Com'è iniziata ...

Mi avevano detto che i figli bisogna averli da giovane.
Mi avevano detto che dopo i 35 è rischioso e anche faticoso.
Mi avevano detto che dopo i 40 è follia.
Quello che non dicevo io era che non avevo tutta questa intenzione di riprodurmi.
E niente, poi è andata che mi sono ritrovata a scrivere un blog per mamme, con un occhio di riguardo alle over 40.

lunedì 30 dicembre 2013

Briciole di Natale e BUON ANNO NUOVO!

Ce la stiamo quasi facendo.
A superare le feste, voglio dire.
Che non sia il periodo dell'anno che preferisco non è mistero: ho sempre l'impressione di entrare in lavatrice durante la centrifuga e di uscirne frastornata.
Poi, diciamolo pure, il Natale passa e si trasforma in disordine e carta da riciclo; in aghi di albero finto in ogni dove e stelle cadenti.
La bellezza sta negli occhi dei bambini, questo sì.
Cigolino indica e ammira ogni albero di Natale che il suo sguardo incrocia, gli si stampa un sorriso dolcissimo ad ogni pacchetto, anche non suo, e gioca, gioca come se i giocattoli dovessero sparire da un momento all'altro. E' così preso da giochi e persone in questi giorni che si dimentica del tutto di mangiare, non vuole, non ha tempo, ha cose migliori di cui occuparsi. Non ha ceduto a un solo dolce o anche solo preso in considerazione una pietanza di quelle specialissime: c'è sempre un trenino da far andare, la ruspa da manovrare, un galeone da mettere all'ancora. Arriverà all'epifania patito, se continua così.
Non vi sto a dire i patemi di mia mamma sulla faccenda cibo, ha perfino tentato di darmi l'intera responsabilità, dimenticando che ogni bimbo ha il suo carattere e che l'appetito non viene a comando, neppure se si perde la pazienza.
Tant'è.
Come se non bastasse in Liguria ha anche diluviato mentre eravamo là, con tanto di vento fortissimo e torrenti a spasso. Il viaggio di ritorno è stato più un navigare in autostrada che un vero guidare. Così niente aria di mare e passeggiate, tutti saldamente ancorati in casa ad aspettare la fine della tempesta.
Una volta a casa ci siamo imbarcati in una nuova avventura, una tappa di crescita, un piccolo cambiamento epocale: Cigolino ha cambiato letto. Sissignori, siamo passati dal lettino con le sponde a un lettino da grandi. Cigolino ha voluto partecipare attivamente allo smontaggio del letto piccolo, tranne poi accorgersi che così non ci sarebbe stato più. E' rimasto dubbioso davanti a sponde, testate e materasso in ordine sparso e ha chiesto "E io la nanna, dove?" "in quello grande, tesoro" "Ah. No dai piccoloooo". Ma è stato un attimo, forse il suo modo di salutare il vecchio letto.
Al letto grande si è abituato subito, così come si è abituato alla Storia prima di dormire: mamma tttoria? E io invento. Appena finita "Mamma un' altra, ultimo" e di ultimo in ultimo non so più cosa inventare, ma soprattutto ho io la tentazione forte di addormentarmi lì.
Ogni tanto interviene GF che, sostiene, sa raccontare storie più da maschio, quelle con le macchinine, le moto e l'uomo ragno.
GF ha anche cambiato pile a giocattoli come nessuno mai. Una montagna di pile, che il signor Duracell dovrebbe venire e abbracciarci forte.
E' stato anche il mio primo Natale vegano e non avere mai quella sensazione di troppo sazio è stato meraviglioso. Ho messo in difficoltà mia mamma, ma le i è pratica e ha deciso che avrei mangiato i contorni. Avrei voluto preparare io qualcosa, ma la risposta è stata "non provarci a farmi mangiare quelle schifezze che mangi tu" "ma come schifezze, mamma?" "Ma sì il tofu il seitan, bleah" "Li hai assaggiati?" "No no". Ecco.
Adesso siamo pronti per la fine dell'anno, che passeremo con amici e altri bimbi di varie età.
Non ho ancora avuto modo di concentrarmi suoi buoni propositi 2014, credo lo farò stanotte, che ho bisogno di silenzio e tempo.
Più che buoni propositi però, vorrei decidere cosa non portare con me nell'anno nuovo.
Un po' come la cernita dei giochi di Cigolino, cosa tenere e cosa lasciare.
Tipo tengo la determinazione, ma cedo un po' di rabbia; lascio la pigrizia e possibilmente la cellulite. Cose così.
Ho letto l'oroscopo e non butta bene per i Capricorno, per cui meglio organizzarsi da subito.

E' stato un buon Natale il vostro e cosa farete per l'ultima notte dell'anno?



FELICE ANNO NUOVO, DI CUORE. 

A presto!

venerdì 20 dicembre 2013

AUGURI!!!




AUGURI AUGURI AUGURI!!!



Da Cigolino che aspetta la ruspa; dalla Wising influenzata e GF che vestito da Babbo Natale sta benissimo.

Auguri a tutti i genitori over 40, che il 2014 porti energie a profusione, nuove favole da inventare e la maturità necessaria per tornare bambini ogni volta, crescere insieme e saggezza sufficiente per non prendersi troppo sul serio.
Auguri a tutti i genitori più giovani, che siano pimpanti e attenti, pazienti e giocosi.
Auguri a tutti quelli che cercano il worklifebalance, che la vita è una, ma le cose da fare tante.
A chi desidera diventare genitore, auguri di cuore.
Auguri ai nonni, che senza di loro chissà.
Auguri alle famiglie tutte, qualunque sia la composizione, che dove c'è amore ci sono solo cose belle.
Auguri a chi è single, che comunque è famiglia.
Auguri alle mamme, quelle che si chiedono se sono brave abbastanza e quelle che si sentono le migliori.
Auguri alle matrigne/patrigni, che un'altra sfumatura di genitorialità.
A chi è regina dell'homemade e a chi (come me) non sa neppure tracciare linee dritte.
Ai sogni, che si realizzino anche meglio di come li abbiamo pensati.
Auguri di cambiamento se lo desiderate o di lungo e sereno status quo.

Auguri di cuore. E se basta il pensiero, il mio più affettuso è per voi.


Ci risentiamo a fine anno, tanto per spettegolare un po' sui fatti di Natale :) 


mercoledì 18 dicembre 2013

Santa Claus is coming ...



Io Natale lo riconoscerei anche senza calendario e luminarie, modestamente.
E' quel periodo dell'anno in cui la salute, la mia, cede di schianto a raffreddori epocali, febbricattola, svogliatezza su tutti i fronti.
Normalmente tutto ciò è seguito a ruota, proprio per Natale e S.Stefano, da gastroenterite di stagione, così abituale che ormai chiamo "la palla di Natale". Dal 27 al primo dell'anno resto tramortita, per poi riprendermi nel mio splendore (uuuahahahahahah) il 2, per tornare in ufficio.
Così vi ho riassunto il presenti giorni e i futuri, senza dilungarmi troppo.
Per il resto, che dire: è Natale.
Cigolino non ha ben chiaro cosa sia, ha solo intuito che una sera si va a dormire e il giorno dopo succede qualcosa di speciale. Così è la seconda mattina che mi chiede "Natale?" "No, non è oggi, manca poco", poi corre in soggiorno, esamina l'albero, mi guarda ed esclama "sììì, Natale! Albero!". Ho spiegato che l'albero si fa prima, per aspettare Natale, ma credo sia stato un discorso troppo lungo e comunque noioso per ascoltarlo davvero.
A lui comunque interessa una cosa soltanto, che nel giorno di Natale, qualunque esso sia, ci sia una macchinina nuova e una ruspa. Il resto sono convenzioni nostre che non riguardano lui.
Che io sappia, al momento, è già sotto l'albero un trenino e speriamo  vada bene lo stesso.
Noi vorremmo regalargli due cose:
la lavagna e una tenda da piazzare in camera sua (non so dove per la verità) e quest'anno Babbo Natale sarà Ikea e sia quel che sia.
Abbiamo osservato le passioni in questo anno di Cigolino che cresce e vincono le macchinine su tutto, seguite a ruota dal "disegnare" e dal costruire tende con le lenzuola e coperte.
Se la questione tenda scompagina letti e arruffa lenzuola, la cosa del disegno mi piace molto e, lo ammetto senza pudore, ogni suo scarabocchio per me è un capolavoro di creatività e fantasia, come mi intenerisce il piglio con cui impugna il pastello e decide cosa disegnare: è un aereo, è una strada, la macchina o papà. E' tutto uguale, sono line curve, lunghe, blu per lo più, ma lui ci vede il suo mondo e io con lui. Li conserverei tutti quei segni, se avessi cassetti apposta per i ricordi.
Speriamo, GF e io, che la lavagna sia un incoraggiamento e un dirgli che a noi piace quello che fa. La tenda è per tentare di salvaguardare i letti e per creare il suo primo "posto segreto", più agevole del dietro il divano ;)

Cosa regalerete ai vostri bimbi e cosa consigliereste?


Come ogni anno il nostro Natale sarà a rate e si prolungherà per diversi giorni. Quest'anno poi siamo proprio in turnè, dal mare ai monti, per abbracciare un po' tutti. Cigolino non capirà mai quando è veramente Natale finchè non sarà in grado di comprendere il calendario.
Da parte mia mi preparo al mio primo Natale vegano e non so come me la caverò, credo mangiando solo i contorni, ignorando i dolci, cercando ricette da proporre. So di mettere in croce un po' tutti con questa scelta alimentare, ma è il regalo più bello che mi sia mai fatta e per il momento proseguo felice tra bacche e radici.
Certo, un po' mi sento scompaginatrice di tradizioni che da noi sono concentriche: vigilia di pesce, come si usa in Sardegna, Natale di carne come si usa in Lombardia. Credo che nessuna tradizione contempli anche solo un Santo Stefano vegan.

Voi cosa fate a Natale e qual è la tradizione o abitudine a cui tenete di più?


lunedì 16 dicembre 2013

Nuove esperienze.

