Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.

martedì 15 marzo 2016

Scandalo Kung-fu Panda

dal sito dreamworks.com
La questione è semplicissima.
KungFu Panda, il mitico guerriero dragone, sarebbe fuorviante perché presenta un modello di famiglia con due padri.
Il panda guerriero ha un padre papero. Solo nel secondo episodio si viene a sapere che è il padre adottivo e che panda papà biologico ce lo siamo perso in una battaglia tanti anni prima.
Perso, perché non siamo sicurissimi che sia vivo, potrebbe essere rimasto, valorosamente, sul campo di battaglia, mentre difendeva tutta la famiglia dai nemici.
Il papero si ritrova ad allevare un panda, dunque. Cosa non semplice, che se lo calate fuor di cartone animato salta agli occhi che è una situazione complicata. Ma tant'è, poteva mica lasciare il cucciolotto al suo destino orfano, no? O forse sì, che almeno si evitavano fastidiose ambiguità.
Nell'episodio in uscita in questi giorni, il 3, Po ritroverà il padre biologico e da qui apriti cielo, perché ci si ritrova con un papero di troppo, a quanto pare.
Insomma, come si fa? Chi sarà il papà di Kung fu Panda?
Vi sembra cosa da poco?
A me sembra roba da pazzi.
Questionare sui cartoni animati.
Guardarli con occhi adulti e focalizzarli in una morale stretta.
Consideravo quindi come Cig non mi abbia mai chiesto, nelle milavolte che abbiamo visto i film e i cartoni animati che ne sono stati tratti, come mai Po avesse un papà papero.
Non mi ha mai chiesto neppure come mai una mantide possa in poche mosse neutralizzare un rinoceronte o come mai tigre, che è una femmina, non metta mai la gonna o come fanno tutti a capirsi tra di loro, visto che sono animali di razze diverse. Neppure mi ha mai chiesto dove sono le mamme di tutti, perché le mamme, in effetti, scarseggiano.
Perché se vogliamo star a cercare stranezze ne possiamo trovare tantissime, in tutti i cartoni animati e in gran parte delle favole. Ma le vediamo noi adulti, solo noi, i bambini ascoltano la storia così com'è, non cercano meta messaggi, al massimo chiedono dei popcorn.
Nelle favole antiche andava di moda abbandonare i figli. Chi nel bosco, chi li lasciava in mani di matrigne orrende, chi li spediva nel bosco con una mantellina rossa, caso mai il lupo fosse distratto.
Poi, pian piano, sono spariti i genitori. Insomma, non ci sono molte storie che iniziano con c'erano una volta una mamma, un papà e due figli.
Di solito sparisce la mamma. Credo sia più comodo. Insomma, una mamma sparita lascia quel gran vuoto in cui poi germogliano cose strabilianti, per cercare di compensare la mancanza.
Nelle favole di solito si cerca il sogno, più che la morale e men che meno una in particolare. Le favole sono universali, come la fantasia, non sono chiamate a rispondere a canoni, rispecchiare credo o filosofie.
Solitamente raccontano che nonostante tutto ce la puoi fare, che se hai un sogno grande, che non importa chi tu sia, che le cose succedono, che tutto cambia, che tutto è possibile se lo vuoi davvero, che ogni esperienza, che comportandosi in modo onesto e leale, che l'amicizia, che l'amore.
Non è mai questione di chi è tuo padre.
O se ne hai più di uno.
Il punto è che anche se sei un Panda puoi diventare un guerriero dragone.
Punto.

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