memoria, ma di quando avevo più o meno sette anni conservo una sorte di brodino primordiale, indistinto, parecchio nebuloso.
Di esperienze felici ne ho avute, meno male, ma sono tutte sparpagliate in quel tempo alla rinfusa che è la mia vita se mi guardo indietro.
Insomma, la sua è domanda difficilissima.
Arriva però, puntuale, ogni sera: si siede a tavola, addenta il primo boccone, ci guarda sorridendo e arriva la domanda.
Gli abbiamo chiesto perchè lo vuole sapere, lui scuote la testa, ride e ci chiede con fermezza di rispondere. Ascolta anche, che di per sè è un piccolo miracolo, si vede che proprio gli interessa.
Io mi sento sempre come in InsideOut, in immensi labirinti di ricordi più o meno sbiaditi, più o meno utili. E viaggio, viaggio nel tempo avanti e indietro, ogni sera, cercando "quella volta che" più interessante o comica di altre.
Mi sono ricordata lo spavento quando ho visto sul mio zerbino di casa un gatto che pesava 18 kg e non riuscivo a capire che animale fosse.
Il primo salto da un trampolino altissimo, avevo 3 anni.
La volta che non volevo mangiare il pesce e sono stata davanti a quel piatto fino al pomeriggio inoltrato.
La bicicletta rossa, lo scivolo giallo, la tartaruga in giardino, i pesci volanti, il primo giorno di scuola, l'album delle figurine, lo sport, la corsa campestre che ho odiato e mai più fatto .
Cig ascolta, sorride, finisce la cena, ci abbraccia e poi se ne va a giocare.
Prima o poi capirò cosa se ne fa dei nostri vecchi ricordi.
Anche mio figlio, di quasi 5, ci chiede spesso di raccontargli le storie della nostra infanzia. A me piace molto, mi sembra di farlo entrare nei miei ricordi, e lui anche apprezza.
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