Da colorare :) 
Una bella domenica ieri.
Con cose nuove da sperimentare e tanto spazio intorno, amici, il camino cose buone che fanno tanto bene.
Cigolino poi non riusciva più a dormire tanto è stato contento.
Siamo andati a trovare i nostri amici, che hanno un bimbo di un anno più piccolo.
Sono gli amici con cui passiamo le vacanze al mare, per cui il giocare insieme è sperimentato, famigliare, bellissimo.
Se poi ci sono dei gattini, di 3 mesi, ecco che si fanno nuove scoperte.
Cigolino è stato con il gatto in braccio un tempo infinito, facendo carezze e coccole, dandogli un bacino di tanto in tanto, ma piano, per non spaventarlo. Una delicatezza tutta sua, innata, naturale nel suo rapporto con un altro cucciolotto.
Io quel gattino nero me lo sarei anche portato a casa. Mi mancano tanto i miei gattoni e vedendo Cigolino così emozionato, felice, attento mi stavo convincendo proprio.
E' che un gatto non è un giocattolo, che non va bene adottare cuccioli sull'onda dell'emozione, che poi quando andiamo via come si fa. Un animale merita un po' più di un pensiero o un desiderio, merita una decisione con conseguente organizzazione. Però adesso so che quando sarà il momento siamo pronti, Cigolino è abbastanza grande e attento e GF abbastanza rassegnato.
Lasciato andare il gatto una nuova emozionante avventura ci aspettava in guardino: una macchina elettrica, di quelle che ci sali sù e guidi davvero.
Per Cigolino un sogno che si materializza: guidare, davvero, una cacnia (=macchina). Gli occhi a stella, il sorriso stampato e via per la strada intorno alla casa, salutando tutti, raddrizzando il volante, innestando retromarce improvvise.GF dietro a passo svelto col passo della macchina e pronto a manovrare, svoltare, fermare. Lui, Cigolino, come sospeso in una nuvola di gioia.
La favola della sera va da sè che l'ho inventata sui fatti del giorno.
Ho presole cose alla lontana, raccontavo dei campi, del breve viaggio per arrivare a casa degli amici, della polenta e poi del gatto. Cigolino continuava a interrompermi e a dire estasiato" E la cacnia"
"Si adesso arrivo al punto della macchina Cig, ascolta" ma non facevo in tempo a riprendere il discorso che lui interrompeva di nuovo " E la cacnia" e la storia l'ho ripetuta tre volte e ogni volta rideva contento, mi ricordava che il gatto era nero e la macchina andava forte.
La tenerezza proprio.
Anche l'albero di Natale fatto ieri al ritorno è passato in secondo piano: credo che niente possa competere con una macchina da guidare.
Solo stamattina, ancora mezzo addormentato, ha guardato l'albero come se lo vedesse per la prima volta e ha esclamato. "WOW, beeelloooo!" e mi ha stretto forte.

Qual è stata l'ultima volta che avete fatto qualcosa per la prima volta, con i vostri bimbi? E com'è andata? 


giovedì 12 dicembre 2013

Cantastorie homemade.

Sono stata via due giorni, una notte, e molte ore di treno.
I miei soliti giri, le chiacchiere, le mani da stringere e tanto da ascoltare.
Quando sono via tutto diventa più riflessivo, intenso a tratti struggente.
Cigolino mi manca tanto, GF pure. Così invece di una che va in giro, mi sento una pianta sradicata, con sensazioni indefinite di perdita, di tempo più che altro.
Poche cose mi annoiano come cenare da sola in un posto qualunque, come stare in una stanza d'albergo o ritagliare spazi vitali in treni affollati.
Mi sto lamentando, vero?
Ok la smetto, ma era solo per trovare una giustificazione reale al fatto che non abbiamo ancora fatto l'albero di Natale.
Non abbiamo ancora trovato il tempo, quel non so che di festa e tutti insieme che un albero di Natale si merita.
Così al momento abbiamo solo tre grosse scatole in soggiorno: una lunga dove riposa l'albero; una cassetta di legno da cui occhieggiano ghirlande rosse e una verde, da trattare con cautela, perchè dentro ci sono palle e babbi natale fragili.
Ogni sera le guardo, le tre scatole e ogni sera rimando a domani. Cigolino è ancora piccolo per essere propositivo, per cui passata la curiosità per le scatole, dell'albero non si cura.
Verrà Babbo Natale e l'albero se lo dovrà fare da sè, andrà così.
E' anche, quello del Natale mammesco, un periodo un po' demoralizzante: leggo in ogni dove di calendari dell'avvento home made, di centrotavola e segnaposto che solo le mamme sanno fare così.
Io mi demoralizzo, ve lo dico.
Vabbè, mettiamola così: so raccontare le storie.
Da qualche sera Cigolino posa la testa sul cuscino, mi guarda con occhi a stella e dice "Mamma, storia". Io mi guardo intorno, in quel guazzabuglio per niente Feng shui (ma porremo rimedio) che è camera sua e scelgo il protagonista: può essere un peluche, la macchinina e perfino il banco degli attrezzi. Sono storie corte corte, parecchio surreali perchè a quell'ora io ho già sono e mi si ottenebra un po' anche la fantasia.
Però, sapete, è un bel momento.
Scelgo le parole, che siano facili; scelgo un'avventura semplice (tipo la macchinina che resta chiusa nel cassetto) e faccio in modo che lui, Cigolino, abbia sempre un ruolo nella storia. Lui ascolta divertito, a volte si tira sù per ascoltare meglio.
Alla fine mi dice "Ancoraaa" e via che si riparte con nuove avventure.
Oggi ero in libreria e cercavo un libro di favole.
Ne ho sfogliati alcuni, tutti belli e li ho rimessi a posto.
Una cosa so fare (credo), raccontare storie che invento al momento: il mio home made

Tra le cose fatte da voi, cosa piace di più ai vostri bimbi? :)





lunedì 9 dicembre 2013

Arriva Natale e io non ho il feng-shui.

Siamo indietro su tutto il programma.
Non abbiamo ancora fatto l'albero di Natale, non abbiamo neppure lontanamente pensato a cosa regalare e nonostante l'aria fredda natalizia, i babbo natale in ogni dove non sentiamo l'atmosfera.
Sola va, una piccola renna di paglia, sulla corta steppa del mobile in soggiorno.
Mah.
Cigolino probabilmente crescerà disadattato, con un senso relativo della luminaria e uno spaesamento da festività. Povero bimbo.
In compenso ieri mattina, approfittando di una breve assenza di GF e Cigolino, ho spostato i mobili del soggiorno. L'alibi ufficiale è fare spazio all'albero di Natale, la verità che ogni tanto devo cambiare disposizione. E' proprio cosa necessaria e imperativa. Una cosa del mio feng shui interno.
Poi, visto che c'ero, ho cambiato disposizione alla camera di Cigolino.
Poi volevo ribaltare la nostra, ma l'armadio a 6 ante mi ha scoraggiata.
La questione del feng shui mi intriga parecchio.
Questa cosa che la casa è il nostro corpo grande e come un corpo va amato, ben tenuto e reso libero da energie negative, mi piace.
Si dice che in casa ci debba essere abbastanza spazio da non essere obbligati a chiudere le nostre ali entrando. Dai, è bellissima questa cosa, e anch'io, che ho ali da gallina vecchia che fa buon brodo, voglio pensare di poter razzolare comoda in giro per casa.
Così ho spostato l'enorme divano (è un divano grattacielo, non lunghissimo, ma davvero alto, sob) e l'ho messo sotto la finestra: in questo modo lo si vede entrando in casa, esprime accoglienza e soprattutto, da seduti, non si da le spalle al vuoto. Cioè, dietro c'è il cielo, che è un vuoto pieno di energie (credo).
Ho nascosto tra poltrona e divano il tavolino dagli angoli aguzzi, che prima se ne stava in mezzo alla stanza, tagliando non solo le energie e le gambe degli astanti, ma anche minacciando zuccate clamorose a Cigolino.
Incredibilmente così, spostando due o tre cose, lo spazio si è allargato.
Rientrando, Cigolino a cui non sfugge mai nulla, si è guardato intorno e con tono da intenditore ha sentenziato:
"Beeellooooo! Piaceee!" e si è tuffato in poltrona, prendendone possesso a tempo indeterminato.
Più perplesso GF, ma poi gli ho detto del feng shui, e mi ha guardata con accondiscendenza. Tiene in molta considerazione le mie bizzarrie, sa che il mio equilibrio si basa su cose che vedo solo io ;)
Più difficile è decidere come sistemare la cameretta di Cigolino.
L'idea che avevo fino a ieri sera, e che ho difeso strenuamente illustrandone tutti i vantaggi, non va bene. Come al solito ci ho dovuto dormire sù per vedere le cose con maggior chiarezza.
Secondo il feng shui, le camerette dei bambini hanno regole ben precise. E chi sono io per metterle in dubbio.
Ecco alcuni consigli.

  1. Il letto non deve essere posizionato vicino alla porta della stanza, nè sotto la finestra.
  2. Sotto il letto deve esserci il vuoto, per fare in modo che le energie della giornata si scarichino completamente a terra.
  3. Preferire sempre materiali naturali e dai colori riposanti, come il verde e il blu (nelle loro tonalità spente), oltre al bianco, che è un non colore e va sempre bene.
  4. I mobili dovrebbero avere forme morbide, senza spigoli. Evitare le superfici lucide, gli specchi, i colori troppo accesi.
  5. Il disordine fa male (lo dico sempre anch'io a Cigolino) e l'ideale sarebbe avere un contenitore abbastanza capiente da contenere tutti i giochi.
  6. Niente deve stare sopra la testa: quindi niente letti a castello o a ponte e neppure mensole o altre cose sospese.
  7. La luce deve poter essere modulabile, calda e mai aggressiva. Bello mettere un prisma che scomponga la luce naturale nei colori dell'arcobaleno.

Molta importanza ha la disposizione del letto, pare che vada di pari passo con la personalità del bimbo.
  • Testa a nord: La tranquillità. Favorisce il sonno. Se il bambino e' molto quieto potrebbe non andare bene, però.
  • Testa a nord-est: Energia vibrante, che pare porti incubi notturni. Meglio ruotare il letto.
  • Testa a est: e' la posizione ideale per il bambino, dal momento che e' fonte di energia dinamica e in divenire; favorisce la crescita e la positivita'; utile se il bambino e' un po' insicuro, perche' infonde fiducia
  • Testa a sud-est:  Creatività e socialità. Ma comunque è meglio l'orientamento a est.
  • Testa a sud: Energia potente. Dormire come sassi è impossibile e agita i bimbi iperattivi.
  • Testa a sud-ovest: Attenzione e cautela. Orientamento utile a bimbi distratti.
  • Testa a ovest: Sonni tranquilli. Forse troppo: pigrizia.
  • Testa a nord-ovest: Autorità, quindi una posizione piu' consigliata per gli adulti.
Quindi, stando a quanto sopra, la camera di Cigolino va svuotata e ricomposta.
Mi aiutate a dirlo a GF?



giovedì 5 dicembre 2013

Born to be free.

Un genitore lo sa.
Magari non sempre si rassegna serenamente, ma lo sa.
I bambini hanno una memoria altamente selettiva: dimenticano o ricordano solo e unicamente ciò che è di loro stretta necessità. Non è che non imparino, quindi. Semplicemente archiviano tra le cose inutili ciò che noi, con amorevole sforzo, cerchiamo di inculcare e ricordano solo ciò che è davvero interessante.
In questo senso si possono indicare diversi tratti comuni tra i bambini, superando la diversità di genere e confortando schiere di genitori basiti. L'arco d'età che viene preso in considerazione è quello pre-scolare.

