Quest’anno Cig e gli altri remigini della classe regaleranno alle maestre un portafotografie a soffietto, molto carino.
Ognuno di loro ha scelto tre fototografie, una per ogni anno di materna.
Quindi un pomeriggio di qualche domenica fa mi sono messa a sfogliare le tante foto, salvate qua e là, telefoni, pc, chiavette che se 3 anni sembrano pochi a guardare le foto sembrano una vita. Per quantità di foto e per cambiamenti.
Ho recuperato la fotografia del primissimo giorno di materna, dove un Cig raggiante rideva e mi ricordo bene che mi stava dicendo “vai vai mamma, le mamme non possono stare a scuola” alla faccia dell’inserimento come momento delicato. Era il 2014.
Del 2015 ho scelto una foto di Cig-spiderman che dorme con il suo fido aiutante, il gatto Gigi. Per arrivare al supereroe ho attraversato un’estate al mare; i primi occhiali da sole; certe dormite in macchina; balli in soggiorno, palle di neve, scarpe nuove, il minigolf, il primo libro che ha abbracciato, diversi sorrisi grandi così, gite, montagne russe, animali.
La foto del 2016 è bizzarra. Un Cig in giacca di tweed e papillon, con uno sguardo molto assorto, i capelli pettinati a caso, come arrivasse da un lungo viaggio.
In 3 foto ho avuto il senso del tempo che è passato, che sembra poco, che sono poco più di 2 anni e mezzo, ma dove dentro c’è tutto, dai condizionali e congiuntivi che sono diventati esatti, alle parole usate bene, ai quei sorprendenti e anche poco credibili “Mamma, i libri sono la cosa più bella del mondo” , dallo spannolamento al vestirsi da soli.
Il regalo non è stato solo per le maestre.
E’ piaciuto anche a me, che quasi mai riguardo le foto, convinta che non è tanto ciò che è stato, ma ciò che è a dare il senso esatto del dove siamo.
Che regali farete alle vostre maestre?
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