COSE CHE I BAMBINI DIMENTICANO:
1) Come si mettono in ordine i giochi. Glielo mostri ogni giorno, più volte al giorno, ma quando direte "e adesso mettiamo in ordine" le vostre parole saranno accolte come prive di significato o relative a fatti transcendenti, di cui i pargoli non hanno ancora conoscenza.
2) L'uso della forchetta. Quello proprio almeno, che quelli impropri di catapulta e spada invece vengono fatti propri già in tenerissima età.
3) L'ora della buonanotte. Ogni sera giunge a sorpresa, tipo temporale estivo. Non importa se sono anni che si va a letto a quell'ora, sarà sempre e comunque tempesta.
4) Il vasino, questo sconosciuto. Ogni giorno verrà accolto come un'entità astratta, un aggeggio del diavolo, una cosa da cui rifuggire. Da dimenticare.
5) Come ci si lava il viso, le mani e le orecchie. Come non fossero cose loro, proprio.
6) L'acqua deve restare nella vasca e non migrare in onde scomposte sul pavimento e muri; i pastelli servono per disegnare sui fogli e non sui muri o pavimenti.
7) ..... (aggiungete voi cosa dimenticano).

COSE CHE RESTANO IMPRESSE:
1) Dove vendono il gioco che piace: sapranno indicare con esattezza nome del negozio/supermercato, indicare con precisione la direzione da prendere per arrivarci e individuare all'istante lo scaffale su cui è riposto. I bambini più grandi potranno informare i genitori anche sugli orari di apertura.
2) Le parolacce. Quelle che noi ci lasciamo sfuggire raramente, ma una volta è sufficiente.
3) Il mobile di cucina dove ci sono le patatine;
4) Dove viene nascosta la scatola delle caramelle e poco importa se noi, astutamente, la spostiamo spesso;
5) Come si usa un Ipad, di cui voi non sarete mai più proprietari;
6) Che se concede un bacio, un abbraccio e un sorriso, il mondo può essere suo.
7) ... (aggiungete voi cosa ricordano)

Come facilmente si evince, c'è una buona simmetria tra ciò che resta in testa e ciò che si dissolve come il nesquick nel latte. Questo lascia presupporre che i bambini in età prescolare siano strutturati per fare prima di tutto ciò che piace a loro, senza compromessi.
E' lecito pensare, anche, che i dentini da latte altro non siano che tasti ENTER/DELETE.
Cambiando i denti, cambia anche il tipo di memoria e pian piano la capacità di non farsi condizionare ;)


mercoledì 4 dicembre 2013

Che ci vuole a scrivere un romanzo!

"Ciao mamma, siamo andati a trovare i nostri amici che hanno appena avuto un bimbo ..."
"Ah bene. Che carini loro, che bravi, pimpanti ..."
"ti ricordi sì, che lei ha la mia età e quindi è una mamma over 40?" dico con un filo di ironia
"Ma cosa c'entra"
Ecco, infatti.
"Li ho visti proprio contenti - conitnuo io, con umore già incrinato - certo, hanno già le occhiaie da poppata notturna, ma bene"
"Ahhahaha, senti come parla l'esperta. Cosa ne sai tu"
"Come cosa ne so, mamma?"
"Ma figurati cosa ti ricordi tu"
"Cigolino non ha neanche 3 anni, certo che mi ricordo"
"Se se"
" E poi io le cose me lo sono scritta, se proprio dovessi dimenticarmene" sorrido trionfante, ho l'arma segreta!
"Ah già, quella roba del blog - dice lei, l'ho presa in contropiede, ho quasi vinto - io non l'ho mai neppure visto. Sono cose inutili quelle lì". Colpita ed affondata. Io. Come al solito.
Ditemi voi cosa posso fare.
Che poi, le rare volte in cui le leggo qualcosa scritto da me, preso da questo blog o altre cose inutili che faccio io, è tutta contenta, lo vedi che le piace il mio raccontare. Manifesta anche gioia.
"Aaah, ma tu dovresti scrivere per mestiere proprio - ed è sincera, giuro - hai un modo di raccontare ...."
"Eeeh mamma, non è mica facile"
"Ma cosa ci vuole. Scrivi, scrivi un romanzo"
"E quando? Non ho mai tempo"
"Il tempo, il tempo, dai. Ti siedi e scrivi"
"Sì, di solito mi siedo alle 22 e se va bene sto sveglia fino alle 22.05"
"Che peccato che non sai proprio organizzarti. Sei un po' una pasticciona". lo dice con affetto, che quasi le do ragione e nutro lievi sensi di colpa: dovrei fare di più?
Così comincio mentalmente ad analizzare il mio tempo nella giornata e non ne trovo in più, potrei, questo è vero, dettare le mie trame e parole a un registratore, durante la giornata. Giustificherei, artisticamente, quel parlare da sola che spesso ho. Ma sai che quasi ... no dai, è un'idea balorda.
Accidenti.

Anche le vostre mamme riesumano i vostri sogni (messi lì perchè grandi, folli, ingombranti o...) facendovi notare che non sapete realizzarli?



lunedì 2 dicembre 2013

CUCUUUUUUU!!

Se non doveste trovarmi più da queste parti, sappiate che vi ho voluto bene. Davvero.
E' che ho un'età, ho il cuore distratto, non ci penso e va a finire che ci casco sempre.
Così rischio l'infarto, ve lo dico, o la totale infermità mentale.
Cigolino ha un nuovo gioco, complice papà.
Si nascondono, in giro per casa e appena passo, magari con la pila di roba da ritirare o dei pensieri per aria, saltano fuori con un fragoroso CUCUUUUUU!!
Capite?
Ecco.
Cigolino si diverte da matti, ride così tanto che gli va la saliva di traverso, diventa rosso, ma grida ancoraaaa ancoraaaaa.
Diciamo che sul secondo CUCUUUUU!! sono più sgamata e quindi mi spavento meno.
Meno, ho detto.

A presto :D





mercoledì 27 novembre 2013

SILENZIOOOO!

E insomma.
Da qualche tempo si aggira per casa un nuovo duenne,8.
E' diverso dal Cigolino che conoscevamo noi.
Quello nuovo si siede sul divano incorciando le gambe, succo di frutta a portata di mano, ipad per esplorare i suoi giochi preferiti. Noi, che siamo sempre nelle vicinanze, vedendolo così indipendente magari azzardiamo quattro chiacchiere tra di noi. Sapete, quelle cose tipo com'è andata la tua giornata e ah volevo raccontarti che.
Orbene.
Non passa un minuto, che quel duenne,8 alzi lo sguardo dal suo fare, che sia ipad o macchinina poco importa, ci squadri per un attimo e dica, con precisione assoluta in dizione e intonazione: SILENZIOOOO! e poi torni, come se niente fosse, alle sue occupazioni.
Noi ci guardiamo, di solito, e ci rendiamo conto che sì, anche questa volta ci ha colto di sorpresa, spiazzati proprio.
Se poi si tenta un'indagine cauta, tipo "Ti diamo fastidio?", la risposta è sempre un sì che non lascia interpretazioni. Per dire come siamo messi: abbiamo 0,97cm che impone regole.
Segue quindi brevissimo consulto e conveniamo che ok, parliamo dopo.
Il nostro "dopo" è dopo la sua messa a nanna, con buonanotte, baci, fai tanti bei sogni.
Astuti come volpi lasciamo poi un 10 minuti di silenzio, di tv bassa e noi zitti.
Si addormenterà così, no?
Poi, finalmente, iniziamo nuovamente la nostra chiacchierata.
I toni sono quelli da servizio segreto in missione, ci spifferiamo racconti a bassa voce, ridiamo sommessi.
Si addormenterà così, no?
Solo dopo un bel po' riprendiamo toni normali, parlando come persone sedute sul divano di casa loro, per esempio.
E' allora.
Dalle tenebre della cameretta, poco più in là.
Arriva un nuovo, definitivo "SILENZIOOOO".
Ridiamo muti.
Si verificano poi fatti straordinari, che non sempre siamo in grado di risolvere. E chissà che opinione si farà di noi, Cigolino.
L'altra sera, dopo un tonante SILENZIOOOO!, siamo stati convocati d'urgenza in camera sua.
"Mamma, papà uffaaaaa" si agitava il pargolo.
"Cosa succede Cig, un brutto sogno?" amorevoli e attenti.
"Noooo. Uffa. Non funziona"
"Cosa non funziona?" attenti e amorevoli
"Dito, non funziona. Non dormo"
Ditemi voi come si fa a non ridere. Ma lui, succhiatore professionista di pollice quando vuole addormentarsi, non riusciva a prendere sonno, faccenda scocciante, e quindi doveva, per forza, essere colpa del dito.
"Non funzionaaaa" era davvero infastidito da questo guasto tecnico.
Ho preso la manina, guardato il pollice con molta attenzione, consultando GF per avere maggiore conferma che fosse tutto a posto, niente di rotto (senza ridere eh, che sono cose serissime) e poi l'ho succhiato io il pollice che non funziona, simulando un addormentamento istantaneo
"Adesso funziona" ho detto risvegliandomi.
Cigolino ha riso, si è ripreso il suo pollice, s'è girato e buonanotte.
Vanno le così le cose, a casa Wising.
E voi come state? :)


lunedì 25 novembre 2013

Cambiamo gioco.

Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Che nella lista degli orrori, per me, viene subito dopo o è a parimerito, con la violenza sui bambini.
Essere certi di avere "il diritto", (atavico? Bah),  di fare del male a qualcuno è una cosa che mi sconvolge.
Non trovare poi soluzioni mi innervosisce e mi deprime.
Ci penso spesso, tanto che ho pensato che se mai troverò l'equilibrio sufficiente per dedicarmi al volontariato, è con le donne/bambini in difficoltà che mi impegnerei.
Ci sto attenta, con Cigolino, a non passare messaggi sbagliati e evitare con cura quasi paradossale ogni occasione che evochi violenza. Se gioca con la spada di plastica, io non gioco e gli spiego perchè; se imita le tartarughe ninja glielo dico che sembrano brave, ma invece no, perchè picchiano tutti e non si fa. Lo so, rasento il ridicolo, ma non ce la faccio proprio ad armarmi e combattere, anche solo per gioco.
I giochi dovrebbero insegnare solo cose positive, anche che il male si batte con l'intelligenza e non con la forza. Non vorrei un guerriero per casa, preferisco un bambino coraggioso, che diventerà un uomo sano.
Non vorrei neppure una bambina che cura una bambola malata, che pulisce casa, che si trucca e si riveste di cose che luccicano a 3 anni.
Fateci caso, fermatevi a guardare le pubblicità dei giocattoli che in questo periodo sono più lunghe dei cartoni animati.
Maschietto: combatti e mena, così vinci.
Femminuccia: accudisci, bimba, accudisci, che altrimenti la bambola sta male.
Come accade per i vestiti, anche i giocattoli da bambina sono di più di quelli da maschio. E sono più insidiosi. Sembra niente dover fare la puntura alla bambola che non sta bene, a metterle la crema solare se no si brucia; non si fa quasi caso al fatto che tra le parole più usate per promuovere i giochi da bimba siano "alla moda", "fashion" (con contraccolpo mortale alla fantasia) e neanche che ad aiutare la bimba ad accudire un bambolotto cagionevole ci sia sempre e solo la mamma, al limite un'amichetta con altra bambola malaticcia al seguito.
Alleviamo crocerossine preoccupate, che nell'ora buca si truccano, si lustrinano e partono con un fashion jet che le porta chi sa dove, insieme a bambole e amiche.
Tutto questo mentre i bimbi stanno sconfiggendo forze del male, che non dovrebbero conoscere, e maneggiando personaggi deformi dotati di superpoteri, oppure mentre spiaccicano mostri molli sulle pareti di casa.
Non ha senso, davvero. Anzi, è grottesco.
Poi, a sorpresa, ecco bambina e bambino che giocano insieme: lei non è truccata, lui non sta squartando il divano, convinto che sia un dinosauro.
Giocano, si divertono, inventano.
Proprio come dovrebbe essere un gioco: poca realtà, moltissima fantasia, mondi immaginari e fattorie che sono il mondo intero. Favole che nascono da sole, nei giochi di un pomeriggio.
Dai, cambiamo gioco.
Potrebbe essere il primo passo per educare adulti diversi, che stanno bene insieme, che non hanno ansia da accudimento o da sterminio di ipotetici nemici.
Cambiamo gioco, oppure scambiamoli, scambiando i ruoli, mischiando le carte.
Per immaginare come si sta nei panni dell'altro, cosa sempre utile nella vita.
Esagero, vero?
Lo so.
Uff.
Voi a che gioco giocate? :)





venerdì 22 novembre 2013

Parola di mamma.

Una delle cose che ho imparato a fare, da quando Cigolino c'è, è ascoltarmi mentre parlo.
Soprattutto con lui.
L'importanza delle parole, la loro portata, quello che in lui suscitano e quelle che ricorderà.
Così quando giochiamo, mentre parlo, mentre do un nome alle cose o condividiamo le regole del gioco, mi sento quasi sdoppiata: una parte di me pensa, l'altra parla. Le azioni non sono coincidenti, come sempre mi sembra quando invece parlo con un adulto.
Lo sforzo non è solo per insegnargli a parlare correttamente, ma perchè spero di trasmettergli l'amore per le parole e le loro implicazioni, siano esse, le parole, parlate, scritte o ascoltate.
Se non ci riuscirò, ricorderà me schizofrenica, con un ritardo nel lessico dovuto alla ricerca delle parole, da far coincidere con un pensiero e rendere tutto comprensibile a un bambino.
Mi ci metto di impegno in questa cosa delle parole, non voglio sorprendermi prima o poi a dire:
"Ma sei scemo/cretino/stupido?" che è una delle frasi che sento più spesso in giro, pronunciate da labbra mammesche verso fagotti di varia età che sguazzano nelle pozzanghere.
"Se non esci dall'acqua ti spezzo tutte le ossa, una per una" sentita in spiaggia da un'imponente mamma, che con quella presenza fisica poteva limitarsi a un "esci!" per incutere terrore.
"Se non la smetti di piangere viene l'uomo nero a portarti via" metodo educativo/verbale molto in voga ai tempi delle nonne, rilanciato da qualche mamma a corto di fantasia.
"Se non ti alzi da terra chiamo il vigile che ti arresta" ok, ci si innervosisce da matti quando si siedono sul marciapiede e decidono di non muovere un passo di più, però dai, la galera!
"Ninna nanna ninna oh questo bimbo a chi lo do?" non me lo sono mai spiegata, per stare sulle parole vintage, quale immaginazione ti fa consegnare tuo figlio alla befana, all'uomo nero e via così. Mah.
"Lascia fare a me che non sei capace" una bomba a mano lanciata sull'autostima, eppure lo diciamo, vero?
"Non capisci niente!" altra bomba.
"Se lo dico a papà poi vedi" l'orrore, proprio.
Cose così, insomma, che sono brutte da dire, ma soprattutto da ascoltare per un bambino.
Ci faccio attenzione.
Eppure qualcosa ogni tanto scappa.
La cosa più brutta che dico a Cigolino è che è un grandissimo rompiscatole.
Me ne pento un secondo dopo e cerco di recuperare, magari con un abbraccio. Ci resto malissimo quando perdo la pazienza e dico cose che possono ferirlo.

Ci sono anche le frasi che sembrano amorevoli, e invece no.
Sono quelle che forniscono la giustificazione per non fare, non pensare o per un comportamento non corretto.
"Non ti preoccupare di mettere in ordine, ci pensa mamma" ottimo modo per crescere bamboccioni ;)
"Non hai voglia di studiare, ti scrivo la giustificazione" perfetta, per sterminare la voglia di studiare
"Non sei tu, tesoro, è la maestra che sbaglia" infallibile, per insegnare a disprezzare il lavoro altrui e minare l'idea di rispetto.
Non di soli nervi a pezzi mamma ferisce, quindi (vale anche per i papà).

Che frasi sbagliate avete sentito più spesso, dette da mamma a figlio?
Quali sono le vostre? ... NON BARATE EH






mercoledì 20 novembre 2013

Diritti dell'Infanzia e Adolescenza, una giornata mondiale.

E' la giornata Mondiale dei diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, oggi.
Più che un ricordarlo, ci vorrebbe proprio una festa, con tanto di palloncini e dolci, di favole da raccontare e cose da fare insieme, dove invitare tutti, mettere musica e ballare tutti insieme.
La Convenzione sui diritti, che hanno firmato tutti i Paesi del mondo tranne la Somalia e gli Stati Uniti (ma perchè?), è un testo che un po' commuove e un po' fa paura. Paura di più, però.
Se si è sentito il bisogno mondiale di scrivere 54 articoli sui diritti dei bimbi, non siamo messi benissimo.
Se è stato necessario spiegare che gli under18 sono persone a tuti gli effetti, deve essere stato un cammino piuttosto complicato e doloroso.
Per questo più che ricordata, andrebbe festeggiata questa giornata, fare più rumore: che ciò che è scritto è scritto, ma ciò che si fa è poi un altro paio di maniche, purtroppo.

Quindi organizziamoci.Qualcuno prepari i dolci, altri portino le aranciate e ci serve un dj :)
Gli articoli sono 54, dicevo.
Scegliamone uno, quello che ci piace o colpisce di più e diffondiamolo, oggi, nel modo che ci sembra più festoso.
Usiamo matite colorate e appendiamolo in casa.
Leghiamolo a un palloncino da liberare nel cielo.
Stampiamolo sulle magliette.
Mettiamolo nelle nostre bacheche Facebook o twittiamolo in giro.
Inventiamo una favola che lo avvolga.
O una filastrocca che poi diventa girotondo.
Disegniamo dove capita (possibilmente non le pareti di casa).
Parliamone con gli altri genitori e con i bambini.
Inventiamo il modo di rendere vivi e vivaci tutti e 54 gli articoli.
Farà benissimo anche noi, giuro :)

Io ho scelto l'articolo 29, mi piace molto.
E' il vademecum dell'educazione, della coltivazione armonica di indipendenza e rispetto per tutto ciò che ci circonda.
Dice così (in sintesi):
Gli Stati parti convengono che l'educazione del fanciullo deve avere come finalità
a) favorire lo sviluppo della personalità ...
b) sviluppare nel fanciullo il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali ...
c) sviluppare nel fanciullo il rispetto dei suoi genitori, della sua identità ... e delle civiltà diverse dalla sua
d) preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera ...
e) sviluppare nel fanciullo il rispetto dell'ambiente naturale.

Mica male eh? Io sarei parecchio soddisfatta se Cigolino crescesse così :)

A voi quale sembra il più bello?

Il testo della Convenzione lo trovate qui , da scaricare e conservare.

lunedì 18 novembre 2013

L'abbraccio più lungo del mondo.

Alla fine vi ho raccontato molto dei preparativi alla partenza, della mia silenziosa pace mentre non c'erano e poi non vi ho raccontato nulla del ritorno.
Stavo lì in piedi, nell'angolo della stazione Centrale di Milano dove atterrano i bus provenienti dall'aeroporto.
Sono arrivata con anticipo, un po' perchè quando sono emozionata sono impaziente, un po' perchè mai avrei voluto che scendessero dal pulman senza vedermi.
La Stazione non è mai un bel posto, quella di Milano poi, nonostante gli sforzi, resta un luogo anomalo, un confine della realtà.
Volavano sopra la mia testa piccoli elicotteri luminosi, lanciati con ritmica stanchezza dai venditori indiani.
Si abbracciavano coppie ritrovate e salutava la gente in partenza, ognuno con la sua valigia che già racconta molta storia, se stai lì a guardare un momento.
Ero lì, nell'angolo della stazione, nell'aria fresca e buia del tardo pomeriggio.
Non vedevo l'ora di riabbracciarli, tutt'e due, GF e Cigolino.

Ragionavo a flash, nell'attesa del loro bus.
Che bravo GF, che superpapà, non è da tutti partire con un bimbo ancora piccolo.
Sono cambiata molto, da quando è nato Cigolino.
Mi sono mancati in questi giorni.
Ho bisogno di recuperare la mia marcia.
Avevo bisogno di questo break.
Voglio trovare il mio equilibrio, perchè vedo che mi sto esaurendo e neppure troppo lentamente.
Quando arrivano che li voglio abbracciare!
Che bravo Cigolino a non sentire la mia mancanza.

Mi batteva forte il cuore, come agli appuntamenti importanti.
Non guardavo il traffico, cercavo solo di schivare gli elicotteri luminosi, pensando che sarebbe stato imperdonabile farmi trovare tramortita da un giocattolo.
E poi arrivano. Il bus è buio all'interno, vedo solo le ombre della gente che scende. Due ombre salutano, sono loro!!
Cigolino quasi si lancia dai gradini, con il visino tirato di quando è tanto tanto emozionato. Si lancia in braccio a me, mi stringe forte forte, dandomi quelle sue pacche leggere e ritmiche sulle spalle che è da sempre il nostro modo di comunicarci tante cose. E stiamo così, tanto tempo, minuti in fila, un silenzio che racconta tutto quello che abbiamo da dirci. L'abbraccio più lungo e intenso che abbia mai ricevuto, l'abbraccio che non dimenticherò più.
GF ha l'aria stanca, ma tanto soddisfatta.
La Stazione neppure la vedo più. E' come se fossimo solo noi tre, che ci infialimo nella metro e ridiamo a ogni fermata, perchè Cigolino chiede "siamo arrivati?" e si alza per scendere. E' un attimo che il "siamo arrivati" diventa un gioco noi tre che ridiamo nella solita metro musona dell'ora di punta.
Poi è di nuovo casa, disordine, macchinine in giro, i pastelli, la pappa, il pigiamino da mettere, le proteste, insieme sul divano, la nanna, buonanotte e tutto ritorna matto, divertente, faticoso, magico, confusionario, perfetto come se quei 5 giorni di separazione non ci fossero mai stati.

Lo so, magari suona snaturato, ma non ho patito questa prima separazione.
Mi sono goduta profondamente il ritorno piuttosto ;)

venerdì 15 novembre 2013

I'm a starMum (waiting in the sky)

Mi piace leggere gli oroscopi.
Oh ecco l'ho detto, siate buone con me.
Mi diverte proprio, trovo meravigliosa la perenne contraddizione: leggi, che so Vogue, e tutto va bene; migri su L'internazionale e sono catastrofi; vaghi su Vanity Fair e ti scopri dea della seduzione.Roba che se pensavi di crederci, almeno un po', tanto per avere una sorta di bussola che ti guidi nel da farsi, ti ritrovi persa tra i pianeti, figlia, ripudiata, delle stelle.
Astra lo compro ogni dicembre, per leggere le previsioni del nuovo anno. Poi lo passo alle amiche o comunque organizziamo almeno una merenda per fare un po' di gossip astrologico e risate cosmiche.
Ecco. Un coming out pazzesco.
Adesso mi aspetto che anche voi mi raccontiate un vostro segreto eh.
Comunque.
Se tralasciamo le previsioni (che lo so che le scrivono per sorridere un po') e passiamo alle caratteristiche del segno ecco che invece mi ci ritrovo in pieno, compresa la passione per il cioccolato, le ambizioni e perfino l'onice nero e lucente.
Poi, considerando che ho una certa propensione a pensarmi come parte di un tutto, che dal tutto quindi riceve influenze, eccomi pronta a dire che ha un senso dire che sì, i pianeti influiscono in qualche modo su di noi. Un senso. Anche fantastico o fantasioso, anche romantico e ideale, fate voi :)
A me piace pensarmi come StarMum e prima del Mum, mi piaceva pensarmi Star e basta.
Ho trovato quindi tanto carino il post su Nostrofiglio.it, che traccia le caratteristiche dei baby segni.
Basta inserire la data di nascita del nostro pargolo e leggere il profilo.
Cigolino è Ariete.
Ho letto tutto per bene e ho memorizzato la frase chiave (la stessa che ha colpito GF): un guerriero dal cuore d'oro.
E' così il nostro cucciolotto:  fisico, energico, curioso, sempre in movimento, coraggioso e tanto generoso. L'ho riconosciuto proprio.
Poi, per completezza, sono andata a leggermi se andiamo d'accordo.
La risposta è no.
I nostri segni cozzano proprio. Cigolino che ha in sè il seme della libertà e dell'esplorazione, io che ho coltivato quello delle regole, con una deriva autoritaria che non piace neppure a me.
Fortunatamente con GF saranno rose e fiori, Cigolino avrà un'infanzia felice grazie a papà :)
Vi lascio alle stelle, raccontatemi poi cosa ne è venuto fuori.
Buon fine settimana :)

Il link per i baby segni:
http://www.nostrofiglio.it/oroscopo/segni_zodiacali.html

Per StarMan di Bowie, invece:
http://www.youtube.com/watch?v=tRcPA7Fzebw



mercoledì 13 novembre 2013

Mamma giovane VS mamma d'età: chi invecchia prima?


"I figli bisogna farli da giovani. Ma giovani proprio, a vent'anni" - a dirlo, per una volta non è mia madre, ma un mio collega, padre seriale - "così se ne vanno che tu sei ancora giovane e hai il tempo per  goderti la vita".
Lo dice senza ironia e la convinzione la senti in ogni sillaba.
Io ci penso un attimo.
Forse sono prevenuta per via di quell'insistere di mia madre sull'argomento.
"E' un uomo, non capisce" concluderei tra me e me, se non fosse che ho voglia di rispondergli.
"Uhm, sì. Il tuo è un buon punto di vista. Mia mamma alla mia età, in effetti, aveva le due figlie già all'università ..."
"ecco vedi - è trionfante - ho ragione. ti immagini la pacchia?"
" Mah ... veramente così mia mamma ha cominciato a invecchiare a 40 anni. Sono più di vent'anni che invecchia. Io invece, mamma tardona, non invecchierò presto. Crescerò. Perchè è indubbio che crescere un figlio fa crescere anche te". Lo dico con dolcezza mammesca che quasi non mi conosco, lo dico come fossi assolutamente certa di ciò che sto blaterando. Mi è uscito così, in uno di quei momenti di grazia in cui riesco a dire cose sensate.
"Ah" dice solo ah e si rituffa nel suo pc.
Dopo un po' alza la testa : " Sai che non ci avevo mai pensato?" e ritorna alle sue cose.
Immagino, penso io.
Senza cattiveria, ma un po' gli uomini stentano a vedere le cose da punti di vista diversi. Loro sono più sull'obiettivo, lo puntano e via. Noi, le donne, siamo più quelle del viaggio, di cosa accade mentre andiamo verso la meta prefissa.
Io ci credo, che crescerò con Cigolino invece di invecchiare.
Se anche mi venisse una certa pigrizia da età, non avrò modo di star lì a pensare che tanto ormai e posso tirare i remi in barca.
Imparerò le cose che lui imparerà, anzi dovrò anticiparlo di un attimo, che non ti puoi mica distrarre, restare indietro e non conoscere le cose che interessano a lui.
Un corso di aggiornamento continuo, un andare avanti e ricominciare, un declinare esperienza nella novità.
Il vantaggio di una maternità in età è proprio questo: rimandare l'invecchiamento a data da destinarsi.
A pensarci è anche un valore molto spendibile, nel lavoro per esempio. A parità di età, chi sta crescendo bimbi piccoli è molto più sbilanciato sul futuro, sulle novità e sull'organizzazione; ha maggiore flessibilità e spirito di adattamento, proprio perchè sono doti che usa ogni giorno, in modo intensivo.
Chi ha già il nido vuoto, intravvede, ancora lontani eh, tramonti. Chi il nido lo deve mettere in ordine ogni giorno e rischia fratture multiple per via delle macchinine lasciate in giro, sa che il tramonto è, al momento, un'invenzione.
Continuando nel ragionamento, quindi, si potrebbe dire che c'è 40enne e 40enne (o 50enne, non cambia poi molto): quella fortunata, secondo il mio collega e anche secondo tutto l'immaginario collettivo, che ha già figli grandi, magari fuori casa per studio o lavoro che, giustamente, fiera di quanto fatto si gode i risultati raggiunti; e c'è quella che invece ha ancora tutto da fare, che si rimette in discussione così profondamente come solo un figlio riesce a farti fare.
Non c'è un meglio o un peggio, ma la diversità è evidente come diverse sono le aspettative, le necessità, il modo di guardare al futuro.
Considerando poi che diventiamo mamme sempre più tardi, soprattutto in Italia, credo ci siano tantissime cosa da ripensare: dalla vita lavorativa, che dovrebbe essere più ricca e stimolante per un tempo più lungo; alla pubblicità dove la mamma è sempre giovane, a molto del welfare che ammicca sempre alle giovani famiglie. 
Lo sappiamo che la mamma d'età si porta dietro qualche tabù, ma visto che esiste ... :)
Ecco.
Voi cosa ne pensate? Cosa avreste risposto al mio collega?




martedì 12 novembre 2013

Reset.

Se mi pensavate beatamente a zonzo per il mio tempo libero, avete indovinato.
Sta terminando (domani), la mia prima esperienza di mamma in città e famiglia in vacanza.
Primi commenti a caldo: tutto benissimo, per tutti.
Per loro, che sono andati al mare, che hanno giocato tanto, che hanno viaggiato, osservato e condiviso.
Per me, che mi sono ripresa angoli di silenzio che credevo perduti e allegerito i pensieri, che a starci sempre sù diventano nuvoloni.
Probabilmente GF tornerà provatissimo.
Probabilmente l'effetto benefico che ne ho avuto svanirà già domani sera.
Però ho capito meglio cosa mi serve per stare in equilibrio, mantenere serenità e ricaricarmi.
Mi serve pace. Proprio il silenzio, quel pensare senza dire, quel fare senza spiegare, quel muoversi senza rincorrere o prevenire. Insomma ho bisogno di un ritmo mio, di tanto in tanto, di riprendere il mio passo, di immaginare, anche, e senza Peppa Pig in sottofondo.
Tanta roba, eh?
Sono una mamma dai desideri semplici, in fondo.
Mi sono mancati, i miei due.
Sentire Cigolino che mi dice "amore" (ammmore, come dice lui) via skype è una storia bellissima, un attimo che vale oro.
Ricevere le foto di loro al mare, con un pesciolino in mano o in giro con un gran sacchetto di patatine, una sensazione bella, anzi, devo dirlo, un lungo sospiro di sollievo.
Perchè lo è, un sollievo, sapere che non si è obbligatoriamente necessarie, che le cose avvengono e che tutto funziona anche in assenza di mamma.
A me non piace sentirmi indispensabile, in nessuna circostanza.
Come non mi piacciono le situazioni che sembrano senza uscita.
Non è per sottrarsi a qualcosa, intendiamoci, è proprio convinzione: sentirsi indispensabili, pensare di esserlo porta a delusioni, a confusione sul proprio ruolo e, alla lunga, a farlo pesare anche sto ruolo :)
Mi viene la claustrofobia e non sto bene.
La mammità porta, inevitabilmente, a pensarsi indispensabili. All'inizio è proprio cosa fisica, con l'allattamento e l'accudimento costante, con quel portare in braccio, toccare, avere materialmente in mano la situazione. Pian piano si allenta un pochino la fisicità, ma resta la centralità emotiva.
Sperimentare un primo distacco fisico, osservarsi in situazione diversa, misurare nostalgie, vuol dire anche allentare l'emotività: una specie di reset insomma.
Sono stati giorni utili e, per me, molto tranquilli.
Immaginavo di uscire di più, di telefonare di più, di esagerare almeno in qualcosa.
La verità è che ho dormito molto, mangiato presto, letto di più, mantenuto l'ordine, lavorato (come sempre) e canticchiato sotto la doccia, cosa che faccio solo se so di essere da sola, in tutto l'isolato proprio, perchè sono parecchio stonata.
Tutto qui.
Domani tornano.
Li aspetto a braccia aperte :)


venerdì 8 novembre 2013

Independence day.

Partiti.
Dovevate vederli.
GF molto organizzato, attento e concentrato.
Cigolino uno spettacolo.
Quasi non voleva io scendessi dall'auto per accompagnarli dentro l'aeroporto: tu qui, io e papà. E mi spingeva verso l'auto.
Alla partenza da casa, una scena simile con Santa Ofelia tata: l'ha salutata con un gran bacio un bell'abbraccio, ma è stato categorico: tu no, io e papà.
Dentro l'aeroporto camminava fiero, felice e tronfio che sembrava un soldatino, mentre aiutava papà a tirare il bagaglio a mano. Gran sorriso, occhi a stella.
"Io vado Cig - gli ho detto prima del controllo bagagli - sìì bravo, stai sempre con papà e dai tanti baci alla nonna"
Mi ha guardata, felice. Ha detto solo "ciao ciao", che è il suo modo di comunicare che è a posto così, che non gli serve nient'altro, che è contento, non c'è bisogno di aggiungere altro.
Stiamo coltivando indipendenza, lo dico da quando è nato.
Vederlo così tranquillo, di buon umore e felice per la nuova avventura mi riempie il cuore.
E' il suo personalissimo independence day oggi, quello conquistato prima dei tre anni. Glielo racconterò quando sarà più grande.

Ok, adesso invidiatemi pure che ho 5 giorni di silenzio e ritmi solo miei :)
Buon fine settimana.

mercoledì 6 novembre 2013

Pronti, partenza, via!

Ci siamo, quasi.
Venerdì Cigolino e GF prenderanno l'aereo, insieme, per la prima vacanza padre-figlio della loro storia.
Cinque giorni senza Mamma.
Cinque giorni lontani, tra le coccole della nonna.
Ci stiamo organizzando, che più che una partenza di due persone, sembra quella di un'intera scolaresca o di un gruppo ben più folto di gitanti.
Il tema è: come far stare tutto in un solo bagaglio a mano; passeggino sì/no; e se vuole la mamma?
Sui primi due punti ci possiamo lavorare velocemente, l'ultimo resta quello spinoso.
Non ne abbiamo idea, se avrà o meno attacchi di mammite.
Non ci siamo mai separati Cigolino e io, per più di due giorni.
Personalmente sono fiduciosa, visto che papà è l'idolo indiscusso.
Però ci penso, perchè il solo immaginarlo in attacco di nostalgia e io molto lontana mi spezza il cuore attempato, mi viene proprio tristezza.
Poi ci sarà la mia malinconia da gestire, che lo so che io faccio la splendida, ma che dopo c'ho i miei momenti sentimentaloni.
Così sto organizzando anche i miei cinque giorni da sola.
Li sto riempiendo di libri, di faccende domestiche (non so, a me pulire la cucina o le fughe delle piastrelle rilassa tanto) e lunghe camminate tra i negozi del centro o le foglie gialle dei parchi vicino a casa.
Scriverò anche, che ho storie in punta di tastiera e nessun tempo per imprimerle da qualche parte. Vedi mai che i capolavori possano nascere in pochi giorni.
Sto pensando anche a cose futili e antiche nelle memoria, tipo aperitivo con le amiche.
Sarà irreale il silenzio.
Sarà surreale avere tante ore tutte per me, soprattutto nel fine settimana.
Sarà strano veder partire loro, che di solito sono io quella del treno e ci vediamo dopodomani, delle telefonate da lontano, della ninna-nanna canticchiata dal ristorante.
Nel nostro equilibrio cosmico io parto e loro restano. Fin qui.
La partenza, loro, quindi, da il via a possibilità e a potenziali equilibri diversi.
E' un esperimento che ha una sua importanza, emozionale e di evoluzione.
Sto dando troppa importanza al fatto, dite? Eh, mi capita quando sono agitata, di un'agitazione che non conosco.
Allora parlo, sorrido in continuazione e dentro penso che non ho idea di come andrà.
Ecco :)



giovedì 31 ottobre 2013

Il mondo dei sogni

Dolcetto o scherzetto, voi che fate?
Cigolino sceglierà i diolcetti, non ho dubbi, sta sviluppando una dipendenza da orsetti gommosi. Credo che il pediatra non sarebbe pienamente felice, ma noi non glielo diremo.
Parleremo di ragni, questo sì, che da qualche tempo il GNAGNO, come lo chiama Cigolino, è la personificazione della paura e tutti a correre per casa cercando di scappare e nasconderci.
C'è un gnagno ovunque, anche dentro il cuoricino della mia collana.
Noi siamo spaventevoli e scherzevoli ogni sera, con tanto di torcia sotto le coperte che fa tanto mistero e le ombre strane.
Magari Cigolino ha un indole dark, vai a sapere.
Vi auguro uno spaventevole Halloween e vi lascio il link a foto bellissime.
E' l'idea di una mamma che ha creato, per ogni foto, un mondo fantastico intorno al suo bimbo che dorme.
Un'incursione nel mondo dei sogni, costruendo il circo, il mare, la missione spaziali e tutti i sogni che la mamma immagina faccia il suo bimbo di 3 mesi.
Mi sono piaciute tantissimo.
Buona visione.

Wengenn in Wonderland

mercoledì 30 ottobre 2013

Praticamente perfetta!

Che poi, cosa è imperfetto? (immagine trovata con Google).
C'è un concorso carino in giro, promosso da Kinder.
Il titolo è un invito di quelli che non puoi declinare: Raccontaci la tua imperfezione.
Eeeh caro il signor Kinder, quanto tempo mi dai? ma soprattutto sei messo comodo o vai di fretta?
Va di fretta, mi ha risposto, il racconto lo vuole in 500 caratteri, neanche il tempo di presentarsi per bene insomma.
Vi lascio il link per partecipare: http://www.kinder.it/it/kinder-cereali/raccontaci-la-tua-imperfezione
che lo so che di cose da raccontare ne avete anche voi.
Io non so come farci stare tutto in 500 caratteri, sto valutando una partecipazione a puntate.
Tant'è.
Ho pensato al tema e sforando i 500 caratteri (forse anche i 5000) è venuto fuori che ...

Ciao, io sono quella che di imperfetto ha la perfezione.
E' proprio questo che mi riesce in modo imperfetto e approssimativo: la perfezione.
Dicono non sia di questo mondo, la perfezione, ma a volte credo si riferiscano a me.
Ci provo, uh se ci provo, ma niente. Vivo nella ridente cittadina di GinaTown, anzi regno da tempo sulle altre gine, tutte perfette imperfette come me, ma un po' meno imperfette, per questo sono io l'imperatrice.
Titoli nobiliari a parte mi divido, come molti, tra casa, lavoro e un bellissimo 2enne virgola qualche mese. Di giorno quindi sono mamma, moglie e lavoratrice, mentre la sera sono morta*.
Tutte queste cose potrebbero riuscirmi alla perfezione, soprattutto la mia versione serale, invece no.
Come mamma l'imperfezione è parte del ruolo (io voglio crederlo) e quindi mi giustifico.
La moglie. Sì. Rasenterei anche la perfezione, se non fosse che:
a) chi sa darmi la definizione di moglie perfetta?
b) Non conoscendo la risposta al punto a) come definisco il mio essere perfetta?
c) Non so mai, ma proprio mai, quando è il momento perfetto per presentarmi al consorte in lingerie da momenti selvaggi o calare la pasta per la cena, con confusioni e incomprensioni intuibili.
Lavoratrice. Eh, bisogna dirlo, sono brava nel mio mestiere. Faccio tuuutte le cose a modo, i colleghi mi vogliono bene, mi scoltano, il capo mi stima, la receptionist russa/austera/ungarica mi saluta davvero, non come agli altri a cui grugnisce un qualcosa, e sono perfettamente puntuale in tutto. Rischierei di essere perfetta qui e andare fuori tema, ma tranquilli: la mia imperfezione è che vorrei fare tutt'altro. Ma proprio. Ci penso ogni secondo, coltivo caparbiamente un sogno diverso, faccio prove sparse di attuazione dello stesso, con risultati totalmente imperfetti. Sono l'imperfetta sognatrice, quella che vorrebbe, fortissimamente vorrebbe, saprebbe e anche riuscirebbe, solo che poi proprio non sa come si fa. A realizzare un sogno.
E' chiaro quindi perchè la sera sono morta, no? Ho tentato tutto il giorno di essere una mamma perfetta, una moglie perfetta e una lavoratrice perfetta e nel contempo di realizzare un sogno, sognato in modo imperfetto. La stanchezza.
Da morta desidero solo abbandonarmi sul divano e guardare la tv, sarebbe perfetto, no? Ma niente, L'imperfezione è dietro l'angolo, quello che porta in cucina di solito, dove c'è sempre qualcosa da riordinare, lavare, preparare. Oppure gira in camera da letto dove, per via di imperfezioni che mi sfuggono, sempra sempre sia esplosa una bomba.  Così mi calo nell'ultimo ruolo della giornata, quello della casalinga, per giunta morta perchè è sera. I risultati sono opinabili e mi aspetto, perchè succederà, di ritirare le scarpe in lavastoviglie e mettere i piatti nella scarpiera. Poi, finalmente, arriva il momento di andare a dormire, in un letto imperfetto che il duenne virgola qualche mese ci ha saltato sù fino a paio d'ore prima, ha fatto la sua tenda con le coperte e chiesto a papà di nascondersi anche lui che così io non li vedo.
Penso sarebbe meraviglioso a quel punto leggere, che la cultura sì è spesso perfetta. Inforco gli occhiali, che anche la vista da qualche tempo è imperfetta, e mi addormento con parole di tango (in questo periodo) proprio sulla pancia imperfetta.
Eccomi qua, in tutta la mia imperfezione.
Praticamente perfetta, no?


* Liberamente tratto dal profilo di @La Claudia, twitter.

lunedì 28 ottobre 2013

Il Pantacalzalone.

Una bella domenica, di non sole, ma di temperature che forse in aprile.
Siamo andati tutti a mangiare fuori: gli zii, gli amici, un manipolo di bambini di età sparse.
Mi piacciono i pranzi fuori, anche se poi va a finire che GF e io ci diamo il turno a tavola e con Cigolino.
Lui, Cigolino, ha una tolleranza a tavola pari al massimo a metà dell'attesa media in un ristorante. E' proprio cosa matematica. Per cui non abbiamo ancora iniziato a mangiare che è già ora di giocare, possibilmente fuori.
Dove di solito c'è un parcheggio per auto e niente di interessante.
Ieri invece la fortuna ci ha sorriso e lì fuori c'era un bel parchetto con i giochi e soprattutto con la fontanella.
Non lo scivolo, non l'altalena, ma l'acqua è il gioco preferito di Cigolino. E' proprio un'attrazione, un'affinità elettiva.
E' stato così che nella prima mezz'ora di permanenza, Cigolino aveva i pantaloni fradici.
E' stato così che io ho definitivamente compreso che un cambio, completo, bisogna SEMPRE averlo.
Avevo pensato a tutto: dal pannolino alla crema protettiva, dalla forchetta al succo di frutta preferito. Tutto, tranne i pantaloni.
E vabbè. Faceva caldo. Ho proposto subito di continuare a giocare in mutande, che tanto le gambe mica soffrono, altrimenti i boy scout sarebbero sempre malati.
Ho però, io, una sorella organizzata, che per le sue bimbe (più grandi di Cigolino) aveva portato collant di scorta: ho potuto scegliere così tra uno con i fiorellini e uno con i pois.
Un attimo dopo Cigolino era in calzamaglia e felpa e affrontava impavido un piccolo ponte tibetano.
Le cuginette hanno cominciato a ridere.
Le amiche delle cuginette hanno cominciato a ridere.

E' così che nasce la leggenda del Pantacalzalone, ovvero come trasformare un collant in un vestito magico.
In un parchetto lontano lontano, giocava un piccolo principe bianco e rosso.
Era coraggioso e simpatico, sapeva dell'acqua più di ogni altro e volava in alto con l'altalena.
Sfrecciava veloce sullo scivolo e sapeva arrampicare come nessun altro.
Per queste imprese magnifiche aveva un abbigliamento speciale, quasi magico.
Non i pantaloni, non una tuta, lui vestiva il Pantacalzalone che lo rendeva agile e invincibile.*

Le bambine hanno smesso di ridere e lo guardavano così come si guarda un principe.
Cigolino fiero come si confà a un vero cavaliere.
La giornata salva :)
Purtroppo i collant si smagliano facile, lo sappiamo bene.
Così quando è stata l'ora di tornare a casa, Cigolino aveva più del principe punk, con il suo pantacalzalone a buchi e smagliature.
A casa, quelle calze smagliate non voleva torglierle più e infilare la tutta è stato un po' come rinunciare ai superpoteri.

Ho imparato che è sempre meglio avere un pantalone di scorta, ma anche i collant fanno miracoli; che le cose basta guardarle con occhi diversi e che principi si diventa, anche solo per poche ore :)


* NOTA. Non autorizzo l'uso (comunque venga inteso) del Titolo e del Contenuto di questa storia. La favola del Pantacalzalone, di cui esiste una versione estesa, è "un'opera originale". Per info potete contattarmi al mio indirizzo mail. Grazie. 

venerdì 25 ottobre 2013

La mamma-e-basta.

Cosa si fa quando si ha un pensiero, una preoccupazione, un momento di sconforto, soprattutto se si appartiene al genere femminile? Ma si telefona alla mamma, no?
In primis la mamma, poi si attiva la rete di amiche (se è il caso). Di solito bastano queste due mosse e già la risoluzione del tormento è vicina.
Sì.
Se si ha una mamma normale, cioè una mamma-mamma.
Se invece si è  figlie di mamme-e-basta la questione si complica e solitamente al problema che si ha se ne aggiungono altri, più complessi.
Anzi, non è sbagliato dire che di solito la telefonata a questo genere di mamma peggiora sensibilmente la situazione, con l'unico vantaggio che distoglie completamente l'attenzione dal problema per cui si stava lanciando un SOS.
Se poi la suddetta mamma-e-basta non ha soluzioni, ma solo interpretazioni per il tuo problema, è bene ponderare bene prima di alzare la cornetta del telefono.

Telefonata standard a mia mamma (in assenza di problema).
"Ciao mamma! come stai?"
"Ah ciao, sei tu. Come mai mi chiami?" la sorpresa nella voce.
"Niente, un saluto, state bene?."
"Sì sì certo. Scusa eh, ma sto entrando al cinema, ci sentiamo dopo così ti racconto il film" e poi non la sento per almeno 3 giorni. O sceglie film molto lunghi, o ha i suoi tempi di rielaborazione. Non l'ho mai capito.

Telefonata a mia mamma, con problema.
"Ciao mamma, tutto bene?"
" Sì sì, c'è un bel sole qui"
"Bene. Qui piove. Ah, oggi ..." e qui posso aggiungere il mio problema/pensiero a caso. Dal mi sono andati a male i fagiolini, al sono così stressata che mi sono venute delle bolle blu  e avrò sempre la stessa risposta.
" Eh beh, ma non me lo devi raccontare. Si sente che sei stressata. D'altra parte AVERE FIGLI DOPO I 40 è proprio sbagliato, non ce la si fa, inutile. Eeeh cara mia, coraggio, che vedrai che dopo è peggio".

Ecco.
Questo da quando è nato Cigolino.
La risposta standard prima di lui era "è perchè mangi male, tutte quelle pizzette" e ci tengo proprio a confessare che io non mangio pizzette. Se mai mi faccio una pizza intera, per lo più per cena e sì e no una volta al mese.
In tempi giovanili ogni mio turbamento era da imputare al motorino (??) o al fatto, peraltro opinabile, che non avessi gusto nel vestire.
Sì lo so, sono recidiva. In tutti questi anni non ho imparato dall'esperienza.
Potrei cavarmela con un paio di previsioni del tempo o, volendo essere proprio introspettiva, accennare al libro che sto leggendo. Potrei anche non telefonare, ma qui sì l'esperienza insegna: se non telefono e aspetto che lo faccia lei passano mediamente 10 giorni, poi arriva una telefonata colma di preoccupazione " Ma non ti trovavo più, cosa è successo?"
"Hai provato a chiamarmi? non ho visto la tel ..." la metto sempre alla prova.
"Ma no, non ho provato, no.Ma non ti ho sentita, ero preoccupata" una logica stringente, in effetti.
Ci sono poi telefonate preventive, sue. Di solito di cazziatoni preventivi.
Iniziano sempre con un "Non ti venga in mente di ..." e si riferiscono a intenzioni che io non solo non ho mai espresso, ma proprio non ho mai pensato.
Aaah, la mia mamma.
E' uno spasso.

Love


Se anche voi avete mamme-e-basta, propongo di fondare un club per condividere le esperienze, vedi mai che poi si impara.

mercoledì 23 ottobre 2013

Come una tribù.

Insieme si impara. 
Su Il bambino naturale, sito che mi piace moltissimo e che merita ben più di un'occhiata, ho trovato un articolo che mi ha colpito parecchio.
Un po' perchè racconta cose che penso, anche senza saperlo del tutto, un po' perchè l'ho trovato convincente e anche perchè apre nuove strade di felice convivenza con i bimbi.
L'articolo è lungo, non scorrevolissimo a dire il vero (ma forse, la traduzione ...) e lo trovate qui.
Il titolo dice già tutto del sogno, neppure troppo segreto, di ogni genitore: come educare bambini felici non oppositivi.
Cioè esiste uno stile educativo che elimina i capricci, i no, le piazzate e le frustrazioni genitoriali.
Anche voi state già respirando meglio, vero?
Dunque.
L'articolo è la traduzione di un passo di Jean Liedloff, autrice americana, quella de "il concetto del Continuum", libro must have per ogni genitore (e che io non ho letto, ma provvederò).
Jean racconta della sua esperienza a stretto contatto con la tribù amazzonica degli Yequana e di come loro trattino i loro bambini (e in generale ogni componente della tribù), crescendoli sicuri e sereni.
Non è magia, quanto piuttosto il non essere bambinocentrici.
I bambini della tribù assistono da subito a tutte le attività degli adulti, partecipando da spettatori, imparando attraverso l'osservazione il come si fa. Ai bambini viene data la giusta attenzione, il contatto fisico, l'accudimento senza giudizio o particolare apprensione, ma non diventano il centro e gli adulti continuano a dedicarsi alle loro attività, evitando lo stress dicotomico tra ciò che dovrei/vorrei fare, lo stare con i bambini, l'immolarsi a capricci vari.
Questa l'estrema sintesi.
Mi piace questo modo, lo trovo equilibrato e saggio.
Perchè, e questo non l'avevo mai realizzato pienamente finora, è più interessante per un bambino osservare un adulto che fa, piuttosto che governare a caso un adulto che fa ciò che il bimbo vuole.
Ha senso, ridà a noi genitori autorevolezza, carisma (aahahahahah) e funzione educativa.
Certo si pongono alcuni problemi. Tipo che noi viviamo in una jungla diversa, dove per la maggior parte della giornata stiamo lontani dai nostri cuccioli. Noi, i bambini, non ce li porteremmo mai in ufficio, anche perchè avrebbero ben poco da imparare, poverini.
Il più delle volte, poi, viviamo fuor di tribù, in un isolamento concreto anche se poco evidente, per cui viene a mancare tutta la rete di affetto corale e comune accudimento proprio di clan famigliari o sociali. Così, nella nostra jungla feroce, diventa più difficile essere naturali (buoni) esempi.
Che si fa?
Quello che si può, come sempre.
Lo sforzo maggiore, probabilmente, è ribaltare il punto di vista comune che vuole il bambino il centro di tutto e pensare, invece, a come ruotare tutti nell'orbita comune della vita.
Vuol dire, forse, fare le pulizie di casa insieme (non è istigazione al lavoro minorile eh), la spesa, vedere gli amici, chiacchierare, giocare, cucinare, uscire a passeggio o oziare sul divano, annoiarsi anche.
Vivere, tutti, ognuno con il proprio ruolo e il proprio spazio.
Una piccola tribù che si da da fare.

martedì 22 ottobre 2013

Le piccole paure

E come era previsto i nonni sono passati, veloci come il vento.
L'unico modo di trattenerli un paio d'ore in più è stato mettere le tende del soggiorno.
Che era ora, a un anno dal trasloco.
Io però ho le mie scaramanzie e adesso sono un po' preoccupata.
Per le tende, dico.
Nel tempo ho statisticamenete accertato che quando si appendono le tende, si monta l'ultima mensola o comunque si conclude la questione arredamento è ora di cambiare casa. Così improvvisamente e senza presagi.
Quindi, mentre GF stava eroicamente issato sulla scala a prendere misure, io vagavo per casa cercando di indovinare il prossimo cambiamento. Mi sono rasserenata pensando che ci sono ancora un paio di lavoretti da fare, per cui siamo salvi, al momento :)
Cigolino intanto andava a nascondersi dietro le tende di camera sua, quelle già appese tempo fa, perchè il rumore del trapano gli fa paurissima.
Per tranquillizzarlo, chiacchieravo con lui, anzi con la tenda, che di Cigolino io vedevo solo i piedi, immobili e lui avvolto come un baco.
Mai sottovalutare o sminuire le paure dei bimbi. Prima di tutto perchè sono eventi, quelli spaventosi, che restano impressi a lungo nella loro memoria e se non abbiamo ascoltato e compreso bene all'origine potremmo non capire più che cosa ci stanno raccontando e quando chiedono di essere rassicurati.
Prima del trapano, un paio di settimane fa, Cigolino si è molto spaventato per la lancia ad acqua con cui GF ha lavato l'auto. Forse il rumore e la velocità del getto, vai a capire bene, ma a Cigolino questa cosa ha fatto davvero paura, tanto che quasi ogni sera mi dice "Acqua sulla cacnia (auto) no no no" e noi spieghiamo di nuovo che le auto si lavano con l'acqua forte, che non c'è da avere paura.
Adesso al lavaggio auto ha aggiunto il trapano: indica la tenda e mi chiede se papà fa ancora dei buchi e mentre lo dice va in camera sua a nascondersi.
Piccole cose, che di grandi spaventi non ne abbiamo avuti, fortunatamente.
Piccole cose di cui chiacchierare serenamente, senza prenderlo in giro.
L'altro giorno per strada sentivo una mamma che sgridava in modo esagerato una bimba che si era spaventata per un cagnolino.
La bimba piccola aveva proprio fatto un salto all'indietro e si era messa a piangere.
"Sei proprio stupida a spaventarti così - diceva la mamma nervosa - solo i bimbi sciocchi fanno così, smettila subito" . I capricci si possono smettere subito, la paura no.
Le paure vanno fatte fuori in modo leggero, magari inventando un gioco scacciamostri, salutando tutti i cagnolini per strada, facendo spaventare un rumore forte con uno ancora più forte, giocando al temporale...

Come avete vinto le paure dei vostri bimbi? :)


venerdì 18 ottobre 2013

Mare?


Stamattina Cigolino ha visto lì, posata in un angolo, la borsa che usiamo per andare al mare.
Quella dei teli, dei costumi, della merenda da fare in spiaggia.
L'hanno riportata i miei ieri, che noi in aereo viaggiavamo leggeri quest'estate.
Cigolino l'ha guardata un po', la borsa.
Poi ha guardato me e ha sorriso, confuso e interrogativo.
"Mare" mi ha detto.
"Sì tesoro, è la borsa del mare" si ricorda tutto.
"Mareeeee!!!" ha esclamato e lui, anche in pigiama e con le calze antiscivolo era pronto ad andare in spiaggia.
C'è la borsa, ci sono i nonni, c'è papà e mamma: siamo al mare. Deve aver pensato così.
"No tesoro, oggi non c'è il mare. E' solo la borsa ...".
"Nuuuuu" era davvero dispiaciuto, come solo i bambini.
Abbiamo finito di prepararci, GF e io, per uscire, come ogni mattina.
Quando ci ha visto con le scarpe e pronti a uscire, Cigolino si è rassegnato.
"Lavoro?" ha detto con la sua vocina.
"Sì" mentre gli davo i baci di buona giornata.
Siamo usciti di casa, il sole, un cielo pulito e odore di smog.
Non ce lo siamo detti, GF e io, ma si sentiva che avevamo un gran voglia di tornare a casa, prendere Cigolino, la borsa della spiaggia e andare al mare.

Buon fine settimana :)

mercoledì 16 ottobre 2013

Nonni in arrivo :)

Mi sono piaciuti tanto questi nonni :) li ho trovati su www.rosalbacorallo.it
Ci prepariamo all'arrivo dei nonni.
E' un evento, perchè con la scusa che abitano 250 km più in là (mica dall'altra parte del mondo quindi), ci vediamo poco. A parte il mese che passiamo insieme al mare, durante l'anno le occasioni si contano sulle dita di una mano.
Tant'è.
Diciamo che così è più festa quando ci vediamo, si riducono al minimo le possibilità di scazzo generazionale e anche relazionale.
La preparazione è accuratissima.
Messa in ordine al limite del nevrotico: questo dovrebbe metterci al riparo da piccole frasi, apparentemente innocue, di mia mamma tipo "eh si vede che non hai tempo di stare dietro la casa" che potrebbe voler dire un empatico "non dev'essere facile essere una mamma che lavora", ma che io interpreto sempre come un più realistico "sei sempre stata disordinata".
Pianificazione accurata dei pasti, evitando tutto ciò che non è sano, che è fuori pasto, che non ha forme riconoscibili all'istante:  agli occhi dei miei si trasformano sempre in disordini alimentari e un'eco di "dovresti mangiare meglio" che mi rimbomba nella testa.
Questo giro, con la mia svolta vegana, questo punto dovrebbe essere più semplice, anche se non facile sarà spiegare il perchè e il percome di tale svolta e sostenere con evidenza scientifica che non rischio la vita a mangiare solo le piante.
Open camera: cioè permettere a Cigolino la visione di PeppaPig direttamente dal lettone di mamma e papà, che la Tv diventa dominio incontrastato del nonno, sul monocanale Tg24. Stando equidistanti dalle due TV potremo apprezzare Peppa che legge il Tg o al contrario, il giornalista che salta nelle pozzanghere di fango.
Programmazione accurata di un'uscita, GF e io da soli. L'accuratezza sta nel scegliere tra le decine di cose che tralasciamo perchè non affrontabili con un bambino piccolo, dando la priorità a quelle più urgenti. Quindi la nostra uscita romantica più probabile sarà per preventivi di mobili, tanto per intenderci.
Tecniche di trattenimento contro la volontà. I miei sono così, arrivano e partono dopo un giorno. Va da sè che il piacere di averli di vicino e l'utilità della loro presenza non sono apprezzabili, non c'è proprio un'unità di misura per presenze così brevi. Così, mia sorella e io, cerchiamo sempre di inventare cose irrinunciabili a cui non possono dire di no, per fare in modo che si fermino un giorno in più. Solitamente è un qualcosa che ci rivolta contro: tipo un pranzo tutti insieme, invitando anche amici e semplici conoscenti pur di dare l'impressione di un evento. Si finisce col cucinare per un numero inaffrontabile di persone, cosa che non rilassa nessuno.
Altra tecnica collaudata è coinvolgerli in lavori di casa: tipo scegliere le tende, spostare i mobili, rivedere accuratamente il contenuto di armadi e cassetti, ridisegnando gli spazi.
Quello a loro piace un sacco. Da tempo, per noi, sono i personal interior designer.
Va a finire, però, che GF e io passiamo il fine settimana in auto, da un brico all'altro, dall'Ikea al Leroy Merlin e affini. Poi non è comunque ragionevole ristrutturare casa 3 volte all'anno.
Siamo contenti che arrivino i nonni, molto.
Se si fermassero più a lungo sarebbe addirittura meraviglioso.
Potremmo, invento, andare anche al cinema GF e io; concederci una cenetta o semplicemente farci una passeggiata, quelle cose tipo mano nella mano, senza passeggini da spingere, Cigolino da rincorrere e occhio alla macchina, alla gente e al gradino. Cose di cui i genitori hanno bisogno e che spessissimo sono possibili grazie ai nonni. O assoldando MaryPoppins, come dicevo qualche post fa.
Ah dite che a prescindere dalla distanza i nonni dovrebbero sentirsi contenti di dare una mano e quindi palesarsi più spesso e più a lungo?
Uhm. Sì. Ho sentito parlare di questa cosa. L'ho anche accennata ai due diretti interessati. Mi hanno fatto presente che loro vivono al mare, in clima mite e aria buona e se in coscienza potevo chiedere di passare più tempo a Milano.
Ecco.
In coscienza, no.

venerdì 11 ottobre 2013

Baby shopping

Con un gran temporale, un uragano di vento sibilante e alberi in manifesta difficoltà, ieri sera è arrivato il pieno autunno.
Hanno acceso anche i caloriferi, in anticipo, e stamattina ho cercato nell'armadio la giacca più pesante.
Questo significa che anche per Cigolino è finito il tempo delle scarpe di tela, cioè quelle che abbiamo comprato il mese scorso, che dopo l'estate il piede era più lungo di un numero.
Quello delle scarpe sta diventando un tema esistenziale.
Voglio dire, io che sono gran maestra di shopping calzaturiero, che niente mi da più soddisfazione del possedere un paio di scarpe nuove, resto incerta sulle scarpe da comprare a Cigolino.
Anche GF, che ha tratti in comune con la mia compulsività scarpiera, anche lui resta un attimo perplesso sul da farsi.
Le cose stanno così: se le compri del numero giusto, cioè il numero che lascia un pochino di spazio in punta (un dito) per la loro camminata a piedini piatti, sei certa che passano di misura in un paio di mesi massimo. Se le compri di un numero in più, sono tropop grandi e camminano male. Il fatto è che il piede cresce a sorpresa: oggi compri le scarpe, domani, al max dopodomani, il numero cambia.
Non sai mai quando sarà lo scatto di crescita del piede.
Immagino ci sia la notte dei piedi lunghi.
Il momento preciso in cui , truuuuc, il piedino cresce e addio scarpe del giorno prima.
Abbiamo scarpine messe via praticamente nuove, altre che sono state portate regolarmente a distruzione, un paio invece le ho proprio perse io, ma questa è un'altra storia.
Stiamo diventando anche esperti di outlet scarpe bimbo, che se proprio devono durare poco meglio non spendere un patrimonio.
Tutto un altro tema, invece, è quello dei vestiti. Quelli durano molto più a lungo delle scarpe, ce ne sono di tutti i prezzi, prenderli un pochino più grandi non compromette nulla e puoi sperare di portare capi addirittura da un anno all'altro.
Così, anche per i bambini under 3, ti ritrovi a fare ragionamenti di capi-spalla su cui investire un po' di più e di cose da far fuori su è giù nelle pozzanghere di fango.
Una cosa che mi piace e che trovo utile anche per Cigolino è far scegliere a lui, sia le scarpe che i vestiti.
Abbiamo notato che ha un suo gusto già definito e che se una cosa non gli piace protesta moltissimo prima di metterla.
Per le scarpe la scelta è semplice: di solito ne adocchia un paio di una decina di numeri più grandi, insiste per provare proprio quelle, prova a camminare e dopo 3 passi inciampa. Allora scende a più miti consigli e ci permette di scegliere almeno la misura giusta, dopodichè fa prove di corsa, di camminata più lenta e perfino di salti. Se ride contento ok il paio è giusto, altrimenti si ricomincia da capo.
Ai vestiti è più indifferente, l'importante che siano blu.
Chi ha bimbi maschi sa poi che non è particolarmente vario lo shopping che si può fare.
Anzi, ho conosciuto mamme frustrate.
Perchè diciamocelo, in qualunque negozio per bambini la situazione è questa: 3 pareti e mezza, per un totale di 500 metri lineari, di vestiti per bambine, e un paio di metri al massimo dedicati ai maschietti.
In questi due metri poi convivono l'uomo ragno, superman e le tartarughe Ninja, che se stai cercando solo un paio di jeans e una maglietta tinta unita diventa un'impresa da cercatori d'oro.

Voi che ne fate degli abiti e scarpe passati di misura?
Li regalate ad amici o avete qualche associazione/parrocchia/altra soluzione?